La Regione Sicilia ha deciso di revocare le
autorizzazioni alla costruzione dell’impianto radar della Marina militare USA a
Niscemi
NO MUOS, UNA PRIMA IMPORTANTE
VITTORIA
E’ una vittoria che dà fiducia e
rafforza tutti coloro che da un capo all’altro del paese lottano per difendere
il territorio, la salute pubblica, la pace e i diritti democratici contro un
pugno di guerrafondai, di speculatori e di affaristi.
Il segnale che arriva dal movimento
popolare contro il MUOS e dall’azione del M5S all’Assemblea regionale siciliana
mostra concretamente cosa devono fare candidati ed eletti nel Parlamento e nelle
assemblee elettive locali per svolgere un ruolo positivo: non fermarsi alla
denuncia e all’indignazione, ma agire per conto e sotto il controllo delle masse
popolari organizzate che sono le uniche e vere artefici della costruzione della
nuova governabilità e della democrazia partecipativa. Nello stesso tempo
l’azione dei grillini all’ARS costituisce una conferma che, come ha indicato il
(n)PCI, “il M5S è la lista che più delle altre liste di oppositori dichiarati
della politica di macelleria sociale ha la possibilità di portare oppositori nel
Parlamento della Repubblica Pontificia e di disturbare la copertura parlamentare
del suo futuro governo”.
E’ una vittoria che conferma molti
degli insegnamenti del movimento NO TAV…
1. Alla base della decisione della
Regione Sicilia ci sono i comitati NO MUOS che sono sorti a Niscemi e nel resto
della Sicilia e il coordinamento che hanno costruito intorno all’obiettivo
comune con altre associazioni, partiti, singoli. Organizzarsi è il primo,
necessario e fondamentale passo per trasformare l’indignazione, la rabbia e lo
scontento in una forza in grado di cambiare il corso delle cose, per tradurre
gli interessi e le aspirazioni delle masse popolari in azione, per far valere la
forza del nostro numero, per dare gambe ai sentimenti, ai valori e alle
aspirazioni migliori, più avanzati delle masse popolari.
2. I comitati NO MUOS non si sono
fermati di fronte al fatto che la costruzione del MUOS era una decisione già
presa, in questo caso per di più da tempo e in alto loco (governi Berlusconi e
Monti, vertici militari USA, ex presidente della Regione Lombardo). Contro le misure di miseria, devastazione e morte delle
autorità borghesi è possibile e necessario lottare prima per impedire che vengano decise e, se vengono
comunque decise, lottare dopo per impedirne e boicottarne l’attuazione. E’ il
contrario della “opposizione di opinione” della sinistra borghese per cui si
fanno proteste contro, commissioni e sottocommissioni, ma quando le cose vengono
decise dalle autorità bisogna rassegnarsi, non c’è più niente da fare, la
partita è chiusa.
3. Raccolta firme, appelli
pubblici, campagne di informazione e denuncia, ricorsi in Tribunale si sono
combinate con manifestazioni, presidi, blocchi stradali e altre forme di lotta,
applicando praticamente il criterio che “è legittimo quello che è conforme agli
interessi delle masse popolari, anche se è vietato dalle leggi”. E’ il bilancio
rigoroso, scientifico e pratico della violazione (l’ultima in ordine di tempo!)
dell’esito del referendum sull’acqua da parte del governo Monti e prima di lui
di quello Berlusconi. O delle sentenze dei Tribunali a favore della FIOM
spudoratamente ignorate e inapplicate da Marchionne negli stabilimenti FIAT, a
partire da Melfi e Pomigliano.
4. Gli interessi e le aspirazioni
delle masse popolari vengono prima delle leggi, delle norme e delle decisioni di
un pugno di guerrafondai, di speculatori e di servi degli imperialisti USA e che
per di più sono leggi, norme e decisioni che aggirano o calpestano apertamente
lo spirito e la lettera della Costituzione ancora in vigore. Che lo facciano
pacificamente o meno, sono gli attivisti NO MUOS, NO Dal Molin e quanti lottano
contro le basi USA in Italia, la corsa agli armamenti, la partecipazione del
nostro paese alle guerre di aggressione (spacciate per guerre umanitarie, guerre
contro i dittatori e per la libertà, guerre per la “pace” e per “esportare la
democrazia”) gli unici e veri garanti della Costituzione che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali” (art. 11)!
