mercoledì 15 gennaio 2014

Confidenze da Tuwani, a sud della collina di Hebron


Tuwani(R)esiste
























Finalmente hai potuto vedere, finalmente hai potuto toccare con mano, sentire sulla tua pelle cosa si prova, trovarsi in questo silenzio, sopra questa terra stanca e sotto il cielo pastello tuonante. Forse ora ti senti anche te parte di questa vita in bilico, certo, con il tempo è facile qui, altro che muri, quelli li vogliono solo loro. Aspettavo questo momento, lo aspettavo da prima che arrivassi, da prima e prima ancora, mi ascolti? Abbiamo mangiato lo stesso sale, è vero la tua lingua si contorce ancora, gli occhi ti si strizzano, ma piano piano passerà vedrai, la tua faccia si stenderà, niente più smorfie o sbuffi, tutto passerà, tutto sarà normale. E’ così da sempre, da quando sono nato, quindi cosa vuoi da me? No, non chiedermi cosa starei facendo a quest’ora se blablabla, solo te hai tempo per pensare a queste cose! Ma torniamo a noi, ti dicevo, mi fa piacere che ci sia anche tu. Voglio chiederti una cosa, sì insomma, riguardo a prima, pensi che sia veramente normale? Io vivo con la paura, tutte le mie emozioni sono sfasate dal costante pericolo, poi ci sono anche le botte… ma quelle il più delle volte passano, la paura invece resta.

Lo sai, queste cose te le sto dicendo perché siamo amici, ma vedi, anche adesso, quest’ingiustizia che ti sto raccontando io la racconto come la mia giornata, con gli occhi fermi e lo spirito fiammante. Avrai capito come viviamo qui, il peso che abbiamo sulle nostre spalle noi lo portiamo fieri, dritti con la schiena, e quando questo ci piega noi rialziamo la testa, guardiamo fisso l’orizzonte e cantiamo una canzone che troviamo sempre in fondo al nostro cuore. Loro, quelli che ci fanno la guerra, non l’hanno ancora capito, ma noi siamo già vincenti. Come dici? Ahah forse sì dovrebbero rilassarsi e bere del tè in compagnia. Lo sai perché ti sto facendo questo discorso? E’ per avvicinarmi a te e farti riflettere. Il mio presente è fatto di limiti, quelli veri, li hai visti anche te i muri che abbiamo davanti, ma nonostante tutto, io ho deciso di combatterli. Credo nelle mie radici e non nei confini imposti e, soprattutto, non voglio arrendermi dando per scontata questa violenza, detto in poche parole, resisto. Ma arriviamo al punto.
Dimmi, dopo che hai mangiato con i nostri figli, sei stato curato dalle nostre madri e benedetto dai nostri padri, dopo che hai respirato tutta questa polvere e hai visto il nostro sangue sulle pietre, che cosa pensi di te stesso? Non voglio una risposta subito, riflettici sopra e in tranquillità mi dirai la prossima volta, ma tieni a mente questa cosa, la tua più grande ingiustizia sarà quella di essere infelice.

Daoud
Fotoclip di Luciano Granieri

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