venerdì 10 settembre 2010

Storie di Operai

- di Luc Girello, musiche e testi (qui tradotti in italiano) di Daniele Sepe.

Le storie che gli operai raccontano ai  giovani figli  alternativi  i quali  non capiscono. Il guaio è che non capiscono neanche i sindacati, per cui se vola qualche fumogeno non ci si deve lamentare.








Padre:
Uah che giorno come mi brucia la fronte, vieni qua siediti che adesso ti racconto
Abbiamo urlato erano male intenzionati, ci siamo picchiati alla rinfusa, un padre vicino ad un altro padre, un fratello un passo che muove un altro passo, di fretta nella ressa la massa operaia, compagni tra la polizia che porta guai, fuori l’ambasciata americana il caos, il corteo è inseguito con i manganelli, il bello è che nel parapiglia colpivano dove capitava, sul destino di duemila famiglie, figlio mi ascolti, di questi tempi l’operaio non vale niente, è una vita di stenti a questi uomini spregevoli abbiamo detto senza paura “ladri sono tornati i minatori”

Figlio:
Ma papà alla tua età, i tempi cambiano questo non si fa, le nuove idee possono elaborare modelli nuovi  di sicurezza sociale, viaggiare, globalizzare democraticamente partecipare, fuori dai recinti dobbiamo guardare, portare alla ribata no ribaltare.

Padre:
Ragazzo ma mi hai capito, aspetta ricominciamo, a terra sei caduti, ti si è formata  al guerra in testa! Roma abbiamo lasciato con il traghetto per la Sardegna, tutti a piangersi il lavoro con le bestemmie , ieri le miniere oggi l’alluminio, ci buttano fuori e per le famiglie è uno stermino, Porto Vesme domattina occupiamo lo stabilimento, ecco il trattamento, questo impero di furfanti vive sulla precarietà, passandosi la responsabilità di quà e di la, “sentite adesso dovete pagarla l’elettricità” e la multinazionale fa il ricatto e non ci sta, il governo fa bla bla, niente si muove, Papi nell’alcova e noi fuori dall’Alcoa, teniamo pure il cappellaio a corte, un Cappellacci alla corte e chi t’è mmuorto.

Figlio:
E dai papà per carità, brutalità non è la modalità la nuova sinistra è il futuro politico, fa un discorso e un percorso autocritico, non ideologico, non demagogico, cambiare con i tempi è fisiologico, no manganelli, nuovi modelli si fa politica ad alti livelli.

Padre:
Ti sei rimbecillito, davvero non hai idea, per te la scala mobile è solo quella dell’Ikea, il 70’ le 150 ore, io ora con te me la sbrigo e  mi ci vuole un quarto d’ora, il sudore, lo statuto dei lavoratori, ti tolgo i soldi dalla paghetta e ti fai in culo, le manifestazioni, la militanza, sei troppo stronzo.

Figlio:
Polemiche a parte noi giovani democratici  di sinistra, parteciperemo in manera massiccia per vivificare democraticamente le prossime elezioni, portando alla ribalta l’espressoini i volti e le personalità che possono incarnare il vero spirito del giovane democratico italiano che vive per e nella società contemporanea....

Padre:
Ma vedi un po’ questo e gli do pure da mangiare! La laurea in scienze politiche a cosa ti è servita, nottate a fare “l’alternativo” la mattina si sveglia alle undici, se ci fosse tua madre, ma sai che tidico, vai a lavorare, vai a rubare.

Coro:
un bullone un culo e un culo un bullone
un bullone un culo e un culo un bullone
un bullone un culo e un culo un bullone

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