Il
governo ha rinunciato a convertire in legge il ddl enti locali, meglio noto come decreto salva
Roma. I termini per la conversione sarebbero
scaduti il 30 dicembre. Il ddl salva Roma come al solito era diventata
un enorme cloaca riempite dalle peggiori nefandezze e regalie ai clientes delle
varie lobby partitiche. Dalla norma sulla
impossibilità di recedere dagli affitti
d’oro pagati dalla pubblica amministrazione a noti palazzinari romani, all’abrogazione della norma che prevede l’incompatibilità fra
la carica di sindaco di città con un numero di abitanti
compreso fa i 5.000 e i 20.000 e il
mandato parlamentare, a condoni vari e ad
altre porcherie similari. Alla notizia della rinuncia del governo a convertire
il DDL Salva-Roma grillini e lega hanno
brindato insieme a Forza Italia, felici perché tutto il casino messo in scena nelle aule, e la relativa tracimazione sui media, ha
costretto il governo a questa decisione. In effetti il clamore scaturito dalle proteste è stato imponente e molto opportuno.
Infatti mentre ci si accapigliava sul Salva-Roma, un provvedimento che sarebbe
costato agli italiani non più di 350 milioni, in senato passava , senza fare tanto
rumore, il documento di stabilità. Zitti
zitti, i senatori hanno approntato un bel regalo di natale per gli amici banchieri. Altro che 350 milioni! Questo cadeau alle banche costerà ai contribuenti svariati miliardi di
euro.
In primo luogo agli istituti
bancari è consentito dedurre più velocemente le eventuali sofferenze. Si calcolano vantaggi fiscali, a seguito di
questa norma, pari a venti miliardi da
qui al 2022. A seguire si sono inseriti altri
600 milioni di sconti fiscali, più un ulteriore regalo di 350 milioni di maggiori dividendi l’anno
dovuti alla rivalutazione delle quote di Bankitalia giacenti nelle pance dei
vari istituti. Per finire in bellezza si è approvata la costituzione di un fondo di garanzia, finanziato sempre con i soldi dei
contribuenti, dal quale le banche potranno
attingere per coprire eventuali perdite
provocate dalla gestioni di derivati tossici. A
margine di questo provvedimento si aggiunge la garanzia della Cassa depositi e
prestiti su finanziamenti che le banche accorderanno alla piccola
e media
impresa. Ovvero le eventuali insolvenze che le banche dovessero
subire a seguito di tali prestiti,
verranno coperti dalla Cassa depositi e prestiti, cioè dai soldi dei
contribuenti e dei piccoli risparmiatori
che si sono affidati alle poste.
Si sono
accapigliati su 350 milioni, ma nessuno ha fiatato sui miliardi regalati alle
banche. La radiografia del disastro sta
tutta qui. Il governo del fare, fa ,
eccome se fa. L’immobilismo sulla legge
elettorale, le questioni sulle riforme
istituzionali ferme al palo, è tutta fuffa buona a nascondere ciò che il
governo del fare realmente fa. Cioè
destinare ulteriori denari a coloro i quali
hanno provocato la crisi dal quale si vorrebbe uscire. Sarebbe quindi utile scendere in piazza per denunciare il rinnovarsi delle regalie governative
e parlamentari ai soliti signori del capitalismo
finanziario, veri e unici responsabile del disfacimento economico e sociale
della collettività. Questo è il tema cari signori della sinistra ex radicale
per riprendersi le piazze. La corruzione, i costi della politica, la casta, sono
cosucce, è miseria, è roba per i
forconi, per i populismi più o meno
parlamentari. Il furto devastante è quello che toglie denari ai lavoratori, all’economia
reale e li trasferisce nelle tasche di banche e speculatori finanziari.
Scendiamo in piazza per questo dannazione !!!
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