martedì 28 agosto 2012

La tassa sui rutti

Luciano Granieri

Nel brian storming cui il premier Mario Monti ha sottoposto i suoi tecnici per inventarsi qualcosa in merito alle misure sulla crescita, l’apporto del Ministro della Salute Renato Balduzzi sarà decisivo quanto innovativo. Quali norme saranno inscritte nel decretone che il prossimo 31 agosto il neo titolare del dicastero della salute pubblica presenterà al consiglio dei ministri per regolamentare i costi della sanità? L’istituzione di una commissione governativa per il monitoraggio della spesa sanitaria di ogni regione?. Magari una commissione costituita sulla falsa riga dello stesso organismo predisposto per la spending review dei comuni e gestito dal super tecnico Bondi. Uno strumento che, ad esempio, tagli i fondi pubblici destinate alle cliniche private per dirottarli alle strutture pubbliche e che verifichi la trasparenza di ogni appalto per l’acquisizione di materiale terapeutico e servizi connessi? O anche una norma che costringa i medici a scegliere fra la professione pubblica e quello privata vietando la cumulabilità dei due regimi? Niente di tutto questo. L’avvocato Renato Balduzzi è un super tecnico e quindi non può proporre queste trite e ritrite quisquilie. Oltre al rilancio della sanità, è necessario salvaguardare la salute psichica e fisica dei giovani, traendo da questa azione ulteriori risorse per finanziare altri programmi sociali. Dunque sotto con la “TASSA SUI RUTTI”. Ovvero una tassa sulle bevande gasate, analcoliche e alcoliche iperzuccherate che sono responsabili dell’obesità dei nostri adolescenti, i quali ne abusano in modo abnorme. L’obolo sarebbe definito nella misura di 7,16 euro a carico dei produttori per ogni 100 litri di bevanda analcolica immessa sul mercato e 50 euro per i super alcolici. Peccato che i consumi di queste bevande in Italia siano stagnanti da 10 anni e altamente al di sotto della media europea, dunque la vediamo dura recuperare da questo provvedimento i 250 milioni di euro l’anno previsti. Inoltre se si volesse veramente salvaguardare la salute dei bambini bisognerebbe occuparsi e combattere la crescita della mortalità infantile per carenza di cibo in atto nel nostro civilissimo paese a causa dell’aumentata povertà delle famiglie sempre più vittime della macelleria sociale imposta dal potere della finanza. Un fenomeno talmente in crescita che costringe anche organizzazione non governative come “Save the Children” ad occuparsi del problema. Altro provvedimento del geniale ministro Balduzzi, riguarda la cura mentale di coloro che spendono fortune alle slot macchine e al gioco d’azzardo. Anche qui una particolare attenzione è rivolta ai giovani. Ma tale materia va maneggiata con prudenza, visto che è proprio dalle slot macchine che lo stato incamera ingenti guadagni. Dunque ecco la furbata dell’azzeccagarbugli Balduzzi. E’ vietata l’apertura di locali adibiti al gioco con le slot a meno di 500 metri da scuole e chiese. Ora è intuibile l’utilità della distanza dalle scuole, ma dalle chiese? E che vogliamo impedire a qualche fedele che ha ricevuto una grazia di raccogliere il frutto della benevolenza divina? In realtà, anche l’idea di vietare l’apertura di questi luoghi di perdizione vicino alle scuole è inutile. Infatti il 70% dei giocatori di slot sono individui di età compresa fra i 35 e i 55 anni, tutt’altro che studentelli. Non che i giovani non giochino d’azzardo, ma preferiscono smanettare su Internet. Dunque se queste sono le genialate dei tecnici, siamo messi molto male.













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