martedì 1 novembre 2011

Anagrafe degli eletti

Giuseppina Bonaviri  Segretaria Idv città di Frosinone 

Chiedere la trasparenza sulle attività pubbliche, amministrative e patrimoniali di chi assume responsabilità politiche ci pare cosa ragionevole. In uno Stato democratico non è permesso lasciare all’arbitrio di pochi individui -siano essi stati individuati con logiche elettive o, disgraziatamente, nominali “di favoritismo, scambio, benevolenza”-  il funzionamento delle proprie istituzioni e le scelte di governo che riguardano il futuro di una intera nazione. Le nostre amministrazioni comunali e regionali sono affollate di consorzi, agenzie, comitati, consulenti . Tale proliferazione oltre che un costo per il bilancio e l’efficienza del servizio pubblico diviene l’occasione di rafforzamento della rete di clientele tra politica, funzionari, imprenditori, mondo del lavoro: nomine e posti fittizi che nulla hanno a che vedere con la meritocrazia ed il talento e con i tanti sacrifici che le famiglie   affrontano per dare ragionevoli opportunità di inserimento ai propri figli. La messa in atto, tanto per iniziare, della proposta di legge di una Anagrafe degli eletti e degli amministratori consentirebbe ai cittadini di conoscere ufficialmente come vengono spesi i loro soldi proprio dai rappresentanti parlamentari, regionali e dai loro sindaci. L'istituzione dell'Anagrafe fornirebbe uno strumento per radiografare lo stato reddituale e patrimoniale, l’operato complessivo di coloro che esercitano nelle amministrazioni comunali ed oltre come anche nei vari Cda di partecipate e collegate. La conoscenza, affare serio, rende tutti più consapevoli per le scelte sul futuro. Gli elettori potrebbero valutare consapevolmente e, di conseguenza, decidere come comportansi nelle urne ai vari livelli consultivi. Pubblicando i dati riguardanti le presenze, lo svolgimento dei lavori, i risultati, gli stipendi, gli emolumenti, le consulenze, i pagamenti, le spese di staff, i voti espressi sui provvedimenti adottati da tutti gli amministratori e componenti di giunta, dagli  eletti, dalle persone che ricoprono un ruolo politico pubblico, i bilanci, le proprietà immobiliari e le loro destinazioni d’uso, condizioni di incompatibilità, bandi di concorso e avvisi degli appalti pubblici si verrebbe a ridare dignità alla vita pubblica ed istituzionale ovviamente mantenendo il confine non intrusivo sui comportamenti che individuali, affettivi e privati rimangono. L’Anagrafe è passo dovuto di trasparenza e di civiltà delle istituzioni verso la società. Perché, dunque, non istituire anche un registro pubblico dei candidati che solo su regole trasparenti e codice etico predeterminato democraticamente potranno proporsi in lista per concorrere? Un segnale di cambiamento di pensiero e di stili a costo zero, un investimento sul merito e sul capitale umano- no sulle tutele burocratiche e di casta- diverrà di per se rigenerante e vincente.
Si può fare sul serio a costo zero 

Nessun commento:

Posta un commento