lunedì 26 luglio 2010

Si alla revisione del Distretto Rurale Agroenergetico - dalla Rete per la Tutela della Valle del Sacco

Le dichiarazioni dell’Assessore all’Ambiente e Vicepresidente della Provincia di Frosinone Fabio De Angelis circa il Piano del Distretto rurale e agroenergetico della “Valle dei Latini” elaborato dall’Arsial costituiscono a nostro avviso la prima corretta, razionale e limpida posizione sul tema espressa ad ogni livello istituzionale. Riteniamo anche noi potenzialmente molto pericoloso il progetto di produrre energia dai pioppi e biocarburanti dai girasoli: invece di sostenere e implementare le tradizionali attività agro-zootecniche, rischierebbe di rimpiazzarle con filiere produttive inadatte alla vocazione territoriale, penalizzando dunque il settore primario, da sempre “guardiano” della situazione ambientale. Aggiungiamo che ogni tipo di incenerimento non si coniuga facilmente con il risanamento ambientale. Più specificamente, nel caso dell’incenerimento di biomasse già organoclorurate, che possono aver immagazzinato ulteriore cloro dal beta-HCH, non è escluso l’incremento delle emissioni di PCB, diossine e furani in fase di combustione.
Manca invece in quanto comparso sulla stampa un cenno a una posizione che peraltro ci risulta condivisa dall’Assessore provinciale all’Ambiente: la positività di un altro progetto parte del “contenitore” del Piano di Distretto, ovvero la produzione di biogas mediante digestione anaerobica dal letame bovino, capace di coniugare una significativa produzione energetica al mantenimento della popolazione del bestiame esistente, con minimo impatto ambientale. Ricordiamo che il bilancio del biogas è decisamente più favorevole di quello della combustione di biomasse, sia in termini energetici che ambientali, come riportato da ultimo nel Rapporto Ispra 105/2010.
Concordiamo inoltre sull’opportunità di riperimetrare la “fascia rossa” cum grano salis e di estendere verso il sud del Frusinate il novero dei Comuni inclusi nella zona emergenziale.   
Interessantissimo inoltre il riconoscimento che per accelerare la naturale e lentissima degradazione del beta-HCH presente nei sedimenti del fiume Sacco, invece che piantumare pioppi è possibile promuovere opportuni interventi agronomici e sfruttare la naturale capacità dei microrganismi del suolo (batteri), come del resto fu segnalato nel corso dell’ultima legislatura regionale da studiosi della Facoltà di Agraria dell’Un. della Tuscia. Sarebbe dunque opportuno avviare una sperimentazione ad hoc di medio termine, volta a verificare l’applicabilità su larga scala di tali tecniche di biorisanamento.

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