sabato 28 maggio 2011

1510 morti nel Mediterraneo in cinque mesi

Il minatore Rosso


Sono vent’anni che il Canale di Sicilia è attraversato dalle barche di chi viaggia senza passaporto verso la riva nord del Mediterraneo. Eppure una cosa così si era mai vista. Dall’inizio dell’anno è una strage senza precedenti. Sono già almeno 1.408 i nomi che mancano all’appello. Uomini, donne e bambini annegati al largo di Lampedusa. In soli cinque mesi. Da gennaio sono scomparse più persone di quante ne morirono in tutto il 2008, l’anno prima dei respingimenti, quando si contarono 1.274 vittime a fronte di 36.000 arrivi in Sicilia. Non solo. Quei 1.408 morti nel Canale di Sicilia rappresentano il 93 per cento dei 1.510 morti registrati nei primi cinque mesi del 2011 in tutto il Mediterraneo. Come spiegarsi l’aumento così impressionante del tasso di mortalità delle traversate?

Scomporre i dati ci aiuta a capire. Dall’inizio dell’anno infatti a Lampedusa si sono incrociate due rotte. Una dalla Tunisia e una dalla Libia. Dall’inizio dell’anno sono sbarcate circa 14.000 persone dalla Libia e 25.000 dalla Tunisia. Eppure di quei 1.408 morti soltanto 187 sono annegati sulla rotta tunisina. Mentre sulla rotta libica i morti sono addirittura 1.221. Come dire che sulla rotta tunisina ne muore uno su 130 mentre sulla rotta libica ne muore uno su 11. Dodici volte di più. I conti non tornano. Quei morti sono troppi. Non può essere soltanto il mare. E il dato potrebbe essere ancora più allarmante. Perché nessuno è in grado di dire quanti siano i naufragi di cui non si è saputo niente. L’ultimo l’ho scoperto per caso due giorni fa, parlando con alcuni superstiti in un centro di accoglienza del nord Italia.

Non è il mare l’unico responsabile di tanti morti. Sono soprattutto i militari libici. Perché questa volta gli sbarchi sono davvero un’operazione interamente organizzata dal regime. Che a differenza delle mafie che gestivano le traversate prima, non ha bisogno che la merce arrivi a destinazione. Perché non c’è mercato. I passeggeri non scelgono l’intermediario più affidabile. Ma sono semplicemente rastrellati durante le retate nei quartieri neri delle città libiche e costretti a partire contro la propria volontà. La traversata è gratuita. Paga il regime. È l’ultima arma rimasta al regime libico. Le bombe umane. L’obiettivo è spedirne oltremare il maggior numero possibile, come ritorsione contro i paesi europei. La sicurezza delle traversate è un optional. Evidentemente in Libia la vita di un nero non vale granché. Neanche agli occhi del leader panafricano Gheddafi.

