sabato 16 febbraio 2013

No Muos, una prima importante vittoria

 Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)


La Regione Sicilia ha deciso di revocare le autorizzazioni alla costruzione dell’impianto radar della Marina militare USA a Niscemi
NO MUOS, UNA PRIMA IMPORTANTE VITTORIA
E’ una vittoria che dà fiducia e rafforza tutti coloro che da un capo all’altro del paese lottano per difendere il territorio, la salute pubblica, la pace e i diritti democratici contro un pugno di guerrafondai, di speculatori e di affaristi.
Il segnale che arriva dal movimento popolare contro il MUOS e dall’azione del M5S all’Assemblea regionale siciliana mostra concretamente cosa devono fare candidati ed eletti nel Parlamento e nelle assemblee elettive locali per svolgere un ruolo positivo: non fermarsi alla denuncia e all’indignazione, ma agire per conto e sotto il controllo delle masse popolari organizzate che sono le uniche e vere artefici della costruzione della nuova governabilità e della democrazia partecipativa. Nello stesso tempo l’azione dei grillini all’ARS costituisce una conferma che, come ha indicato il (n)PCI, “il M5S è la lista che più delle altre liste di oppositori dichiarati della politica di macelleria sociale ha la possibilità di portare oppositori nel Parlamento della Repubblica Pontificia e di disturbare la copertura parlamentare del suo futuro governo”.
 
E’ una vittoria che conferma molti degli insegnamenti del movimento NO TAV…
1. Alla base della decisione della Regione Sicilia ci sono i comitati NO MUOS che sono sorti a Niscemi e nel resto della Sicilia e il coordinamento che hanno costruito intorno all’obiettivo comune con altre associazioni, partiti, singoli. Organizzarsi è il primo, necessario e fondamentale passo per trasformare l’indignazione, la rabbia e lo scontento in una forza in grado di cambiare il corso delle cose, per tradurre gli interessi e le aspirazioni delle masse popolari in azione, per far valere la forza del nostro numero, per dare gambe ai sentimenti, ai valori e alle aspirazioni migliori, più avanzati delle masse popolari.
 
2. I comitati NO MUOS non si sono fermati di fronte al fatto che la costruzione del MUOS era una decisione già presa, in questo caso per di più da tempo e in alto loco (governi Berlusconi e Monti, vertici militari USA, ex presidente della Regione Lombardo). Contro le misure di miseria, devastazione e morte delle autorità borghesi è possibile e necessario lottare prima per impedire che vengano decise e, se vengono comunque decise, lottare dopo per impedirne e boicottarne l’attuazione. E’ il contrario della “opposizione di opinione” della sinistra borghese per cui si fanno proteste contro, commissioni e sottocommissioni, ma quando le cose vengono decise dalle autorità bisogna rassegnarsi, non c’è più niente da fare, la partita è chiusa.
 
3. Raccolta firme, appelli pubblici, campagne di informazione e denuncia, ricorsi in Tribunale si sono combinate con manifestazioni, presidi, blocchi stradali e altre forme di lotta, applicando praticamente il criterio che “è legittimo quello che è conforme agli interessi delle masse popolari, anche se è vietato dalle leggi”. E’ il bilancio rigoroso, scientifico e pratico della violazione (l’ultima in ordine di tempo!) dell’esito del referendum sull’acqua da parte del governo Monti e prima di lui di quello Berlusconi. O delle sentenze dei Tribunali a favore della FIOM spudoratamente ignorate e inapplicate da Marchionne negli stabilimenti FIAT, a partire da Melfi e Pomigliano. 
 
4. Gli interessi e le aspirazioni delle masse popolari vengono prima delle leggi, delle norme e delle decisioni di un pugno di guerrafondai, di speculatori e di servi degli imperialisti USA e che per di più sono leggi, norme e decisioni che aggirano o calpestano apertamente lo spirito e la lettera della Costituzione ancora in vigore. Che lo facciano pacificamente o meno, sono gli attivisti NO MUOS, NO Dal Molin e quanti lottano contro le basi USA in Italia, la corsa agli armamenti, la partecipazione del nostro paese alle guerre di aggressione (spacciate per guerre umanitarie, guerre contro i dittatori e per la libertà, guerre per la “pace” e per “esportare la democrazia”) gli unici e veri garanti della Costituzione che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11)!
 
