giovedì 18 agosto 2011

Storie parallele: Fiumicino due, aeroporto Ferentino-Frosinone

a cura di Luciano Granieri


Come più volte scritto su  questo blog,  il progetto dell’aeroporto Ferentino –Frosinone, non è  altro che il mezzo per realizzare una delle più grandi speculazioni edilizie mai attuate nel nostro territorio. La variazione dello stato d’uso di una area di 60 ettari vicino all’aeroporto e i terreni  dello scalo lasciati liberi dall’attuale stazione di Frosinone che verrà spostata vicino al nuovo mega insediamento ,   saranno preda delle multinazionali  della finanza , del mattone, della criminalità organizzata,   le quali realizzeranno immani profitti violentando quelle aree con tonnellate e tonnellate di cemento . Non è importate che  l’opera un volta ultimata  venga sotto- utilizzata causando notevoli perdite economiche che i cittadini dovranno ripianare, non è neanche importante che l’aeroporto sia effettivamente realizzato. E’ invece fondamentale che l’iter attivato per  la sua  costruzione metta a disposizione della speculazione edilizia aree da sfruttare.   Il caso Aeroporto Ferentino-Frosinone, non è l’unico nella nostra regione.  Le stesse dinamiche si stanno realizzando a Fiumicino con il progetto del raddoppio dell’aeroporto Leonardo Da Vinci. Come al solito la motivazione fallace che scatena gli squali speculatori è la programmazione  di un grande evento. In questo caso si tratta dell’organizzazione delle olimpiadi a Roma per il 2020. La semplice presentazione della candidatura è necessaria a prefigurare lo  sfregio di ettari ed ettari di territorio.  L’insistenza mediatica sul raddoppio dell’aeroporto serve a fare pressioni per ottenere le Olimpiadi , un’opera da cui non si può prescindere per ottenere i giochi del 2020. Peccato però che tale sbandierato ampliamento sarà possibile solo dal 2026. In tempo per le olimpiadi verrà ammodernato soltanto l’esistente.  Ma vediamo cosa comporta il raddoppio del Leonardo Da Vinci:  I numeri sono quelli di una grande opera. 1.300 ettari di cemento che andranno a raddoppiare l’attuale sedime aeroportuale  che occupa una superficie di 1.400 ettari , con sei piste di atterraggio e decollo (l’aeroporto attuale ne ha tre).  Il piano prevede investimenti per  12,5 miliardi di euro(fonte Corriere della Sera del 9 aprile 2011) fra il 2012 e il 2044. Più del ponte sullo stretto di Messina fermo a 6,3 miliardi. Si tratta di un vero e proprio secondo aeroporto che si estenderà interamente nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano .  Ma il progetto definitivo ancora non c’è : la società inglese Scott Wilson dovrebbe presentarlo entro giugno 2012 e solo allora sarà possibile avviare le procedure autorizzative.  Attorno alla recinzione che delimita l’aeroporto l’agro romano  si estende a vista d’occhio.  Al limitare della pista , non molto distante dall’oasi Naturale del Wwf di Macchia  Grande, si trova l’azienda agricola biologica Caramadre .  “Fortunatamente  qui  ci troviamo dalla parte opposta rispetto alla rotta di decollo e di atterraggio dei velivoli, protetti dall’inquinamento che teniamo comunque costantemente monitorato” , spiega Claudio Caramadre, il proprietario. Qui i pesticidi sono banditi e il compito di togliere le erbe di troppo che crescono accanto all’insalata e agli ortaggi su una terra della consistenza della sabbia  del mare viene svolto manualmente dai lavoratori. “Così il prodotto è più sano”, racconta Caramadre “e io posso dare lavoro alla gente del posto senza versare un sacco di soldi alle multinazionali farmaceutiche che producono pesticidi”. Come l’azienda Caramadre, una ventina di attività sarà costretta a chiudere.  Alcuni su quei terreni dove si vorrebbero far atterrare e decollare aerei pieni di turisti , oltre al lavoro hanno anche la casa . Così, con gli espropri , perderanno dove vivere e di che vivere.  L’azienda Caramadre si estende su alcuni dei pochi ettari da espropriare che non rientra nei terreni della Maccarese Spa, società di proprietà della famiglia Benetton. La maggior parte delle attività, invece, lavorano terreni marca Benetton. Il 98% dei 1.300 ettari da espropriare per lasciare spazio alla grande opera, infatti appartiene alla Maccarese Spa , la più grande azienda agricola italiana (3.300 ettari totale).  