lunedì 25 gennaio 2021

Boom della speculazione edilizia a Frosinone

 Luciano Granieri




Boom nell’edilizia e gru nei quartieri” 

è il mirabolante messaggio che deborda dalla pagina Facebook del comune di Frosinone, nella quale si magnifica la lungimiranza dello Zar Ottaviani (evviva la rivoluzione russa, anche quella liberale, guarda un po’) nello sbloccare, in tempo di crisi per l’edilizia, 45 milioni di euro a favore delle solite lobby private del mattone. Già ma in cambio il munifico sindaco avrà opere compensative in modo da rendere possibile la“ricucitura e la riqualificazione del contesto urbano e sociale delle aree, oggetto d’intervento” testuale.  Ovvero concediamo pezzi di città al privato, in cambio questo ci sistema il tessuto urbano a favore della cittadinanza. 

Ma sarà proprio così? Facendo un rapido conto sulle cubature, si rileva che sui nove progetti in cui esse sono quantificate si cede al privato la bellezza di 104.491,51 metri cubi di città, in cambio di opere compensative per 13.355,46. Al netto regaliamo ai signori del mattone ben 91.136,05 metri cubi di cemento, in un contesto urbano che prolifica di case vuote,  preda di uno spopolamento irrefrenabile, con i giovani che, privi di prospettive, scappano da Frosinone. Un’operazione che cela, dietro la solita propaganda , una molto più concreta e devastante, speculazione urbanistica. In cui si privilegia l’interesse privato e lobbistico al benessere dei cittadini. 

Giova ricordare che di questa ulteriore colata di cemento la nostra città non ne ha bisogno, in quanto dal rapporto Ispra risulta che Frosinone ha realizzato un incremento del 29% dal 2018 ad oggi, di insediamenti abitativi e industriali, per area definita, rispetto alla media provinciale che è del 7%. E’ il cosiddetto consumo di suolo quattro volte superiore in città rispetto allo sfruttamento del territorio disponibile in tutta la Provincia. 

Una sciagura che comporta l’annullamento dell’effetto filtro del terreno sugli inquinanti, la drastica diminuzione dell’effetto di assorbimento del particolato da parte degli alberi. Una ferita enorme per l’equilibrio ambientale della città, che nessuna scala mobile, nessun ascensore inclinato, nessuna pista ciclabile potrà risanare. E pensare che con i 45 milioni sbloccati si sarebbe potuta pianificare una grande operazione di riqualificazione urbanistica basata sulla valorizzazione di siti ad alto interesse culturale e paesaggistico,  di aumento degli spazi di condivisione sociale, di salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico della città, oggi notevolmente compromesso. 

Una pianificazione benefica per la cittadinanza, ma inaccettabile per l’industria del mattone. Infatti se andiamo ad analizzare la natura delle opere compensative che i privati dovrebbero realizzare in favore dei cittadini, ci rendiamo conto che molte di esse sono funzionali alla fruizione logistica del manufatto privato. Si tratta di strade di accesso e parcheggi utili ai futuri ipotetici inquilini degli immobili in costruzione. 

In relazione all’aumento di posti di lavoro connessi a questa ennesima colata di cemento, sappiamo bene come l’occupazione di questo comparto si basi su lavoro in subappalto, sullo sfruttamento degli addetti, senza garanzie e con paghe da fame. Ma mettiamo pure il caso, e non lo è, che una tale mole di  lottizzazioni sia indispensabile. Perché non richiedere, in cambio di inutili ed insufficienti opere compensative , un bel po’ di quattrini per oneri concessori? 

Ah dimenticavo! Mai parlare di oneri di urbanizzazione a Frosinone, è come parlare di corda in casa dell’impiccato.



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