venerdì 23 luglio 2021

Un'improvvisazione ci salverà

 Luciano Granieri


Anche quest’anno, la Whistle Jazz Band ha partecipato all’evento organizzato dal Comune di Anagni “Cultura in Corso”. Una kermesse in cui diversi artisti dislocati lungo le vie del centro storico della città, offrono un saggio della loro, più o meno maestria creativa. 

Per noi Whistlers si trattava della seconda partecipazione. La prima è stata l’anno scorso. Per il 2021, è cambiato il sito da cui abbiamo suonato. Non più P.zza Innocenzo Terzo, ma davanti la liuteria Noro, che ringraziamo per l'ospitalità e il supporto,  lungo Via Vittorio Emanuele, poco lontano da Piazza Cavour. 

Rispetto al 2020 cambiavano, e molto, anche le previsioni del tempo. Per sabato 17 luglio, il meteo prevedeva pioggia fino a tarda notte. Si va? Non si va? Rimaniamo appesi alla decisione definitiva dell’organizzazione che scioglie il dubbio solo nella tarda mattinata di sabato. Si va ma si portano cose leggere, soprattutto il sottoscritto. Non tutta la batteria ma il rullante, il piatto ride, lo hi-hat, in modo da fare presto a portare tutto nella liuteria in caso di intemperanze di Giove Pluvio

Freddo e pioggerellina autunnale in effetti hanno sferzato il centro storico per tutto il pomeriggio, ma verso sera, come d’incanto è tornato il sereno. Quindi fuori cimbali pelli, chitarra, sax ,basso. Si va ad incominciare. 

Mentre si stava cercando un minimo di equilibrio sonoro, dalla vicina Piazza Cavour, c’investe una boato di suoni proveniente da una macchia da guerra di amplificatori dall’inaudita straripanza wattesca. Era la Hype Band, un gruppo di ragazzi, (basso, chitarra, tastiera e batteria) giovani e bravissimi intenti a finire il loro sound check con musica funky e rock. 

 Appariva subito evidente che se suonavano loro non suonavamo noi, perchè gli eravamo troppo vicini e i nostri volumi erano molto inferiori. Lo spettacolo di burattini, in programma prima dell’esordio della Hype Band, ci consentiva di portare a termine la prima parte della nostra dignitosa esibizione di “jazzisti da strada”. Chi ci stava ascoltando (oltre mia moglie Maria Lucia e altri nostri amici) sembrava apprezzare. 

Poi però i ragazzi della Hype hanno inziato a mettere in campo la piena occupazione dei decibel con dei brani eccellenti, frutto di una grande maestria, ma che ci hanno ridotto al silenzio, non potendo noi superare la potenza dei loro amplificatori. 

Abbiamo provato a continuare ugualmente. Ad un certo punto io e Antonello, ci siamo trovati a suonare Comfortably numb” dei Pink Floyd, i nostri compagni Alberto e Raimondo ci stavano guardando male. In effetti il brano dei Pink Floyd veniva dagli Hype. Lo ammetto. Ci eravamo confusi accompagnando un pezzo di una band che non era la nostra. 

In effetti suonando con i volumi usati fino ad allora era difficile sentirci anche fra noi Whistlers. Scoramento e disappunto, anche perchè gli Hype, onestemante erano molto, ma molto, bravi. Alberto il sassofonista sembrò arrendersi. Lo abbiamo visto riporre il suo tenore per abbandonare la tenzone

Ma potevamo deprimerci

Certo che no. Rivalsa....tremenda rivalsa. 

Raimondo dalla sua chitarra all’improvviso tirava fuori una sequenza armonica velocissima, Antonello con il suo basso seguiva , figuriamoci il sottoscritto con la batteria! Iniziava una performance serrata piena di trovare ritmiche melodiche e armoniche inconsuete e affascinanti . La gente cominciava a fermarsi, ci siamo trovati circondati da facce ammirate non sapendo se apprezzassero di più il fatto musicale o muscolare. Gli Hype non li sentivamo più, non capivo se stessero suonando ancora. Fatto sta che quell’improvvisazione pura escogitata da Raimondo ci ha dato coraggio

Alberto si convinceva a tornare consentendoci di finire il nostro set senza ulteriori tentennamenti, anzi con il premio di un ascoltatore che, avendoci molto apprezzato, ci ha offerto dello spumante. Anche gli straordinari ragazzi dell Hype Band hanno portato a termine il loro concerto. E vorrei scusarmi se in qualche modo li abbiamo disturbati. Ma la colpa non è nè la nostra nè la loro.

  E’ degli organizzatori, i quali per quanto volenterosi, avrebbero dovuto evitare di collocare gruppi musicali così vicino gli uni agli altri, consentendo ad ognuno di avere spazi sonori congrui per non interferire con gli altri.

 E’ anche una questione di rispetto per chi, sia livello professionale che amatoriale, ha il diritto di esibirsi nelle condizioni migliori per esprimere in modo compiuto la propria arte, grande o piccola che sia. 

C’è una morale in questa storia? Certo. Suonare jazz è fantastico, perchè anche nelle situazioni più critiche ricorrere alla salvifica pratica dell’improvvisazione può trasformare una serata incolore in una grande serata, per chi suona e chi ascolta. 

Mi sento di rivolgere un grande grazie ai mie compagni della Whistle Jazz band e ai formidabili ragazzi della Hype Band, per la splendida serata.




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