L'insognata e lo scrittore che....spaccca

Fausta Dumano

Certi incontri ti segnano,ti rimangono dentro, incontri che non sai come sia possibile che il turbinio combinatorio abbia intrecciato nel tuo cammino, blocco notes, macchinetta fotografica, la location è il SATYRICON, ILCAFFE' LETTERARIO CULT DEL CENTRO STORICO, QUELLO CHE RIESCE A CONIUGARE CULTURA, MUSICA.......DIVERTIMENTO.''PROF VIENI STASERA,???? C'è uno che spacca.....spacca è una di quelle parole, che segnano la variabilità generazionale dellla lingua CARLO CANNELLA.......i miei studenti lo conoscono come fondatore di alcune tra le più amate band hardcore italiane: STIGE e AFFLUENTE, lo conoscono come attivista del movimento anarcopunk. Il motivo per cui è sbarcato a FROSINONE è per presentare il suo ultimo libro''TUTTO DEVE CROLLARE'' Daniele ci presenta reciprocamente come ''scrittori''e ci lascia......soli nella stesso spazio vitale, lui stasera è un fiume in piena.....io sono in quella fase, che si chiama ''SOGNO O REALTA???? Non capita tutte le sere a FROSINONE......UN ESPONENTE CULT DEGLI ANARCOPUNK......TUTTO DEVE CROLLARE......è il battesimo della nuova stagione letteraria del SATYRICON......con i nuovi proprietari del SATY......, mi sento in debito morale, ma questa è un' altra storia, i due fratelli DANIELE e MATTEO li ho traviati da una carriera di sicuri geometri......per farne due sognatori come la prof......La presentazione del libro è preceduta da una'' cena'', la nuova formula lanciata dal SATYRICON......perchè è proprio a tavola che si sprigionano le ''confessioni'' che fanno scattare il colpo di fulmine.......all' improvviso una ragazza pronuncia un nome, una goccia d' olio dissidente salta , macchiando la camicia dell' ospite.....quella goccia si è ribellata alla parola ''AGITATORE CULTURALE''.....MARCO PHILOPAT....Quella goccia, quella goccia d' olio apre lo scenario finalmente qualcuno si indigna ancora alla parola agitatore culturale.....CARLO comincia a raccontare la sua storia, che si interseca con la STORIA, una storia che non si studia sui libri a scuola, episodi e avvenimenti sono archeologia per una generazione che è cresciuta nell' era berlusconiana.....nei flash arriva l'esperienza in consiglio comunale, l'impotenza di dire no tra tanti si....''VOGLIO SCARDINARE IL MONDO, MINARNE LE FONDAMENTA. PEGGIO VOGLIO ESTIRPARE IL SENSO DI COLPA, il cilicio amoroso.......''TUTTO DEVE CROLLARE , un romanzo, che spacca, un romanzo che divide, un romanzo che è rimasto a lungo senza editore, anche VIBRISSE, L' EDITORIA ON LINE DI MOZZI......si è spaccata......Poi arriva PERDISAPOP il romanzo è cartaceo tra mille difficoltà di distribuzione, LUIGI BERNARDI lo candida al  premio strega TUTTO DEVE CROLLARE  già il titolo racchiude la filosofia del messaggio, un romanzo costruito in tre atti intersecati da una narrazione interna particolare nel linguaggio , che diventa un cerchio , il padre un ex anarchico fuggito in BRASILE, che stupra la moglie bambina, MARTA, la figlia punk e nuovamente il padre, protagonista il potere, che non è mai stupido......un romanzo che sorprende , un finale che sorprende spaccando.....o lo amo o lo detesti......io lo amo......CARLO COLLINA oggi è anche editore......si dice che la fine di una storia è già scritta all' inizio.....devo andare via domani mi aspetta il discount di mary star gelmini nella landa, lui partirà per ASCOLI.....cercava la mozzarella ciociara, si aspettava una FROSINONE NERA,dove qualcuno avrebbe cercato di aggredirlo, ha trovato un antipasto creativo, una pizza , una goccia dissidente di olio e la sorpresa di giovani che parlano di un libro, sorseggiando un cuba libre......una serata che ''SPACCA''

Berlusconi e il plagio letterario

Giacomo Salerno


Silvio Berlusconi non si priva nemmeno del plagio letterario, molto indicativo della sua personalità inclinata verso la manipolazione di fatti e persone. L’imputato Silvio Berlusconi non si è fatto mancare nella sua carriera anche il gusto di aver rubato e fatto proprio uno scritto altrui: pubblica a suo nome una edizione di Utopia di Tommaso Moro, copiata di sana pianta dall’edizione del professore Luigi Firpo di Torino per l’editore Guida di Napoli. Ecco il resoconto dei fatti come narrati da quotidiano L’Unità.

“Un giorno d’estate di metà anni 80 Luigi Firpo se ne stava in poltrona nella sua villa sulla collina torinese con la moglie Laura. Faceva zapping in tv. Su Canale 5 una graziosa signorina intervistava il padrone, Silvio Berlusconi. E ne magnificava l’enorme bagaglio culturale: “Lei è anche un grande studioso dei classici…”. Il Cavaliere si schermiva: “Ma no, non dica così…”. E lei: “Sì, invece, non faccia il modesto. Lei, dottore, ha appena pubblicato un’edizione pregiata dell’Utopia di Tommaso Moro, con una bellissima prefazione e una perfetta traduzione dal latino…”. E lui: “Beh, in effetti il latino non lo conosciamo tutti, bisogna tradurlo…”

Firpo, grande intellettuale torinese, polemista della “Stampa” con i suoi “Cattivi pensieri”, soprattutto docente universitario di storia delle dottrine politiche e fra i massimi esperti di cultura rinascimentale, drizzò le antenne. Anche perché aveva da poco tradotto e commentato un’edizione dell’”Utopia” per l’editore Guida di Napoli. L’intervistatrice comincia a leggere la prefazione del Cavaliere.