Pubblica fin dalla nascita (anni venti), la Maccarese  Spa venne privatizzata nel 1998 con la vendita, per 93 miliardi di lire , a Edizioni Holding, società finanziaria di proprietà della famiglia Benetton,  che l’acquistò da Iritecna (azienda statale controllata dall’Iri)  con l’impegno di mantenerne la destinazione agricola e l’unitarietà del fondo. Il Masterplan di AdR  prevede invece che il 91,8% di questi terreni  vengano trasformati in piste di decollo e di atterraggio e in Terminal.  Il restante 8,2% per un totale di un milione e 66mila mq saranno invece destinati a infrastrutture complementari di servizio all’aeroporto: hotel, uffici, cento congressi.  Promotrice del  di raddoppio dello scalo è la società privata AdR. Maggior azionista di AdR è la holding” Gemina”, a sua volta controllata da,” Investimenti  Infrastrutture” , a sua volta controllata da “Sintonia”, holding della famiglia Benetton . “Così Benetton – spiegano i cittadini del litorale romano riuniti nel Comitato  Fuoripista- come Edizioni Holding si vedrebbero espropriato – e risarcito– dallo Stato del terreno per poi ritornare il possesso – come AdR  - degli stessi ettari ma in comodato d’uso gratuito come gestione dell’area che ospiterebbe il nuovo aeroporto”. Come non bastasse la famiglia Benetton è il quarto azionista di riferimento della Cai (Compagnia Aerea Italiana) , la nuova Alitalia, che vede proprio nello scalo di Roma-Fiumicino il suo principale hub. La legge prevede, a  favore del proprietario che accetta l’indennità offerta , la triplicazione del valore agricolo medio nel caso in cui il proprietario rivesta  la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo a titolo principale. Considerato che i Benetton hanno acquistato  la  Maccarese , 3.300 ettari incluso tutto il borgo vecchio , per circa 93 miliardi di vecchie lire e che per realizzare il piano di AdR l’Enac dovrebbe espropriare circa  1.000 ettari alla Maccarese Spa, sarebbero sufficienti  5mila euro di risarcimento al mq per i soli  mille ettari da espropriare (per un totale di 50 milioni di euro) per rientrare  dell’investimento iniziale sul totale delle aeree. Un vero e proprio affare che verrà finanziato in buona parte con i soldi dell’adeguamento delle tariffe aeroportuali, ovvero con i soldi degli utenti.  Qualcuno si chiede : “ Roma ha veramente bisogno del raddoppio dell’aeroporto?”  Risponde Carlo Galiotto, ex comandante di volo Alitalia in cassa integrazione e membro del dipartimento  nazionale infrastrutture dell’Italia dei Valori.” L’idea su cui si basa lo sviluppo di AdR  è l’equazione secondo cui all’aumento del numero di piste, coincide un aumento dei numeri di passeggeri . Il rischio che si corre con questa correlazione  è lo stesso di chi per smaltire il traffico di uno svincolo  autostradale costruisce tre autostrade che  confluiscono nel medesimo svincolo . Qual è il risultato ? Un ingorgo maggiore . Sono necessarie invece  infrastrutture di scalo, miglioramento della gestione delle risorse umane,l’accoglienza a terra , sistemi tecnologici avanzati per regolare le operazioni di volo .  Solo in questo modo possibile evitare l’effetto collo di bottiglia:”.   Dal territorio i cittadini del “Comitato Fuoripista” parlano di un raddoppio inutile che produce danni  all’ambiente,  al turismo , all’economia agricola e di pericolo della salute”. Uno studio effettuato da Legambiente in collaborazione con il “Comitato Fuoripista” , riporta i risultati di un monitoraggio acustico effettuato “in un tranquillo” lunedì 26 luglio 2010: “Decibel alle stelle per i decolli e gli atterraggi dell’attuale scalo  Leonardo da Vinci di  Fiumicino”. Già attualmente il rumore è  insopportabile figuriamoci dopo il raddoppio.  Anche per quanto riguarda la qualità dell’aria l’area  di  Fiumicino presenta aspetti molto gravi e problematici. In un simile scenario, perché il territorio di Fiumicino dovrebbe accettare questa grande opera? L’esca del lavoro, soprattutto in un periodo di crisi potrebbe risultare la carta vincente  da giocare sul territorio per i fautori del raddoppio. I dati forniti da AdR riportano, al 2044 quindi al raggiungimento di quota 90-100 milioni di passeggeri, 100mila posti di lavoro diretti e 250mila nell’indotto. Oggi la sola AdR  ha 2770 dipendenti di cui 845 assunti a tempo determinato. “Questa stessa azienda , pur  di fronte all’incremento del traffico aereo sullo scalo romano, ha recentemente messo in cassa integrazione diverse centinaia di dipendenti. E’anche per questo motivo che pensiamo che i numeri forniti da  AdR sull’aumento dell’occupazione non sono credibili”  sostengono dall’Unione Sindacale di Base e dal Comitato Fuoripista.  “Oggi nelle ditte di assistenza saremo intorno ai 3mila dipendenti di cui il 40% precari” commenta Walter Mancini  ex dipendente della Flight Care una azienda che si occupa di handling . Al di là del   balletto delle cifre “il dato preoccupante è che nonostante l’aumento  del traffico aereo e delle ditte che si occupano di handling la forza lavoro negli ultimi anni è diminuita “ continua Walter Mancini . L’azienda per la quale lavorava proprio nel 2011 ha predisposto 242 esuberi. Tutto è iniziato con la liberalizzazione dell’assistenza aeroportuale sancita dalla Commissione Europea nel 1996 e con la privatizzazione di Aeroporti di Roma nel 2000 che portò alla frammentazione dell’azienda  e che permise di vendere le attività di handling, “ concentrandosi sui settori più redditizi nell’aeroporto,  tra i quali, soprattutto quello commerciale .   Qualche anno fa , ad esempio, per  ogni dieci persone in turno servivano 17 lavoratori  sui tabulati per garantire un servizio adeguato, oggi ce ne sono meno di 14. La politica di liberalizzazione totale del trasporti aereo sta distruggendo completamente il settore  e sta facendo fallire aziende di assistenza e compagnie aeree” conclude Mancini . Questa concorrenza selvaggia, combattuta con una vera e propria gara al ribasso delle tariffe, annovera  tra le vittime oltre ai bilanci aziendali  i diritti dei lavoratori “ Sempre più precari , circa il 40% , con salari sempre meno adeguati , spesso assunti con contratti par time. Nella maggior parte dei casi, questi lavoratori sono costretti a fare orario pieno o addirittura ore di straordinario, con turni modificati anche senza preavviso e senza nemmeno la certezza , in caso di fallimento  di un’azienda e di cessione di attività,  di essere riassorbiti automaticamente dalla ditta subentrante come vorrebbe il decreto legislativo 18/99”, aggiunge  Paolo Marras sindacalista dell’Unione Sindacale di Base.  Riepilogando: Il raddoppio di Fiumicino, non è necessario a migliorare il servizio aereo, non serve per le olimpiadi ,  che sono nel 2020 mentre l’opera verrà pronta nel 2026,  non migliora la  situazione occupazionale della zona, anzi la peggiora (riduzione in quantità e qualità dei posti di lavoro),  peggiora le condizione di vita dei cittadini, per i quali si raddoppierà  il già attuale  elevato inquinamento acustico e ambientale.  Alla luce di questo quadro la domanda da fare non è se serve un raddoppio dell’aeroporto, ma a chi serve. O  ancora meglio, a chi serve il solo inizio dell’iter che porterà, ma non ne siamo sicuri, alla costruzione finale dell’opera? .  La risposta è semplice, serve alla stessa congrega di  speculatori, finanzieri e politicanti che sta tentando lo sfregio nella Valle del Sacco con l’Aeroporto Ferentino -  Frosinone. Sotto l’egida dell’Unione Industriali , troviamo : da una parte Benetton, Marcegaglia, Capitalia, Caltagirone,  dall’altra Zeppieri  e il consorzio Asi. Tutti insieme appassionatamente sostenuti dagli enti locali,  i cui amministratori evidentemente hanno interessi che non collimano con quelli dei cittadini che amministrano.  Da un lato c’è il   Comune di Roma, Comune di Fiumicino, Provincia di Roma, dall’altro   Provincia di Frosinone, Comune di Frosinone, Comune di Ferentino, il tutto coordinato dalla  sapiente regia della Regione Lazio.  L’ideale , e questa è un proposta che lanciamo da questo blog, sarebbe  che le lotte si uniscano . Sarebbe auspicabile che il comitato di Fiumicino “Fuoripista” si coordini con i movimenti  contro  l’aeroporto Ferentino-Frosinone , che si aggreghino  anche i comitati contro l’aeroporto di Viterbo  per un coordinamento “NO FLY” nella regione.  Anzi il nostro auspicio va oltre. Vorremmo   che tutti i movimenti  impegnati   nel  difendere   il   diritto sancito per natura ad usufruire dell’acqua, dell’aria e della terra,  dall’assalto famelico della speculazione (No Tav , No dal Molin)  per citarne due fra i più importanti,   si uniscano in un unico fronte di lotta.  GIA’ PERCHE’ I NEMICI PUR SE AGGUERRITI SONO SEMPRE GLI STESSI E QUANTO MAI UNITI FRA LORO.


Le notizie relative al raddoppio di Fiumicino sono tratte dal testo “Fiumicino, l’aero-porto “olimpico”. Il capitolo, redatto da Ylenia Sina,  che riguarda anche le speculazioni suoi porti turistici di Ostia e Fiumicino, è inserito nel libro curato da Paolo Berdini e Daniele Nalbone  dal titolo “Le mani sulla città” . Edizioni Alegre. 

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