5. Il movimento NO MUOS ha combinato la mobilitazione popolare con quella dei sinceri democratici, degli amministratori locali, dei tecnici e sfruttato le contraddizioni esistenti in campo nemico (lotta su “due gambe”).
Ha messo a contribuzione tecnici ed esperti separando “il grano dall’oglio”, cioè sbugiardando gente come Patrizia Livreri, docente di ingegneria dell’Università di Palermo ed esperta di onde elettromagnetica, che nel 2011 avevano dato parere positivo al MUOS dal punto di vista ambientale e della salute: era stata ingaggiata (e pagata) dalla società URS di Milano controllata dalla URS Corporation  con quartiere generale a San Francisco-California!
Ha messo alla prova la pattuglia grillina eletta all’Assemblea regionale siciliana (ARS) che ha risposto positivamente: per tre giorni hanno fatto mancare il numero legale impedendo l’approvazione del documento di programmazione economico e finanziaria della Regione (“qui si ferma tutto se non si mette la parola fine al Muos”). E’ stata la spinta finale alla decisione di revoca delle autorizzazioni, con buona pace delle rimostranze di Crocetta: “i grillini se pensano di mettere il governo in difficoltà sono fuori strada, non siamo sotto scopa. Fare mancare il numero legale all’ARS sul Dpef è una prova di grande immaturità. Che vuol dire che aspettano la revoca del Muos prima di votare il Dpef? Non siamo alle elementari o all’asilo. Potevamo non portarlo in aula, ma l’abbiamo fatto per una questione di trasparenza, possiamo anche ritirarlo: ma un documento va approvato o respinto”.
Ha messo la Regione contro il governo centrale, che per bocca della ministra Cancellieri aveva dichiarato il MUOS “un sito di importanza strategica per la difesa della nazione e dei nostri alleati” e qualche giorno dopo aveva scagliato le forze dell’ordine contro cittadini e manifestanti che presidiavano le vie di accesso per impedire il passaggio dei convogli con i mezzi per il montaggio delle antenne. 
 
… e fa intravvedere la strada da percorrere per farla finita con la subordinazione del governo italiano agli imperialisti USA e con il vortice di miseria, devastazione ambientale e guerra con cui gli “italiani che contano” (i vertici della Repubblica Pontificia) e la comunità internazionale dei grandi capitalisti, dei banchieri e dei guerrafondai cercano di tenere in vita il loro sistema di relazioni economiche, politiche e sociali e il loro “ordine mondiale” nonostante la crisi generale del capitalismo. 
 
Giustamente Elvira Cusa, esponente del Comitato No MUOS di Niscemi, dice “prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente della Regione Rosario Crocetta che assicura di aver predisposto il decreto che avvia il procedimento di revoca delle autorizzazioni ai lavori. Ma in attesa di poter conoscere l’esatto contenuto degli atti, noi continuiamo a presidiare la base di morte e ai impedire che i lavori, illegittimi, possano comunque continuare. I segnali che giungono dal governo di Roma, l’anomalo attivismo dei diplomatici statunitensi in Italia sono allarmanti. Siamo convinti che si tenterà in tutti i modi di imporre il completamento dei lavori, con o senza la sospensione o la revoca delle autorizzazioni da parte della Regione. Le nostre proteste continueranno sino a quando non verrà definitivamente chiusa la partita, il governo revocherà il permesso di utilizzare il territorio italiano per installare un sistema di aggressione bellica ad uso esclusivo USA e si avvierà lo smantellamento delle 46 antenne già esistenti, responsabili di un pericolosissimo inquinamento elettromagnetico nella città di Niscemi”. 
 
Per “chiudere la partita” con il MUOS e le altre basi, centri di telecomunicazioni, depositi di munizioni, campi di addestramento USA e NATO di cui è disseminato il territorio italiano la direzione del paese deve essere presa in mano da un governo di emergenza composto da persone di fiducia delle organizzazioni operaie e popolari (comitati NO MUOS e NO TAV, RSU e altre organizzazioni operaie, comitati di lavoratori, disoccupati e precari, pensionati, studenti, gruppi di cittadinanza attiva, reti di ambientalisti, progressisti, antifascisti, di mutuo aiuto, ecc.) e decise ad attuare i provvedimenti che zona per zona esse indicano, anche se vanno contro gli interessi e le regole dei poteri forti italiani e internazionali.
 

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