Che la situazione in Italia stia diventando sempre più insopportabile per tutti i cittadini: i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, gli studenti, è cosa ormai nota. E che l’establishment pretenda che questi subiscano a testa bassa tutto ciò che gli arriva dall’alto è anch’essa cosa nota. Le persone sono viste solo come spettatori pronti a battere le mani o a fischiare, l’uno o l’altro degli schieramenti politici che a turno si presentano a promettere mari e monti. Il problema insorge quando i cittadini alzano la testa e decidono di fare a modo loro: allora non è più tempo di promesse o di spiegazioni, arriva il momento delle bastonate. Così succede che la protesta per difendere gli ospedali diviene una questione di ordine pubblico da reprimere quando le persone decidono che per farsi sentire si può anche occupare un’autostrada. E succede che quando ad occupare l’autostrada sono gli operai della Videocon, stanchi di promesse a vuoto fatte sulla loro pelle, allora il problema di ordine pubblico diventano loro. E puntuali arrivano le notifiche di condanna a giorni di carcere commutati in salatissime multe che un cassintegrato non può permettersi di pagare. Ai lavoratori della Videocon sono arrivate 22 condanne, e altre 180 circa ne arriveranno. Due di loro hanno deciso di togliere il disturbo: non chiedono più niente, si sono suicidati. Un compagno del Prc, attivo nel movimento per la difesa dell’ospedale di Pontecorvo, ha ricevuto due avvisi di garanzia per occupazione dell’autostrada. E che dire delle manganellate nelle piazze dove a protestare erano gli studenti, affiancati ai lavoratori? E i compagni dei Carc di Priverno che sono stati denunciati per aver partecipato ad una manifestazione indetta da lavoratori in lotta? Certo l’establishment italiano guarda alle ribellioni in nord Africa ed ora in Iran con simpatia, in quanto lotte per la libertà: ma ai loro occhi lì è diverso, lì il popolo è oppresso, quello è terzo mondo. Invece le lotte che in Italia vengono portate avanti per gli stessi motivi diventano atti di teppismo, sono da reprimere con la forza e con la legge, perché, sempre ai loro occhi, il popolo italiano gode di tutte le libertà, ha talmente tanti diritti che è giunto il momento di ridurli drasticamente e chiedere un po’ di sacrifici. Ma chi lotta per difendere il lavoro o il diritto alla salute non può essere giudicato alla stregua di un delinquente. Il compagno di rifondazione che ha ricevuto gli avvisi di garanzia e gli operai della videocon condannati non hanno commesso nessun delitto, la loro lotta, che è una lotta di libertà, deve essere la lotta di tutti. Come circolo di rifondazione di Frosinone ci dichiariamo, anche a nome di tutto il partito, al fianco di chi lotta, colpevoli degli stessi reati: e così speriamo faccia anche tutta la popolazione che sarà chiamata ad esprimere solidarietà nelle iniziative che verranno proposte per raccogliere fondi in aiuto dei lavoratori in difficoltà.
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