mercoledì 22 settembre 2010

Sardegna situazione drammatica

di Antonello Tiddia,  RSU Carbosulcis



Tutti siamo consapevoli della drammatica crisi economica imperante in Italia. Nel contempo i prezzi salgono, non c’è alcuna volontà di aumentare i salari e le pensioni più basse. Noi dicevamo “ lavorare meno, lavorare tutti “, mentre il governo e la Confindustria al contrario , hanno deciso di far “ lavorare di più e lavorare pochi. In questo quadro difficile e complicato c’è da chiedersi cosa possiamo fare in una Regione dall’economia fragile, come la Sardegna dove la situazione non si può definire tranquilla. Gli ultimi dati dell’Istat hanno confermato che nella nostra isola aumenta il tasso di disoccupazione più che in tutte le altre regioni italiane. La Sardegna è in una crisi totale il settore industriale è ogni giorno un bollettino di guerra dal nord,al centro al dell’Isola. Abbiamo la grossa crisi del Petrolchimo di Portotorres,la crisi tocca Sassari come Nuoro, il medio Campidano come Cagliari.Insomma non si sta bene.Una crisi che passa dall’industria , alla pastorizia, alla scuola, insomma colpisce tutti i settori.Inoltre abbiamo forse la crisi più forte e visibile nel Sulcis-Iglesiente
Il territorio del Sulcis –Iglesiente vanta il triste primato di oltre 30.000 disoccupati, ha una altissima percentuali di nuove generazioni che emigrano in cerca di trovare una prima occupazione. Inoltre abbiamo una crisi senza precedenti dell’apparato produttivo. La crisi in maniera differente , ha colpito cinque fabbriche della zona, quattro a Portovesme ( Eurallumina, Alcoa, Portovesme srl ) e una nell’iglesiente la Rockwool ora mai chiusa. Non posso però discutere di questa isola senza scordare il problema della presenza di basi militari in Sardegna.La Sardegna è stata da sempre sottomessa e subalterna al potere centrale: a tutt’oggi concede ettari ed ettari di territorio per basi e installazioni militari italiane e straniere. Inoltre vi sono zone militari adibite a usi “non sempre innocui”, che impongono di evidenziare i pericoli ambientali. La base della Maddalena , per anni ha avuto la presenza costante di sottomarini nucleari che hanno costituito non solo una minaccia per la pace,ma nel caso in cui ci siano stati incidenti sono stati mine vaganti dagli effetti devastanti per eventuali danni alla salute e all’ecosistema. Credo che la politica di smilitarizzazione dell’isola deve essere accompagnata da una politica per l’occupazione e per lo sviluppo. Il guaio è che i poteri centrali dello Stato Berlusconi in primis,ogni giorno di più la condizione di asservimento dell’isola e la sua esposizione al rischio nucleare (sperimentazioni all’uranio impoverito nel poligono di Quirra ).

Con una situazione simile sono convinto che occorra rilanciare un piano di sviluppo,una nuova forma di conflitto,per cercare di produrre risultati per l’occupazione in modo da dare un segnale di speranza alle nuove generazioni e produrre risultati concreti all’apparato produttivo ed alle forme di lavoro precario. Quindi salvaguardare tutti i posti di lavoro persi e a rischio,ma oltre questo puntare sull’attuazione è il finanziamento di un piano concreto delle bonifiche del territorio. Credo che per combattere la povertà e la disoccupazione dilagante nel territorio,occorre avere il coraggio di attuare : unificare le lotte per poter rilanciare la Sardegna e il Sulcis – Iglesiente con un nuovo piano di Rinascita . Concludo dicendo che purtroppo manca in Sardegna una forza comunista e anticapitalista capace di radicarsi nei quartieri, nei rioni , nel territorio, cosa diffusa un po’ in gran parte d’Italia. Costruire un movimento alternativo al PD e che inizi ad essere più indipendente dalle decisioni prese lontano dalla Sardegna.

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