martedì 13 luglio 2010

Le Magie del Miles Davis Quintet - di Luciano Granieri

Prosegue l’appuntamento mensile del concerto a cui avrei voluto assistere. Trasmettiamo il secondo contributo del setr tenutosi nel 1969 al teatro Sistina di Roma  del Miles Davis Quintet. Come già detto nella presentazione del primo video , la combo davisiana, composta oltre che dallo stesso Miles alla tromba, da Waybe Shorter al sax soprano e tenore , da Jack De Johnnette  alla batteria, da Chic Corea al piano elettrico, da Dave Holland al contrabbasso, era nel pieno dell’ennesima rivoluzione creativa messa in atto da Miles; il jazz rock d’avanguardia. Un linguagio che inglobando strutture armonico-ritmiche proprie del rock, stavolge i ruoli dei vari strumenti . Il brano che segue “I fall in love to easly” ne è un chiaro esempio. Stavolta si intuisce l’esposizione del tema eseguita Davis  a cui si unisce Shorter con il soprano. Le atmosfere sono quelle degli album risaenti agli anni 65’-66’ ci viene in mente ESP, ad esempio. L’esposizione tematica prosegue per diverse batuttite impreziosita dagli arpeggi di Corea. Sembra che la fase improvvisativa non inizi mai, in realtà proseguendo nell’ascolto si realizza   che Shorter e Davis  si sono progressivamenta allontanati dalla melodia originaria e stanno improvvisando coralmente . Suonano riuscendo a stimolare reciprocamente la loro creatività. Il tutto sfocia in un giro armonico che fa sa base ad un incredibile sortita della batteria di Jack De Johnette. Ecco in questa fase si ottiene il completo ribaltamento dei ruoli. Sax, tromba e piano che solitamente improvvisano sorretti dal teppeto ritmico della batteria, ora fungono da sibstrato armonico su cui è la batteria a fungere da protagonista assoluta.
Buon Ascolto


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