venerdì 26 agosto 2011

Chi sono i violenti in Val di Susa?

Luciano Granieri: -  Foto: Simonetta Zandiri - Clip: Luc  Girello - Musica: Gang


I violenti nella valle  ,  ma non solo li , sono coloro i quali considerano che la vita debba correre veloce.  Quelle persone  -secondo cui il tempo (di tutti) è denaro (per pochi) - violentano  intere comunità ,  saccheggiano territori con il solo scopo di far correre veloce l’accumulazione dei propri profitti,  incuranti dei guasti  devastanti che procurano alla vita di molte persone. SCAVARE  E DISTRUGGERE  LA MONTAGNA  per ottenere un treno che va veloce e nella sua folle corsa distrugge identità sociali intere che attorno a quella montagna violentata avevano costruito lo loro coesione e convivenza civile.  La mission  è:  distruggere, trivellare, desertificare per poi ricostruire di nuovo incuranti degli effetti collaterali che sono paragonabili,  sul  piano  sociale, a quelli prodotti dalle guerre GIUSTE!. E’ fondamentale distruggere e non riqualificare, speculare e non progettare  città e comprensori a misura d’uomo.  Chi  si oppone a questi mostri  deve essere annientato, così come è annientata  la montagna.  Anche in questo caso la violenza disgregatrice delle forze dell’ordine non deve curarsi degli effetti collaterali  che sono  le ferite e le intossicazioni provocate dai manganelli e dai gas lacrimogeni. L’ORDINE  FINALIZZATO  ALL’ARRICHIMENTO DEI SOLITI NOTI non può e non deve essere messo in discussione da quattro manifestanti  idealisti e comunisti. Dunque botte senza pietà contro  chi vuole fermare l’ingranaggio.  Ma oggi ai quattro idealisti comunisti si sono aggiunte intere comunità capeggiate dai loro sindaci. Attorno ai quattro  idealisti comunisti si è aggregata una forza popolare sempre più consistente, talmente consistente che è riuscita a vincere i referendum per la difesa dei beni comuni :  terra, aria e ambiente oltre  l’acqua.  E’ dunque inevitabile che contro il crescere di movimenti che hanno capito il gioco e non l’accettano, debba crescere anche l’intensità della violenza. Ma a quanto pare neanche le aggressioni più efferate riescono a fermare un movimento che è in  cammino ed è determinato a riconquistarsi il potere di decidere sulla propria vita e di ricostruire una società più giusta.


Nessun commento:

Posta un commento