Dopo le prime due frasi, l’anziano studioso fa un salto sul divano: “Ma la prefazione la mia! Copiata parola per parola! Chi è questo signore? Come si permette?”. L’episodio è tornato in mente a Laura Salvetti Firpo, la vedova, qualche giorno fa, quando Silvio Berlusconi in una delle sue tele-esternazioni elettorali si è così descritto in terza persona: “Il presidente del Consiglio si è nutrito di ottime letture e ha un curriculum di studi rilevantissimo…”. È corsa in archivio, ha estratto una cartella intitolata “Berlusconi”, ha trovato uno strano bigliettino autografo del Cavaliere e ha deciso di raccontarne il retroscena.

“Era subito dopo le vacanze estive, credo in settembre. Firpo (lei lo chiama rispettosamente così, ndr), quando scoprì in tv che Berlusconi aveva copiato la sua versione dell’Utopia, si attaccò subito al telefono per avere quel libro. Gli risposero che era un’edizione privata, in pochi esemplari, riservata all’entourage del Cavaliere. Tramite l’associazione milanese degli Amici di Thomas More, riuscì a procurarsi una copia in visione. La sfogliò e sbottò: ‘Non è un plagio, è peggio! Quello ha copiato interi brani della mia prefazione e la mia traduzione integrale dal latino, mettendoci la sua firma. Non ha cambiato nemmeno le virgole!’. Prese carta e penna e scrisse a Berlusconi, intimando di ritirare subito tutte le copie e annunciando che avrebbe sporto denuncia. Qualche giorno dopo squillò il telefono di casa: era Berlusconi”.

A questo punto inizia un irresistibile balletto telefonico, con il Cavaliere che cerca scuse puerili per placare l’ira dell’austero cattedratico, e questi che, sbollita la furia, si diverte a giocare al gatto col topo. Firpo si fa beffe del plagiatore smascherato, minacciando di mettere in piazza tutto e trascinarlo in tribunale. “Berlusconi – ricorda la moglie – incolpò subito una collaboratrice, che a suo dire avrebbe copiato prefazione e traduzione a sua insaputa. E implorò Firpo di soprassedere, pur precisando di non poter ritirare le mille copie già stampate e regalate ad amici e collaboratori. Firpo, capito il personaggio, cominciò a divertirsi alle sue spalle. Lo teneva sulla corda con la causa giudiziaria. E Berlusconi continuava a telefonare un giorno sì e un giorno no, con una fifa nera. Pregava di risparmiarlo, piagnucolava che uno scandalo l’avrebbe rovinato”.

Pure Franzo Grande Stevens, famoso avvocato e consigliere di casa Agnelli, che di Firpo era amico anche per via della comune candidatura nel Pri, seguì la faccenda da vicino: “Firpo mi raccontò di quel plagio. Era esterrefatto. Anche perché Berlusconi, anziché scusarsi, dava la colpa a una segretaria: ‘Eh professore, sapesse, qui non ci si può più fidare di nessuno…’. Poi cercò di rabbonirlo con regali costosi, che il professore rispedì sdegnosamente al mittente”. “Passava – ricorda la moglie Laura – intere mezz’ore al telefono col Cavaliere. E alla fine correva a raccontarmele, fra l’indignato e il divertito: ‘Sapessi quante barzellette conosce quel Berlusconi. È un mercante di tappeti, una faccia di bronzo da non credere, sembra di essere in una televendita”.

Il tira e molla si trascinò per diversi mesi. Anche con uno scambio di lettere, ancora riservate (saranno pubbliche solo nel 2009, vent’anni dopo la morte dello studioso). Per ora c’è solo quel bigliettino rimasto nei cassetti della signora Laura, visto che era indirizzato anche a lei: “Accompagnava un doppio regalo per Natale, credo del 1986. Nel frattempo Berlusconi aveva pubblicato un’edizione riveduta e corretta dell’Utopia, senza più la prefazione copiata e con la traduzione di Firpo regolarmente citata. Ma Firpo seguitava a fare l’offeso, ripeteva che la cosa era grave e la stava ancora valutando con gli avvocati.