5. Il movimento NO MUOS ha combinato
la mobilitazione popolare con quella dei sinceri democratici, degli
amministratori locali, dei tecnici e sfruttato le contraddizioni esistenti in
campo nemico (lotta su “due gambe”).
Ha messo a contribuzione tecnici ed
esperti separando “il grano dall’oglio”, cioè sbugiardando gente come Patrizia
Livreri, docente di ingegneria dell’Università di Palermo ed esperta di onde
elettromagnetica, che nel 2011 avevano dato parere positivo al MUOS dal punto di
vista ambientale e della salute: era stata ingaggiata (e pagata) dalla società
URS di Milano controllata dalla URS Corporation
con quartiere generale a San Francisco-California!
Ha messo alla prova la pattuglia
grillina eletta all’Assemblea regionale siciliana (ARS) che ha risposto
positivamente: per tre giorni hanno fatto mancare il numero legale impedendo
l’approvazione del documento di programmazione economico e finanziaria della
Regione (“qui si ferma tutto se non si mette la parola fine al Muos”). E’ stata
la spinta finale alla decisione di revoca delle autorizzazioni, con buona pace
delle rimostranze di Crocetta: “i grillini se pensano di mettere il governo in
difficoltà sono fuori strada, non siamo sotto scopa. Fare mancare il numero
legale all’ARS sul Dpef è una prova di grande immaturità. Che vuol dire che
aspettano la revoca del Muos prima di votare il Dpef? Non siamo alle elementari
o all’asilo. Potevamo non portarlo in aula, ma l’abbiamo fatto per una questione
di trasparenza, possiamo anche ritirarlo: ma un documento va approvato o
respinto”.
Ha messo la Regione contro il governo
centrale, che per bocca della ministra Cancellieri aveva dichiarato il MUOS “un
sito di importanza strategica per la difesa della nazione e dei nostri alleati”
e qualche giorno dopo aveva scagliato le forze dell’ordine contro cittadini e
manifestanti che presidiavano le vie di accesso per impedire il passaggio dei
convogli con i mezzi per il montaggio delle antenne.
… e fa intravvedere la strada da
percorrere per farla
finita con la subordinazione del governo italiano agli imperialisti USA e con il
vortice di miseria, devastazione ambientale e guerra con cui gli “italiani che
contano” (i vertici della Repubblica Pontificia) e la comunità internazionale
dei grandi capitalisti, dei banchieri e dei guerrafondai cercano di tenere in
vita il loro sistema di relazioni economiche, politiche e sociali e il loro
“ordine mondiale” nonostante la crisi generale del capitalismo.
Giustamente Elvira Cusa, esponente
del Comitato No MUOS di Niscemi, dice “prendiamo atto delle dichiarazioni del
Presidente della Regione Rosario Crocetta che assicura di aver predisposto il
decreto che avvia il procedimento di revoca delle autorizzazioni ai lavori. Ma
in attesa di poter conoscere l’esatto contenuto degli atti, noi continuiamo a
presidiare la base di morte e ai impedire che i lavori, illegittimi, possano
comunque continuare. I segnali che giungono dal governo di Roma, l’anomalo
attivismo dei diplomatici statunitensi in Italia sono allarmanti. Siamo convinti
che si tenterà in tutti i modi di imporre il completamento dei lavori, con o
senza la sospensione o la revoca delle autorizzazioni da parte della Regione. Le
nostre proteste continueranno sino a quando non verrà definitivamente chiusa la
partita, il governo revocherà il permesso di utilizzare il territorio italiano
per installare un sistema di aggressione bellica ad uso esclusivo USA e si
avvierà lo smantellamento delle 46 antenne già esistenti, responsabili di un
pericolosissimo inquinamento elettromagnetico nella città di Niscemi”.
Per “chiudere la partita” con il MUOS
e le altre basi, centri di telecomunicazioni, depositi di munizioni, campi di
addestramento USA e NATO di cui è disseminato
il territorio italiano la direzione del paese deve essere presa in mano da
un governo di emergenza composto da persone di fiducia delle organizzazioni
operaie e popolari (comitati NO MUOS e NO TAV, RSU e altre organizzazioni
operaie, comitati di lavoratori, disoccupati e precari, pensionati, studenti,
gruppi di cittadinanza attiva, reti di ambientalisti, progressisti,
antifascisti, di mutuo aiuto, ecc.) e decise ad attuare i provvedimenti che zona
per zona esse indicano, anche se vanno contro gli interessi e le regole dei
poteri forti italiani e internazionali.
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