L’11 settembre di 10 anni fa il crollo delle torri gemelle provocato dall’impatto con i due aerei di linea dirottati trascinava con sè migliaia di morti. Vogliamo commemorare quella tragedia ricordando il cameriere ,l’impiegato, l’inserviente delle pulizie, tutte quelle lavoratrici e lavoratori, che nel vivere la loro quotidianità hanno trovato la morte. Ma vogliamo ricordare, anche i bambini, le donne e gli uomini, civili iracheni e afghani uccisi a migliaia a seguito delle guerre “giuste” seguite alla tragedia di Manhattan. Per non tacere degli abusi sui prigionieri di Guantanamo e dei torturati di Abu Grahib e dei dubbi sulla reale matrice dell’attentato. Siamo d’accordo con chi sostiene che da quell’11 settembre 2011 è cambiato tutto e la paura si è impossessata della società civile. Non è la paura di prendere un aereo o di un attentato sotto la metropolitana, è una paura più generale, è l’incertezza nel futuro per ognuno di noi a seguito di una crisi economica determinatasi soprattutto per la distrazione dalla spesa sociale di enormi capitali destinati a finanziare le guerre “giuste”. Condanniamo invece le lobby delle armi le grandi compagnie, le multinazionali che dietro lacrime di cordoglio per la tragedia nascondono il piacere di essersi arricchiti grazie alla tragedia americana sulla nostra pelle. Ci limitiamo a queste poche parole tanto oggi se ne diranno anche troppe.
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