martedì 20 settembre 2011

Liberafesta fra membri della Fds e comunisti.

Luciano Granieri


Serata  conclusiva di Liberafesta in Largo Turriziani   a Frosinone. Facciamo un passo indietro di 48 ore . Domenica sera il dibattito  verteva contro l’attacco ai diritti del lavoro portato dal modello Marchionne + la BCE  in una società  controllata dal mercato.  I temi da affrontare erano molteplici e importanti in una serata dove le notizie a tenere banco nei media riguardavano lo stuolo di puttane al sodo del cavaliere,  quasi che fuori dalla camera con il letto di Putin non esistesse la realtà del precariato della disoccupazione e del disagio sociale  . Ospiti , insieme ad Andrea Cristofaro  segretario del circolo cittadino di Rifondazione Carlo Giuliani  che ha organizzato la festa, erano  Guglielmo Maddè , operaio Rsu CGIL Adler Evo , Lorenzo Rea della confederazione dei COBAS,  Arduino Fraveto  operaio USB Fiat Cassino, Marco Verruggio  della direzione nazionale lavoro  Prc.   La discussione è  partita da una riflessione di Marco Verruggio  per il quale  non sta scritto da nessuna parte che le nazioni debbano pagare il debito pubblico soprattutto in presenza di una crisi sociale epocale. L’Islanda costituisce un esempio di come un intero popolo anche se piccolo, sia riuscito a liberarsi dal giogo delle politiche imposte dalla BCE e dal Fondo Monetario, coinvolgendo  anche la classe politica. I cittadini Islandesi hanno deciso che non avrebbero pagato un debito di cui non avevano responsabilità  alcuna, hanno riscritto la loro costituzione lasciando che i singoli cittadini esprimessero la loro opinione e suggerissero cambiamenti   attraverso i social network . E nella costituzione approvata è scritto che in caso di necessità, l’Islanda non pagherà neanche un centesimo di un debito che non la riguarda . In Italia invece la modifica della costituzione va in senso opposto, si prova ad inserire un  articolo  che obblighi al pareggio di bilancio. Tornando ai temi del lavoro sia Maddè che Lorenzo Rea hanno offerto contributi  importanti . In particolare il rappresentante della confederazione COBAS, ha messo in risalto come sia necessaria una lotta libera da quelle ambiguità che spesso albergano nel più grande sindacato italiano.  Ad  esempio i COBAS non hanno partecipato allo sciopero del 6 settembre organizzato dalla  CGIL perché la protesta era esclusivamente contro  l’articolo 8 della manovra finanziaria che di fatto consente licenziamenti selvaggi in barba alla normativa del’art. 18 e che stravolge il patto fra padronato sindacati e governo del 28 giugno.  Per i COBAS  era già scellerato l’accordo del 28  e dunque non si poteva stare in piazza con chi era stato protagonista di quella iattura per i lavoratori. Condivido in pieno quanto detto da Lorenzo,  i soloni della CGIL non dovrebbero stupirsi se dopo aver dato un dito ai padroni si ritrovano senza le braccia. C’è lavoratore e lavoratore , anche i calciatori dovrebbero essere  lavoratori,  con tanto di diritti di sciopero, ma per Arduino Favreto,  operaio USB Fiat Cassino,  non si può definire sciopero  la serrata dei calciatori, perché non si può definire lavoro giocare al calcio esercizio sportivo in cui ogni calciatore  si diverte e guadagna un sacco  di soldi. Ha chiuso il dibattito, e anche la festa,  il segretario provinciale Beppe Sacco.  Del suo intervento mi ha colpito una frase. Ad un certo punto Sacco ha detto: si risolvono meglio le questioni interne nelle feste che non nelle riunioni fra i vari circoli. In effetti dalla due giorni  messa in piedi dal Circolo Carlo Giuliani di Frosinone è emerso più di un malessere. C’è chi   ormai si sente soffocare dentro la giunta Marini e vorrebbe uscire per tornare a respirare un aria  più libera e  proseguire la sua politica nelle piazze fra la gente  , c’è invece chi è convinto che la presenza  nel consiglio comunale anche in maggioranza con gente che ha una storia completamente diversa e opposta , abbia potuto in qualche modo condizionare in alcuni frangenti  le decisioni del consiglio comunale  a favore delle istanze poste dal partito   . Anche a Frosinone dunque  si ripropone la querelle fra chi vuole il partito di governo e chi quello di lotta . Nel sentire parlare i dirigenti , Marco Verruggio  e sindacalisti  di  base a parte, la definizione più gettonata era "Federazione della sinistra", fra i militanti invece, quelli che spesso vanno  in piazza a manifestare  ,  la parola più diffusa era "comunista". Sarà un caso?  A chi di dovere trarne le conclusioni. 


Nessun commento:

Posta un commento