lunedì 12 dicembre 2011

Immigrati: uno sfruttamento doppio

intervista di Patrizia Cammarata

IL SOGGIORNO A PUNTI
E ALTRE MOSTRUOSITA'
Intervista a Moustapha Wagne


Incontriamo a Moustapha Wagne, segretario generale del Coordinamento Migranti di Verona (federato Cub)  e dirigente del Pdac. Moustapha, cos'è il permesso di soggiorno a punti per immigrati?
Questo provvedimento è dentro al pacchetto sicurezza Maroni. Ogni immigrato parte con una base di 22 punti. Ogni volta che un immigrato commette un reato tolgono dei punti ma non è chiaro per quali reati. Inoltre i punti possono essere tolti non solo per reati ma anche se un immigrato risulta non essere "integrato" nella società italiana. Esauriti questi punti perde il permesso di soggiorno, è la Questura che decide.
Cosa significa che possono togliere punti se l’immigrato non è "integrato"?
E’ tutto da definire, ci sono diversi punti non chiari, anche i tipi di reato non sono chiari.
Il permesso di soggiorno a punti è previsto dal pacchetto di sicurezza che non è ancora in vigore. La normativa è stata votata ma il permesso di soggiorno a punti entrerà in vigore con una circolare ministeriale, come è necessario per tutti gli altri provvedimenti previsti dal pacchetto. Lo stesso discorso vale per le altre regole contenute nel pacchetto, ad esempio il test d’italiano o i 200 euro da versare per la richiesta di cittadinanza. Il pacchetto prevede un ulteriore peggioramento anche per i tempi riguardanti la richiesta di cittadinanza: il coniuge immigrato di un cittadino italiano può chiedere la cittadinanza dopo due anni se non ci sono figli e dopo un anno alla presenza di figli, mentre prima il periodo previsto era di sei mesi.
Pensi che il pacchetto sicurezza sarà rivisto con il governo Monti? Cosa cambierà per gli immigrati?
Il Ministro dell’Interno del governo Monti, Anna Maria Cancellieri, non ha parlato in merito, almeno fino ad oggi, mentre rispondo a quest’intervista. Ha solo fatto dichiarazioni generali affermando che la presenza degli immigrati è "importante per il territorio", per la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) e che sta verificando la possibilità, con un monitoraggio, di altri flussi. Ha affermato che l’Italia ha bisogno degli immigrati per aumentare il Pil.
E questo perché i lavoratori nativi finora non accettano facilmente le condizioni di lavoro che invece sono accettate dai lavoratori immigrati, non accettano tutte le forme di contratto. L’immigrato è più ricattabile avendo il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro.
Credo ci sarà una revisione delle norme sull’immigrazione perché questo governo ha costituito il Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, con nomina a Ministro ad Andrea Riccardi. Ci sarà probabilmente una revisione perché la legge Bossi-Fini è stata una legge puramente ideologica di stampo razzista ma non è stata praticabile fino in fondo e non ha corrisposto fino in fondo agli interessi padronali. La legge ha messo in difficoltà pure padroni e burocrazia per i problemi legati alla sua applicazione. E’ una legge che ha provocato tensioni sociali, ha aumentato l’irregolarità, molti immigrati che avevano il permesso di soggiorno lo hanno perso.
Quando i padroni parlano di crescita e sviluppo hanno anche bisogno di parlare di semplificazione e quindi mi aspetto che ci saranno delle riforme in tal senso.  In tal senso vanno anche lette le parole di Giorgio Napolitano, che ha detto che c’è bisogno di abbattere in Italia il debito pubblico e che senza immigrati non ce la fanno. Se pensiamo che la legge sui Cpt (Centri di Permanenza Temporanea) porta anche il suo nome, Turco-Napolitano, si capisce subito che il suo è un semplice calcolo di opportunità. La natalità è crollata fra gli italiani (più morti e meno nascite) mentre fra gli immigrati è il contrario, non si vedono vecchi immigrati all’ufficio postale che ritirano la propria pensione. Il messaggio di Napolitano è che dovrà essere soprattutto il proletariato immigrato a contribuire a salvare il capitalismo italiano.

Prima dicevi che gli immigrati subiscono condizioni di lavoro non accettate dai lavoratori italiani. E’ pur vero che la crisi economica internazionale del capitalismo e lo straordinario attacco del governo Monti a tutti i lavoratori e alle masse popolari sta aumentando ulteriormente la povertà e la disperazione di milioni di italiani.
Certo, i licenziamenti, l’impossibilità di pagare le bollette, di curarsi, di pagare la scuola per i propri figli, gli sfratti, il rischio di incorrere in reati e sanzioni sta diventando la quotidianità di sempre un maggior numero di persone, anche italiane. Qualche tempo fa la forbice che calcolava la differenza di condizione di vita fra immigrati e italiani indicava una differenza del 40%; ora si sta riducendo progressivamente e la stima che io faccio è che siamo arrivati al 20%. La condizione materiale del proletariato nativo sta avvicinandosi progressivamente alla condizione del proletariato immigrato: una vita fatta di sfruttamento, incertezza, povertà e, spesso, di disperazione.
Prevedo che ci sarà una grande esplosione sociale, anche in Italia. Padronato e governo ne sono consapevoli, loro lo sanno, sono consapevoli del loro fallimento e per questo piangono.
Nel momento di quest’esplosione bisogna essere preparati. Per questo è importante ed urgente la costruzione del sindacato di classe, che possa contribuire alla crescita e all’organizzazione di lotte reali, e del partito rivoluzionario che possa organizzare una risposta e una prospettiva in senso socialista e internazionale, nel momento in cui quest’esplosione sociale avverrà.

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