mercoledì 18 dicembre 2013

In difesa del prode e perseguitato assessore

Luciano Granieri

Il giorno mercoledì 18 dicembre avrebbe dovuto segnare la “Caporetto” della giunta comunale di centro destra di Frosinone guidata dal sindaco Ottaviani. Dopo l’arresto del vicesindaco, nonché assessore all’ambiente Fulvio De Santis, accusato di corruzione per avere favorito, dietro elargizione di tangenti, la società Sangalli, nell’aggiudicazione dell’appalto relativo alla   gestione dei rifiuti,  il sindaco aveva deciso di riunire il consiglio per comunicare le dimissioni di De Santis, e il blocco delle procedure di conferimento dell’appalto alla Sangalli. Su pressione della cittadinanza, una desistente opposizione era riuscita a pretendere che la semplice comunicazione si trasformasse in dibattito. Questo scatto di orgoglio faceva presumere che i consiglieri di centro sinistra presentassero una mozione di sfiducia all’attuale giunta. Fiducioso mi sono recato ad assistere al consiglio. L’ingresso all’aula era interdetto da una moltitudine di cittadini e dalla stampa. Dopo aver atteso che qualcuno lasciasse il posto, sono riuscito ad entrare proprio mentre il consigliere di maggioranza Crescenzi stava concludendo la sua arringa  difensiva nei confronti dell’amico e collega De Santis.  Di solito gli interventi del consigliere Crescenzi  sono assordanti di silenzio. Cioè non interviene mai.  Proprio quando le circostanze avrebbero consigliato di tacere il ras di Collecottorino esimio consigliere Crescenzi  ha sproloquiato a vanvera.  Si è scagliato contro il  linciaggio morale che si stava scatenando contro il povero De Santis colpito dalla sciagura di un’indagine per corruzione,  quasi che la tangente fosse una malattia che colpisce a tradimento.  La galera si sà  è sempre conseguenza dell’accanimento di un destini cinico e baro. Quindi dopo cotanta ingiustizia, non solo si doveva solidarietà ad un uomo retto cui una magistratura forcaiola stava distruggendo la dignità di persona umana,  infangandola con accuse false e infamanti, ma ci si doveva ribellare all’accanimento mediatico.  Una difesa esagerata che ha indispettito non poco i cittadini presenti, i quali hanno urato i peggiori epiteti. Fra questi molti lavoratori della  ex Multiservizi, loro si, violati nella dignità di persona umana per essere stati messi sul marciapiedi dalla giunta dell’assessore carcerato.  

Un intervento del genere, anche se eccessivo,  era prevedibile dai banchi della maggioranza. Sorprendente, ma non troppo l’atteggiamento dell’opposizione di centro sinistra.  Logica dialettica avrebbe voluto che senza por tempo in mezzo con logorroici interventi  i consiglieri contrari al sindaco avessero chiesto con forza le dimissioni, invece la melina  messa in atto dai banchi dell’opposizione è stata sconcertante. L’ex sindaco Marzi, oggi consigliere di opposizione, dopo un arringa tecnica su come avrebbe dovuto essere impostato  il procedimento di indizione della gara d’appalto, dopo avere  espresso  solidarietà personale, ma non politica a De Santis,  dopo aver tributato stima al sindaco e giurato sulla sua specchiata moralità, dopo aver rivendicato la sua formazione comunista, una rivendicazione per il quale, il padre di Marzi, comunista vero si sarà rivoltato nella tomba,  finalmente ha formulato la sua proposta: dimissioni? Macchè. Una semplice sollecitazione al sindaco affinchè nominasse un avvocato che rappresentasse il comune come parte civile nel processo contro De Santis. Dopo l’intervento di Marzi, è stata la volta del consigliere Galassi. Questi ha voluto sottolineare che forse  pretendere la solidarietà a De Santis era un tantino azzardato, ma la sua era solo una opinione personale. Del resto da un’opposizione responsabile  sono stati molteplici gli apprezzamenti per l’operato del sindaco in materia di promozione culturale e di altri provvedimenti. Ma  un occhio sui mancati controlli in merito all’appalto in questione, proprio non si     poteva   chiudere. Tradotto dal politichese: “se non ci fossero quei rompicoglioni di elettori anche questa volta l’opposizione si sarebbe adoperata per salvare il sindaco”.  Sulla richiesta di dimissioni neanche mezza parola.  

Dopo l’insulso intervento di   è la Galassi arrivava il turno  di Francesco Raffa, ex assessore all’ambiente della precedente giunta di centro sinistra a guida Marini. Si cominciava  con la constatazione che la città è ancora  vittima   dell’inquinamento (ne più e ne meno di quando sedeva lo stesso Raffa sulla poltrona di assessore all’ambiente)  che le strade periferiche sono lerce e che della città dei sogni ventilata dal sindaco ancora non c’è traccia. Giuste riflessione ma si dovrebbe venire al nocciolo della questione dimissioni. Il consigliere Raffa, con i suoi tempi, probabilmente non ci avrebbe deluso.  Finalmente l’ex assessore sembrava arrivare al punto. Ricordava come fosse noto che in molte altre amministrazioni dove la Sangalli aveva  ottenuto l’appalto,  l’agenzia incaricata dal comune di redigere il capitolato fosse sempre la stessa , quella che ha collaborato anche con la giunta di Frosinone. Era anche noto che  questa società era molto contigua con la Sangalli. Raffa ne concludeva che tanti e tali anomalie, magari assurti all’onore delle cronache solo per un interessamento dei media, avrebbero dovuto sollecitare ulteriori controlli, che la giunta non ha effettuato. Inoltre il consigliere Raffa sottolineava come fosse fuori luogo  esaltare De Santis per avere immediatamente presentato le dimissioni. Un assessore arrestato per tangenti, pur se le responsabilità sono in fase di accertamento, ha il dovere di dimettersi, dunque non vi era nulla di eccezionale nel  comportamento di   De Santis. All’applauso fragoroso che  sottolineava  questa parte dell’intervento da parte dei cittadini presenti, è saltato su il consigliere di maggioranza dott. Mansueto. Uno che sta sempre dalla parte della maggioranza sia quando   è di centro sinistra,   sia    quando è di segno opposto.  Il prestante consigliere dal fisico brunetteggiante  si  scagliava  contro la folla ammonendo che non è da persone civili, prendersela con un poveraccio che ha avuto la disgrazia di  essere arrestato per tangenti.  La sua azione  rancorosa è continuata per qualche minuto determinando l’insolito episodio per cui erano i consiglieri a molestare il pubblico e non viceversa come comunemente accade. 

Comunque calmata la gazzarra, finalmente il consigliere Raffa riusciva a concludere il suo intervento pronunciando quelle parole che tutta la cittadinanza, quella presente e quella che non c’era avrebbe voluto sentire. “Dimissioni della giunta Ottaviani”. Purtroppo per il sottoscritto il tempo era passato inesorabile. Ho dovuto lasciare l’aula a lavori ancora in corso. Non so se la richiesta di dimissioni è stata poi formalizzata, lo leggeremo sui giornali. Resta un punto fermo. La manifesta inconsistenza dell’opposizione che a questo punto deve essere esercitata direttamente dai cittadini. 

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