La ministra Gelmini ha ragione, è doveroso rilevarlo . La sua riforma, messa a punto con la complicità di Tremonti, è un provvedimento EPOCALE, infatti ha prodotto il più grande licenziamento di massa che storia repubblicana ricordi. Ma, al di là della macelleria sociale che determina questa mattanza, 200 mila insegnanti a spasso sono un pessimo segno. Danno la misura di come si voglia svilire l’istruzione pubblica che assicura parità di accesso al sapere e uguaglianza nell’apprendimento . Ciò che si vuole ottenere è una scuola pubblica ridotta ad appendice low cost della scuola privata. Istituti per poveracci la cui unica aspirazione dovrebbe essere quella di imparare come si diventa sudditi mansueti. Servi di una classe ignorante e arricchita oltremisura da immani profitti realizzati con speculazioni finanziarie , furti legalizzati e reiterati a mezzo evasione fiscale. Una classe di sfruttatori senza scrupoli i cui giovani virgulti frequenteranno scuole con ben altre disponibilità . Ma se la Gelmini sostiene che nessun governo sarebbe in grado di assorbire 200 mila precari, sicuramente l’esecutivo di cui lei è ministro riesce a elargire un contributo di 800 milioni di euro alla “Scuola Libera dei popoli Padani”. Un istituto privato di Varese che comprende scuole materne, elementari , medie inferiori, la cui socia fondatrice nonché insegnante di dialetto è la Prof.ssa Manuela Marrone gentile consorte del “Senatur” Umberto Bossi. Questo è un insulto per quei 200 mila che non hanno la possibilità di immaginare un futuro nella loro vita ostaggio di un odiosa precarietà e non possono neanche concorrere a formare il futuro dei giovani, compito che avrebbero voluto svolgere con passione e dedizione. Un insulto per Salvo Altadonna insegnante di sostegno precario e per altri suoi colleghi in sciopero della fame . Un insulto alla memoria dei comandanti comunisti “Bulow” e “Armando” che alla testa delle loro brigate partigiane, scendendo dai monti di Liguria e dall’Appennino Tosco Emiliano, hanno liberato dal giogo tedesco le terre sopra il Pò'. Quelle terre che oggi sono ancora sotto il giogo di un popolo barbaro, indivdualista, che professa il culto della razza e l’intolleranza verso gli altri. Un popolo che non parla tedesco ma ripudia quello Stato Repubblicano di cui è odioso parassita e si arricchisce succhiando i soldi a Roma Ladrona. Di seguito pubblichiamo la notizia completa del contributo elargito alla scuola della moglie di Bossi:
Ottocentomila euro di aiuti statali alla scuola Bosina di Varese.
Un generoso regalo del ministero dell’Economia concesso lo scorso 9 giugno a quella che è chiamata anche la “Scuola libera dei Popoli Padani”: un istituto scolastico che segue gli allievi dalle materne alle medie, improntando gli insegnamenti sulla cultura locale.
Con un particolare: la Bosina è stata fondata nel 1998 da Manuela Marrone, “maestra di scuola elementare di lunga esperienza”, come si legge sul sito dell’istituto, ma anche moglie di Umberto Bossi.
La signora Marrone è tuttora tra i soci della cooperativa che dà vita a quest’istituto. Il presidente della scuola è Dario Galli, già senatore della Lega. Proprio la commissione Bilancio al Senato, di cui la Lega ha la vicepresidenza, ha formalizzato l’elenco di enti beneficiari dei contributi stanziati nel Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio creato nel 2008. Un elenco lunghissimo che comprende, oltre a qualche scuola, associazioni culturali, case di riposo, comuni, fondazioni, diocesi, parrocchie, università.
Alla Bosina, in particolare, sono stati destinati trecentomila euro per il 2009 e cinquecentomila euro per il 2010, rubricati alla voce “ampliamento e ristrutturazione”.
Il provvedimento della commissione bilancio che li ha fissati ha anche un nome più popolare, “legge mancia”, perché in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore, naturalmente anche a fini elettorali. Il valore totale delle “mance”, tra Senato e Camera, si aggira intorno ai 200milioni di euro.
Gli ottocentomila euro alla scuola Bosina serviranno per sostenere un progetto in cui il Carroccio crede molto; “coniugare l’insegnamento previsto dagli organismi competenti con le esigenze del tessuto sociale locale, formare futuri cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda, pronti a confrontarsi con altri modelli sociali”, come è scritto sul sito della Lega Nord.
Il tutto seguendo il metodo educativo padano, fondato sulla “progressiva scoperta del territorio” che avviene fin dalla scuola dell’infanzia, anche con racconti popolari, leggende, fiabe e filastrocche, anche in dialetto, legate alle tradizioni locali, e visite guidate sul territorio “che consentono al bambino di riconoscere da diverse angolature la propria identità”.
La signora Marrone è tuttora tra i soci della cooperativa che dà vita a quest’istituto. Il presidente della scuola è Dario Galli, già senatore della Lega. Proprio la commissione Bilancio al Senato, di cui la Lega ha la vicepresidenza, ha formalizzato l’elenco di enti beneficiari dei contributi stanziati nel Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio creato nel 2008. Un elenco lunghissimo che comprende, oltre a qualche scuola, associazioni culturali, case di riposo, comuni, fondazioni, diocesi, parrocchie, università.
Alla Bosina, in particolare, sono stati destinati trecentomila euro per il 2009 e cinquecentomila euro per il 2010, rubricati alla voce “ampliamento e ristrutturazione”.
Il provvedimento della commissione bilancio che li ha fissati ha anche un nome più popolare, “legge mancia”, perché in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore, naturalmente anche a fini elettorali. Il valore totale delle “mance”, tra Senato e Camera, si aggira intorno ai 200milioni di euro.
Gli ottocentomila euro alla scuola Bosina serviranno per sostenere un progetto in cui il Carroccio crede molto; “coniugare l’insegnamento previsto dagli organismi competenti con le esigenze del tessuto sociale locale, formare futuri cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda, pronti a confrontarsi con altri modelli sociali”, come è scritto sul sito della Lega Nord.
Il tutto seguendo il metodo educativo padano, fondato sulla “progressiva scoperta del territorio” che avviene fin dalla scuola dell’infanzia, anche con racconti popolari, leggende, fiabe e filastrocche, anche in dialetto, legate alle tradizioni locali, e visite guidate sul territorio “che consentono al bambino di riconoscere da diverse angolature la propria identità”.
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