mercoledì 16 febbraio 2011

Finiamola

di Giovanni Morsillo


Berlusconi finisce, Berlusconi non finisce, ora si cambia, no invece resta, l'opposizione, i giudici, le donne, i precari...
Berlusconi finirà, come ogni cosa e come ogni potere assolutista. Ma è questo il punto? Che Berlusconi sia travolto dagli scandali che ha commesso, dalle nefandezze degne di un principe di altri tempi (non a caso definiti decadenti, oscuri, e così via), è cosa necessaria. Tuttavia, è solo un ripiego, politicamente ininfluente, senza alcuna conseguenza nell'assetto dei poteri ormai devastato dalle riforme fatte o praticate da questa classe politica ormai da oltre vent'anni.
Berlusconi è oggi sotto schiaffo non solo dalla magistratura, ma anche da un'opinione pubblica assai più calvinista di quanto la povera chiesa cattolica potesse immaginare. Egli infatti è precipitato nei sondaggi di opinione ma solo in relazione alle pratiche ludiche cui si è dedicato fra una riforma e l'altra (o durante le riforme, non sappiamo bene neanche più dov'è che si decidano le sorti del Paese e dei cittadini), e non tanto perché siano in buona parte illegali, bensì perché giudicate immorali da un'Italietta bacchettona e triste, che pratica in segreto ciò che vieta in pubblico.
Noi non abbiamo alcuna indulgenza per il satrapo Berlusconi e per i suoi degnissimi compari e complici. Ma siamo fortemente preoccupati che per far smuovere le donne in quel modo così massiccio e determinato, si sia dovuto scoprire il coperchio su quello che alcune sodali del Presidente del Cosiglio hanno garziosamente definito "puttanaio". Noi, francamente, avremmo intravisto per anni motivi ben più gravi, per cacciarlo via senza tanti complimenti, ed avremmo preferito vivere in un paese che sapesse difendere al momento giusto le proprie conquiste democratiche e civili, che capisse cosa si profilava consentendo il massacro non solo economico che quella gente portava avanti. 
Ci saremmo sentiti meglio, di gran lunga meglio, se gli oeprai invece di discutere se "a casa sua può fare quello che vuole" o invece se "siamo allo schifo", avessero preso la parola in difesa delle condizioni di vita dei loro figli, se le donne si fossero mobilitate contro i provvedimenti antisociali che pagano loro in primis con il lavoro suppletivo e non riconosciuto della cura degli anziani, delle famiglie, dei parenti malati, nel più totale abbandono da parte delle istituzioni ormai tramutate in imprese o in holding.
Certo, che finisca il suo dominio non può essere che positivo. Che finisca così, non per presa di coscienza verso il portato politico e sociale delle sue malefatte (ci riferiamo alle malefatte in veste di Presidente del consiglio, non di organizzatore di porcilaie) non ci sembra utile. 
Finirà, Berlusconi, certo che finirà. Se non ora, domani o dopodomani. Ma il berlusconismo, l'oppio somministrato ai cittadini, che assistono con disinteresse allo sgretolamento della democrazia, che si lasciano estorcere diritti e garanzie come se non li riguardassero, che addirittura danno il loro consenso a che questo avvenga, questo finirà?
E per quale strana coincidenza dovrebbe finire? Quale sarebbe l'alternativa? Altre forme di berlusconismo, migliori perché senza Berlusconi, ma sempre nell'ambito del regime reazionario di massa? Sempre guidato dalla televisione?
Intanto, gli italiani si siedono davanti al televisore, guardano se Belen è ingrassata, si ingozzano di luoghi comuni sempre più banali e scemi, e sperano che qualcosa cambi.
Buon Sanremo a tutti, e sogni d'oro.

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