Luciano Granieri
Il PNRR questo sconosciuto.
Consiglio dei ministri in corso per discutere la bozza del Recovery Fund che andrà in aula lunedì prossimo 26 aprile, per poi essere presentato all’Unione Europea ed iniziare la negoziazione.
La presentazione di un testo di 486 pagine in inglese (Dossier Franco), seguito da una semplificazione in italiano, che riportava in fotocopia l’elaborazione del precedente governo, ed infine la, pare, definitiva bozza di 300 cartelle, sono i documenti che hanno segnato il percorso di questo difficile parto. In due giorni tutto ciò dovrebbero essere letto e recepito dai ministri. Tutto chiaro? No. Ma tanto è già deciso.
Esattamente cosa è deciso, nei dettagli, non è dato sapere. Ma c’è poco da fare gli schizzinosi, Draghi doveva fare e Draghi ha fatto, aiutato da fior di consulenti, quelli di Mc Kinsey, abili a consigliare come trarre smisurato profitto da ogni azione di sfruttamento economico. Lunedì dunque, cari onorevoli, approvate zitti e buoni.
Pure la quantità dei soldi è andata in altalena. Prima 201 miliardi, più i 37 del Mes, a proposito che ne è del Mes? Poi 229, quindi 191,5 infine gli attuali 221,5 (191,5 quelli europei, più 30 di scostamento di bilancio, altro debito).
Oltre a coinvolgere la società di consulenza Mc Kinsey, sono state raccolte memorie ed effettuate audizioni fra i vari portatori d’interesse, dai sindacati fino alla Banca d’Italia, per recepire suggerimenti sul come utilizzare i soldi, a prestito e a fondo perduto, che l’Europa ci metterà a disposizione se faremo i bravi e rispetteremo tutte le leggi dell’austerity, uscita dalla porta della sospensione del patto di stabilità, ma rientrata dalla finestra dell’art.24, del regolamento del PNRR.
Ciò che filtra dal piano rivela la presenza del finanziamento della privatizzazione delle reti idriche anche al sud, alla faccia di quei 26milioni di italiani che hanno votato per l’acqua pubblica, esiste poi la novità che fra i progetti compresi nella voce “Industria Sostenibile” entra il potenziamento della filiera aerospaziale e della difesa, in particolare si stanziano soldi per la “costruzione di piattaforme duali ad elevatissime prestazioni, con ridotto impatto ambientale, totale sicurezza cyber ed innovazione digitale” utili ad assembleare i cacciabombardieri multiruolo TEMPEST, i sottomarini U-212 NFS, nuovi cacciatorpedinieri e gli elicotteri FVL, “una sorta di F35 ad ala rotante” Va bene che siamo in guerra contro il Covid, ma così mi sembra francamente troppo!!!!
Ovviamente è già pronta un’infornata di 29 commissari straordinari, pronti a gestire 57 grandi opere pubbliche da realizzarsiin regime commissariale appunto, ossia senza particolari attenzione alle varie autorizzazioni e adempimenti di sicurezza. Mega interventi che, dietro la nobilissima causa della rivoluzione green, sfondano montagne, deturpano paesaggi, mangiano e sfruttano territorio aumentando i profitti dei soliti potentati finanziari . Niente di nuovo. Ciò comunque chiarisce bene a quali, fra i portatori d’interesse convocati è stato dato ascolto.
Resta da dire che i risultati attesi sono importanti fra il 2024 ed i 2026 si prevede un aumento del Pil del 3,6% e diminuirà la disoccupazione di almeno 3 punti. In che modo ciò si realizzerà senza un piano di investimenti pubblici corposo - dove è lo Stato che decide il piano industriale in base agli interessi della collettività (anziché finanziare i privati) - e con una legislazione sul lavoro che, trincerandosi dietro il mantra delle politiche attive, lascia inalterata la precarietà di massa, non è dato sapere, o meglio forse si sa.
Infatti ciò che emerge con forza dall'impostazione del PNRR, è la falsa e reiterata convinzione che il benessere del Paese e dei cittadini, si ottiene preservando e aumentando la capacità di profitto dei privati, i quali, bontà loro, riserveranno qualche briciola, se avanza, del loro lauto pasto, anche ai poveracci.
Questa ricetta si è dimostrata da tempo immemore venefica per il benessere dell’umanità, aumentando le diseguaglianze, la povertà e l’ impossibilità di curarsi, trasformando la pandemia in una strage umanitaria.
Nonostante l’evidenza storica, Draghi è stato incoronato proprio per piantonare i soldi europei in modo da indirizzarli verso coloro i quali assicurano l’aumento del Pil a danno del benessere generale.
Con lo scopo di ribellarsi a questo sistema economico, il cui fallimento è orma acclarato, e contestare un PNRR deciso da tecnocrati, senza il coinvolgimento reale dei cittadini, e basato sul Dio Pil, una rete di associazioni e cittadini, raccolti nel movimento Società della Cura, il 26 aprile prossimo sarà in presidio fuori dal Parlamento, per ribadire il rifiuto di un Recovery Plan che amplifica le storture del liberismo imperante, e promuovere il Recovery PlanaET un piano per un’altra idea di società, basata sulla cura delle persone, del territorio e delle risorse naturali. Chi vorrà aggiungersi sarà il benvenuto.
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