mercoledì 25 dicembre 2013

Salva Roma o salva banche?

Luciano Granieri

Il governo ha rinunciato a convertire in legge il ddl enti  locali, meglio noto come decreto salva Roma.  I termini per la conversione   sarebbero scaduti il 30 dicembre.   Il ddl salva Roma come al solito era diventata un enorme cloaca riempite dalle peggiori nefandezze e regalie ai clientes delle varie lobby partitiche.  Dalla norma sulla impossibilità di recedere  dagli affitti d’oro pagati dalla pubblica amministrazione a noti palazzinari romani, all’abrogazione  della norma che prevede l’incompatibilità fra la  carica  di sindaco di città con un numero di abitanti compreso   fa i 5.000 e i 20.000 e il mandato  parlamentare, a condoni vari e ad altre porcherie similari. Alla notizia della rinuncia del governo a convertire il DDL Salva-Roma  grillini e lega hanno brindato insieme a Forza Italia, felici perché  tutto il casino messo in scena nelle aule,  e la relativa tracimazione sui media, ha costretto il governo a questa decisione. In effetti il clamore scaturito  dalle  proteste è stato imponente e molto opportuno. 

Infatti mentre ci si accapigliava sul Salva-Roma, un provvedimento che   sarebbe costato agli italiani non più di 350 milioni, in senato passava , senza fare tanto rumore,  il documento di stabilità. Zitti zitti, i senatori hanno approntato un bel regalo di natale per gli amici    banchieri. Altro che 350 milioni!  Questo cadeau alle banche  costerà ai contribuenti svariati miliardi di euro. 

In primo luogo agli istituti bancari è consentito dedurre più velocemente le eventuali sofferenze.  Si calcolano vantaggi fiscali, a seguito di questa norma, pari a venti miliardi  da qui al 2022.  A seguire si sono inseriti  altri  600 milioni di sconti fiscali, più un ulteriore regalo di  350 milioni di maggiori dividendi l’anno dovuti alla rivalutazione delle quote di Bankitalia giacenti nelle pance dei vari istituti.  Per finire in  bellezza si è approvata  la costituzione di un fondo di garanzia,  finanziato sempre con i soldi dei contribuenti,  dal quale le banche potranno attingere per coprire eventuali  perdite provocate dalla gestioni di derivati tossici.   A margine di questo provvedimento si aggiunge la garanzia della Cassa depositi e prestiti su   finanziamenti che le banche accorderanno alla piccola  e media  impresa. Ovvero le eventuali insolvenze che le banche dovessero subire  a seguito di tali prestiti, verranno coperti dalla Cassa depositi e prestiti, cioè dai soldi dei contribuenti e  dei piccoli risparmiatori che si sono affidati alle poste.  

Si sono accapigliati su 350 milioni, ma nessuno ha fiatato sui miliardi regalati alle banche.  La radiografia del disastro sta tutta qui. Il governo del  fare, fa , eccome se fa.  L’immobilismo sulla legge elettorale, le questioni  sulle riforme istituzionali ferme al palo,   è tutta fuffa buona a nascondere ciò che il governo del fare realmente fa.  Cioè destinare ulteriori denari a coloro i quali  hanno provocato la crisi dal quale si vorrebbe uscire.  Sarebbe quindi utile scendere in piazza  per denunciare il rinnovarsi delle regalie governative  e parlamentari  ai soliti signori del capitalismo finanziario, veri e unici responsabile del disfacimento economico e sociale della collettività. Questo è il tema cari signori della sinistra ex radicale per riprendersi le piazze. La corruzione, i costi della politica, la casta, sono cosucce, è miseria,  è roba per i forconi,  per i populismi più o meno parlamentari.  Il furto  devastante è quello che  toglie denari ai lavoratori, all’economia reale e li trasferisce nelle tasche di banche e speculatori finanziari. Scendiamo in piazza per questo dannazione !!!

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