L'incontro di Parma, a cui ha partecipato un centinaio di compagni e compagne, ha deciso di dar vita all'opposizione organizzata in CGIL, chiamandola: Rete 28 aprile-opposizione CGIL.
La ragione di questa scelta sta nella necessità di organizzare la lotta e l'alternativa contro il governo Monti e l'Europa dell'austerità, contro l'attacco ai diritti e all'occupazione da parte del padronato.
Il sindacato confederale, compresa la CGIL, non ha davvero contrastato quella che è la più grave aggressione al lavoro dal 1945 a oggi. E così, in pochi mesi, governo e padronato hanno realizzato successi.
Il peggior sistema pensionistico d'Europa, la cancellazione dell'articolo 18 e l'estensione della precarietà, i tagli allo stato sociale, i licenziamenti e la chiusura delle fabbriche, i contratti che peggiorano drasticamente le condizioni di lavoro e cancellano i diritti, tutto questo è avvenuto senza una reale ed efficace azione sindacale, con la complicità o la subalternità.
Ora si spera di fermare questa deriva con un rilancio della concertazione sindacale, che invece è tra le cause dell'arretramento dei lavoratori e che, riproposta oggi, produrrebbe nuove regressioni.
La negazione della gravità delle sconfitte subite e delle scelte sbagliate dei gruppi dirigenti della CGIL, è la base per la riaffermazione delle politiche concertative. Per questo la negazione delle sconfitte subite va combattuta con forza per ripartire davvero.(...)
La rete di opposizione in CGIL respinge l'accordo del 28 giugno 2011 e il modello sindacale che da esso deriva. Quell'accordo ripropone ancora una volta lo scambio tra peggioramento delle condizioni dei lavoratori e istituzionalizzazione burocratica del sindacato. Seguendo quell'accordo si possono solo fare contratti peggiorativi, come tutti quelli che vengono firmati anche dalla CGIL.
L'opposizione CGIL sceglie invece una nuova piattaforma sindacale che respinga la concertazione e il moderatismo e organizzi la lotta e l'alternativa alla politica di Monti nel paese, e al modello Marchionne, in tutte le sue versioni, nei luoghi di lavoro.
La nuova piattaforma sindacale dovrà fondarsi sul pubblico e sulle nazionalizzazioni, sull'aumento del salario e sulla riduzione degli orari, sullo stato sociale e sui diritti, sul diritto al reddito. Essa dovrà essere sostenuta da un movimento unitario, che metta assieme tutte le forza sociali che oggi si oppongono alla politica di austerità che viene dall'Europa e che viene attuata da tutti i governi.
L'opposizione al governo Monti e a chi lo sostiene, è una discriminante nel paese uguale a quella contro il modello Marchionne nei luoghi di lavoro. Dire no a Monti è una scelta sindacale, non di schieramento politico. Significa respingere il quadro di compatibilità che ci viene imposto e rifiutare una sterile politica di piccoli emendamenti e correzioni ad esso.
Nei due giorni del dibattito a Parma su tutti questi temi si è discusso con rigore e passione, consapevoli della difficoltà di una scelta che va contro corrente, ma convinti della necessità di compierla.
Si è quindi deciso di organizzare l'opposizione, facendo appello prima di tutto a tutte e tutti coloro che respingono la deriva sindacale e non vogliono arrendersi. Verranno così diffusi un appello alle lavoratrici, ai lavoratori e ai militanti della CGIL, e tre documenti programmatici per una piattaforma sindacale sulla crisi economica, sulla contrattazione, sulla democrazia.
Si è deciso un programma di riunioni per i prossimi tre mesi per organizzare una conferenza nazionale dell'opposizione CGIL, da realizzare con il massimo di partecipazione democratica, a partire dai luoghi di lavoro. Nel frattempo un esecutivo di 9 persone coordinerà le iniziative.
Si è deciso un impegno immediato a sostegno delle lotte di Alcoa, Carbosulcis, Jabil, dei precari della scuola, di Taranto e a tutte le mobilitazioni in corso a partire dalla Valle Susa, con l'impegno per una grande manifestazione a Roma contro Monti e la politica economica europea.
Piena solidarietà è stata espressa nei confronti della compagna Eliana Como e del compagno Sergio Bellavita, di fronte alla stretta contro il dissenso in atto nella FIOM, parte di una forte tendenza verticistica da tempo diffusa in CGIL, tesa a superare i problemi ed il confronto politico con il richiamo all'obbedienza ai gruppi dirigenti.
Nei prossimi giorni pubblicheremo un riassunto del dibattito di Parma, ulteriori note e i documenti, intanto a tutte e tutti coloro che vogliono lottare contro il massacro sociale eprovare a fermare la deriva sindacale, diciamo:
Organizzatevi e mettetevi in rete con noi !
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