Un giorno lo invitarono a Canale 5 per parlare del Papa e si ritrovò Berlusconi dietro le quinte che gli porgeva una busta con del denaro, ‘per il suo disturbo e l’onore che ci fa’. Naturalmente la rifiutò. Poi a Natale arrivò un corriere da Segrate con un bouquet di orchidee che non entrava neppure dalla porta e un pacco: dentro c’era una valigetta ventiquattrore in coccodrillo con le cifre LF in oro”. Il biglietto d’accompagnamento è intestato Silvio Berlusconi, datato “Natale 1986″ (ma l’ultima cifra è uno scarabocchio) e scritto a penna: “Molti cordiali auguri e a presto… Spero! Silvio Berlusconi”. Poi una frase aggiunta a biro: “Per carità non mi rovini!”. Ma Firpo continuò il suo gioco: “Rispedì la borsa a Berlusconi, con un biglietto beffardo: ‘Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma gli oggetti di lusso non mi si confanno: sono un vecchio professore abituato a girare con una borsa sdrucita a cui sono molto affezionato. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi’… Non lo sentimmo mai più”.

Ecco l’uomo, un buffone, mentitore di professione che per apparire colto deve rubare quello che non è né potrà mai essere perché non si compra con i soldi come si comprano le prostitute e i cardinali.

Riforme economiche e sociali a Cuba

Associazione politico culturale "20 ottobre"


Le riforme economiche e sociali che il Governo di Cuba ha approvato lo scorso aprile per rilanciare l’economia nonostante l’embargo imposto dagli Stati uniti ormai da 50 anni, sono state al centro di un  incontro dibattito che l’Associazione Politico-Culturale “20 Ottobre” ha organizzato negli scorsi giorni a San Giorgio a Liri.
A confrontarsi su questo tema di attualità, sono stati Luciano Vasapollo, docente universitario della Sapienza e Efrain Echeverria, direttore del dipartimento di marxismo-leninismo presso l’Università di L’Avana. A moderare l’incontro è stato Enzo Di Brango, direttore della rivista “Nuestra America”
Cuba, nei prossimi cinque anni, sarà interessata da una estesa distribuzione della terra ai singoli ed alle operative per rilanciare l’agricoltura ed aumentare la produttività del lavoro.  Cuba sarà il fulcro, insieme a Venezuela ed Equador, della transizione di tutta l’America Latina al socialismo del XXI secolo.
“Ringrazio il compagno  Efrain  per il suo prezioso contributo- ha detto Oreste Della Posta , esponente di spicco dell’Associazione Politico-Culturale “20 Ottobre. Con questo dibattito si è aperto uno squarcio di verità su Cuba. Verità nascosta – ha dichiarato Della Posta – dai mass-media che abbondano di campagne diffamatorie su Cuba. Anche la sinistra non è da meno – ha continuato. Basti ricordare che recentemente un suo esponente ha paragonato Fidel Castro a Cheddafi. Una vergogna.”
“Nel mese di ottobre- ha annunciato Oreste Della Posta – l’Associazione “20 Ottobre” organizzerà un seminario con professori cubani sul della svolta economica un Sud America.”

28/05/2011, Frosinone 

venerdì 27 maggio 2011

Concerto Gigi D'Alessio a SUCATE DAL VIVO

Luc Girello



Come al solito dobbiamo denunciare l’opera di  disinformazione che i canali  Rai trasmettono a più non posso sulle elezioni  di Milano. Altro che par condicio.  Sulle reti comuniste: Rai, La7 e Sky, su tutti i giornali comunisti, si è diffusa la notizia che la manifestazione  di chiusura della campagna elettorale per Moratti Sindaco, organizzata in piazza duomo, è andata deserta. Altra   notizia falsa e tendenziosa riguardava la mancata partecipazione del cantante New Melodico napoletano Gigi D’Alessio per dissidi razzisti con i leghisti. Ora non sappiamo se per disinformazione o per sabotaggio comunista MA LE DUE NOTIZIE SONO FALSE. Precisiamo che in piazza Duomo non era previsto nulla   per il semplice motivo che il concerto di chiusura per la campagna elettorale di Madama Moratti si è tenuto da tutta altra parte: a Sucate, periferia est di Milano. Questo luogo di estrema periferia ha subito uno sfregio urbanistico intollerabile. Clandestinamente  uomini dell’entourage di Pisapia hanno edificato una Moschea abusiva. Era dunque doveroso chiudere la campagna elettorale vicino ai cittadini di Sucate i quali  hanno dovuto subire questo sopruso da parte dell’avvocato bolscevico.  In via Giandomenico Pupparo, alla presenza del futuro sindaco Lady Moratti, di Umberto Bossi, di Matteo Salvini e del governatore della Lombardia Formigoni si è svolto dunque il previsto concerto di Gigi D’Alessio. Noi siamo in grado di mostrarvi le foto dell’evento e di trasmettere il brano con cui la cantante New Melodico Napoletano ha concluso la sua performance. Una straordinaria esecuzione di “O’ surdato innamorato” con i cittadini in tripudio a  SUCATE DAL VIVO.




