Serve un'alleanza politica e sociale contro Berlusconi e la Fiat
Quello di Marchionne fatto oggi al Meeting di Rimini è il più classico degli interventi padronali. Agli operai viene chiesto di adattarsi alla logica d'impresa, ai suoi tempi, ai suoi ritmi e ai suoi interessi, cioè al duro sistema capitalista. Chi protesta o dice di no viene bollato come conservatore se non accusato di sabotaggio. Un intervento quindi che si ammanta di modernità e progresso ma che ripropone una logica di altri tempi a cui giustamente la Fiom si oppone e che vede alcuni lavoratori, a cui va la nostra piena solidarietà, subire le rappresaglie dell'azienda. Un'azienda che mentre parla di etica e di merito non ha remore a chiedere l'aiuto dello Stato per la Cassa integrazione o gli incentivi pubblici in Serbia, Brasile e negli stessi Stati Uniti. Insomma, un'ipocrisia a cui il padronato italiano ci ha abituato da sempre e a cui non intendiamo rassegnarci.
Di tutto questo, però, nel dibattito politico non c'è traccia, tiene solo banco Berlusconi e l'alleanza per batterlo. Ancora oggi il segretario del Pd, Bersani, ripropone una Grande alleanza che dovrebbe andare da Rifondazione all'Udc. Un film visto e rivisto per nulla all'altezza dei bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici.
A noi sembra invece che servirebbe lavorare a un'alleanza di forze, politiche e sociali, che pensano l'esatto opposto di quanto propone Marchionne, che pensano che bisogna ridurre i profitti e aumentare i salari, estendere i diritti, rilanciare la scuola pubblica, difendere le pensioni e lo stato sociale, costruire una prospettiva ecologista per il futuro, affrontare la crisi andando a prendere le risorse là dove ci sono anche rendendo pubblici alcuni gangli dell'economia.
Un'alleanza alternativa a Berlusconi, a Marchionne e alla Confindustria. La sinistra italiana può rinascere se affronta questa sfida.
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