giovedì 29 luglio 2010
Il costo della vita è basso abbiate fiducia! (titolo del redattore) – Angelo Tasca da”Lo Stato Operaio” aprile 1927
Il governo italiano tende a rendere sempre più problematico il controllo delle varie manifestazioni della vita economica. Dal novembre 1926 sono scomparsi dai supplementi mensili della Gazzetta Ufficiale tutti gli “indici” economici che accompagnavano , a partire dal 1925, i rendiconto del Tesoro. I dati statistici vengono ancora comunicati al pubblico, ma attraverso le varie agenzie ufficiose, con una conveniente “presentazione” e in modo affatto frammentario, oppure sono raccolti in pubblicazioni di più ristretta circolazione. Mussolini ha poi avuto un’altra geniale trovata contro il sovversivismo delle cifre. Siccome i numeri indici pubblicati dagli uffici del lavoro di alcuni maggiori Comuni denunciavano il persitstente alto costo della vita, e ciò imbarazzava la campagna in corso per la riduzione dei salari, un decreto , 3 marzo c.a., affidava all’Ufficio Centrale di Statistica la formazione di una nuova serie – più addomesticata- di numeri indici. I Comuni continueranno a raccogliere i dati , ma secondo le istruzione dell’Ufficio ministeriale , il quale determinerà pure la “qualità” e la quantità delle derrate e delle merci da prendere in esame. Il decreto legge fa divieto alle altre amministrazioni pubbliche , agli enti Parastatali, alle organizzazioni sindacali di intraprendere e proseguire il calcolo degli indici del costo della vita, e stabilisce pure che la serie di numeri indici che attualmente si compilavano da parte di alcuni Comuni, vanno tutte abbandonate dopo cinque mesi da che si sarà iniziata la pubblicazione dei nuovi indici. E’ evidente che al carattere obbiettivo, scientifico degli accertamenti del costo della vita si vuole sostituire un criterio politico. L’Ufficio Centrale di Statistica sarà uno strumento di politica antiproletaria , e le cifre si piegheranno a tutte le esigenze di manovre capitaistiche.
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