domenica 5 gennaio 2014

Noa con i No Muos? No, grazie!

Comitato di base NoMuos/NoSigonella – Catania

Il comitato NoMuos di Catania esprime la propria disapprovazione dinanzi al gesto della cantante Achinoam Nini – meglio nota come Noa –, ritratta in una fotografia mentre sventola orgogliosa la bandiera simbolo della nostra lotta. Non abbiamo bisogno di questi sponsor che da un lato predicano la pace, mentre dall'altro, nei fatti, spingono verso soluzioni militariste dei conflitti geopolitici.
Il No MUOS è un simbolo di lotta concreta per la solidarietà tra i popoli, intrinsecamente antimilitarista, che non fa sconti a nessuno e non accetta compromessi di alcun genere quando si parla di guerra. Noi siamo contro l'uso delle armi in qualsiasi contesto e in qualsiasi situazione.
Come attivisti No MUOS ci sentiamo profondamente offesi e indignati da questo gesto, non accettiamo assolutamente di essere associati ad una figura la cui biografia ha delle notevoli zone d'ombra.
Per prima cosa, la nostra “messaggera di pace” ha prestato servizio obbligatorio nell'esercito israeliano. Avrebbe potuto benissimo schierarsi con quei giovani israeliani (Refusenik) che rifiutano di svolgere interventi nei Territori Occupati, condannandosi al carcere e allo stigma sociale, ma evidentemente all'epoca non aveva ancora maturato la sua scelta pacifista.
Sarà forse per questo che, ravvedutasi sulla via di Damasco, durante la famosa operazione “Piombo fuso” a Gaza del 2009, scrisse una lettera aperta alla popolazione palestinese, in cui non mancò di definire Hamas come un cancro da estirpare con ogni mezzo, in quanto vessillo del fanatismo e dell'integralismo, giustificando così l'intervento israeliano doloroso ma necessario.
Questa “operazione chirurgica” di guerra – come amano definirla le sanguisughe dei Mass media – costò la vita (secondo stime ufficiali) a 1500 palestinesi, di cui500 tra donne e bambini.
Il MUOS è uno strumento di guerra dell'esercito USA, il cui scopo sarà quello di essere impiegato nello scenario mediorientale, al servizio anche di Israele, che giorno dopo giorno allarga la sua sfera di influenza sugli scarsi territori palestinesi, attraverso “chirurgiche” operazioni, rinchiudendo due milioni di esseri umani nella prigione a cielo aperto di Gaza.
Cui prodest Noa?
Noi crediamo che Noa sia a conoscenza di tutto questo, che sappia a cosa serva il MUOS, che conosca benissimo l'utilizzo che sarà fatto di questo impianto: guidare i Droni che bombarderanno anche i territori palestinesi.
Nell'ambito di una solidarietà fasulla, Noa è la testimonial delle peggiori nefandezze compiute all'insegna dei diritti umani. Una “funzionaria intellettuale” dell'egemonia israeliana – facendole dei complimenti – il cui compito precipuo è quello di imbellettare e confezionare, per noi occidentali, una versione sterilizzata della verità sulla questione palestinese, che vede questi ultimi vittime del fanatismo religioso di Hamas, prigionieri di un'organizzazione intransigente verso Israele. Come se Hamas impedisse, ai Gazawi, di venire incontro alla mano amica del governo israeliano. Quella mano tesa che non aspetta altro, di modo che possa compiere con maggiore efficienza il genocidio che sta perpetrando da oltre mezzo secolo su una popolazione sempre più ridotta alla miseria e alla disperazione.
Gli attivisti No MUOS, ribadendo la propria solidarietà internazionalista con la resistenza del popolo palestinese, denunciano questo tentativo di strumentalizzazione, soprattutto in occasione dell'apertura di un centro di accoglienza per rifugiati: un paradosso stridente e difficilmente sopportabile. 

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