Cari ragazzi
ci risiamo, tra poco si riparte. Non sarà un anno facile per nessuno. Non per noi professori da anni nella scuola, di fronte all’impresa di fare una buona scuola con strumenti sempre più poveri. Tanto meno per i professori giovani, per molti dei quali sarà già un’impresa avere la scuola nel loro futuro.
Ma soprattutto non sarà un anno facile per voi, che passate tra i banchi di scuola il periodo così lungo e difficile della vostra crescita.
Io insegno chimica. L’anno scorso in laboratorio, un mio alunno che attraversava un brutto periodo stava cancellando una frase che aveva scritto sul banco di porcellana del laboratorio. Feci in tempo a leggerla mentre lui si rimangiava quelle parole:
“Ogni bambino nasce gemello, quello che è e quello che vuole essere”.
Bellissima frase, con quell’idea dello sdoppiamento che rende conto della tensione che si produce quando bisogna decidere cosa vogliamo diventare.
Io mi sento solo di darvi un consiglio: non lo decidete. Ma soprattutto, non permettete a nessuno di deciderlo per voi.
Accettate la fatica che si fa nello scoprirsi piano piano, vincendo la fretta di definirsi una volta per tutte e chiedendo alla vostra scuola di farvi indossare tutti i panni degli adulti per vedere in quali vi trovate più a vostro agio. Come se fosse l’armadio della mamma e del babbo.
Soprattutto, se l’anno scorso avete difeso per strada il vostro diritto al futuro, adesso rivendicate anche il diritto di costruire quel futuro a partire dal presente, con l’aiuto della scuola ma soprattutto col vostro impegno.
E ricordate di aver molta cura del vostro gemello, quello che volete essere.
Se non ha ancora i lineamenti molto definiti non fa niente, li avrà col tempo. Intanto tenetelo accanto di banco, che studi e cresca anche lui. Probabilmente troverete qualche cattivo maestro pronto a dirvi cosa potete essere da grandi: non ascoltatelo. Aspettate a scoprire da soli cosa volete essere.
Se non avrete fretta e ci metterete tutta la vostra energia, un giorno vi capiterà di voltarvi verso il vostro gemello e finalmente vi accorgerete di quanto vi somigliate.
Come due gocce d’acqua.
Buon anno.
Giuseppe Bagni
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