Melma sui Referendum

Luciano Granieri

Che  i referendum siano una spina nel fianco per il malfermo governo è una dato di fatto. Dopo le amministrative, se il 12 e il 13 giugno si dovesse raggiungere il quorum, tutta la baracca del centro destra andrebbe a scatafascio. Dunque per i movimenti referendari il compito diventa sempre più arduo. Oltre che combattere strenuamente  per  avere visibilità e suqarciare il velo di omertà mediatico-mafiosa che avvolge i quattro quesiti, oltre che subire l’ennesimo smacco dal presidente della Repubblica, il quale in barba L'ART.77  della Costituzione ha firmato il decreto omnibus dove è inscritto lo scippo del referendum sul nucleare, ci si deve  sporcare le mani contro la melma fascista. Data  l’importanza della posta in palio i Berluscones hanno sguinzagliato per le strade delle città la loro fangosa manovalanza. I ratti di Caccapound si divertono a coprire con le loro schifezze i manifesti regolarmente attaccati dai comitati a favore della campagnia referendaria. Ciò che è accaduto a Frosinone la notte scorsa, documentato dalle foto di Marina Kovari  ne è un chiaro esempio. Dopo che i nostri compagni del comitato territoriale per il referendum contro il nucleare avevano finito di attaccare i manifesti sugli spazi regolarmente prenotati presso il comune (19-20), abusivi extracomunitari della democrazia hanno sovrapposto la loro sporcizia abusiva sull’affissione referendaria. Sporcizia abusiva attacchinata da marmaglia abusiva della democrazia, il cui mandante è un presidente del consiglio abusivo eletto con una legge elettorale abusiva. Aveva ragione qualche nostro nonno il quale sosteneva che : l’unico errore dopo il 25 aprile è stato quello di abbandonare il fucile. Facciamo appello al  Comune di Frosinone, affinchè  commini a Caccapound la multa per affissione abusiva e devolva il ricavato ai movimenti referendari. E’ il minimo che un comune possa fare dopo aver approvato una MOZIONE  nella quale si dichiara antifascista e vieta ogni manifestazone che si rifà all’idelogia fascista. 

 

































Napolitano garante della legalità? UTOPIA, PURA UTOPIA

LANTIFASCISTA












































Fonte http://www.unita.it


Il Presidente della Repubblica Napolitano ha promulgato la legge di conversione del dl Omnibus. È quanto si apprende da fonti parlamentari. Il Capo dello Stato ha promulgato la legge perché nella disposizione, così come riformulata dal Parlamento, non sono stati riscontrati palesi motivi di illegittimità costituzionale. Il sì al dl, per quel che riguarda le norme relative al nucleare, trova sostegno anche nella sentenza della Corte Costituzionale 68 del 1978 che demanda all'ufficio centrale elettorale presso la Corte di Cassazione il controllo sull'eventuale trasferimento dei quesiti referendari nel nuovo testo.

«Prendiamo atto e rispettiamo la decisione di Napolitano: non poteva fare altrimenti. Resta il fatto che gli effetti di questa legge sono una truffa ai danni dei cittadini, perché governo e maggioranza tentano in maniera prepotente di impedire che si svolga il referendum, calpestando il diritto di voto degli italiani». Lo afferma in una nota il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: «Per questa ragione, abbiamo già presentato un'istanza alla Corte di Cassazione e l'abbiamo rinnovata con una ulteriore memoria esplicativa. La Cassazione ha già fissato l'udienza per il 1 giugno». «Ci batteremo contro l'arroganza del governo Berlusconi al fine di impedire questo scippo di democrazia», conclude Di Pietro. 

giovedì 26 maggio 2011

Appello per i Referendum di Mattei, Grande Stevens, Rodotà, Zagrebelsky ed altre personalità del mondo dell'economia, della cultura e della scienza

http://www.siacquapubblica.it




Le recenti manovre del Governo volte ad evitare il voto referendario attraverso l’ affrettata predisposizione di atti aventi forza di legge in materia di nucleare e di acqua costituiscono un caso di scuola di abuso del potere della maggioranza ai danni del pronunciamento diretto tramite referendum del corpo elettorale.  Quali che siano le forme tecniche che si porranno in essere, è del tutto evidente che il solo scopo di questa iniziativa è scongiurare un voto popolare che si teme ampiamente a favore dell’ abrogazione definitiva di ogni piano nucleare e delle norme di legge relative all c.d. privatizzazione dell’ acqua.

Oltretutto la forma del Decreto Legge, resa necessaria dai tempi ormai prossimi del voto,  mancherebbe dei requisiti costituzionali della necessità e dell’ urgenza, oltreché della tempistica necessaria per la sua conversione, aggiungendo un ulteriore vulnus costituzionale a questo triste attacco alla democrazia diretta.  Il Governo, non pago di aver rifiutato l’ election day confidando in tal modo di poter scongiurare il realizzarsi del quorum referendario, sperperando centinaia di milioni di Euro in violazione del precetto costituzionale di imparzialità e buona amministrazione, cerca con ogni mezzo di impedire il legittimo esercizio del pronunciamento popolare richiesto da oltre due milioni di  cittadini che hanno firmato per i referendum.
Indipendentemente dalla nostra posizione sul merito dei quesiti, riteniamo che il fine perseguito dal Governo sia così palesemente in contraddizione con lo spirito delle richieste referendarie da rendere giuridicamente impercorribile questo escamotage. 


Ugo Mattei, Franzo Grande Stevens, Luca Nivarra, Gianni Ferrara, Gaetano Azzariti, Alberto Lucarelli, Giangiacomo Migone, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Elisabetta Grande, Giacomo Marramao, Livio Pepino, Nerina Boschiero, Laura Pennacchi, Cristina Trucco, Giorgio Parisi, Eva Cantarella, Pietro Rescigno, Elena Paciotti, Lorenza Carlassarre, Marcello Cini, Luigi Ferrajoli, Guido Martinotti, Elsa Fornero.


Suvvia Presidente Napolitano NON FIRMI!!!

Luciano Granieri

Lo scippo del referendum contro il nucleare è passato con l'approvazione definitiva del decreto Omnibus. La parola spetta ora al presidente della Repubblica Napolitano il quale potrebbe porre qualche distinguo. Ad esempio non ci sono  le condizioni di necessità e urgenza come previsto dall'Art.77 della costituzione per l'approvazione del decreto. Inoltre la sospensione del piano energetico alla luce di quanto riportato nel comma 1  del decreto è transitoria e dunque non rispetta lo spirito referendario che prevede l'abrogazione definitiva del nucleare e non una sua moratoria. Per questi motivi in base anche all'art 74 della Carta Napolitano potrebbe chiedere una nuova deliberazione alle camere con il messaggio motivato che chiarisca quali siano "i casi  straordinari di necessità e urgenza " ai sensi dell'art.77. Le camere potrebbero approvare nuovamente la legge e rimandarla al presidente. Ma in questo caso passerebbe un mese, NON CI SAREBBE PIU' TEMPO e lo scippo di democrazia potrebbe essere sanato . E' già accaduto che il presidente della Repubblica non abbia  firmato un decreto appellandosi all'art. 77 . Fu in occasione della drammatica  vicenda di Eluana Englaro, quando il governo emanò un provvedimento d'urgenza  sul fine vita nel quale, per ingraziarsi il voto cattolico, si stabiliva a che l'idratazione e l'alimentazione forzata non costituivano  accanimento terapeutico e quindi  interrompere queste somministrazioni alla povera Eluana  sarebbe equivalso a commettere un omicidio . Napolitano non firmò rinviando il provvedimento alle camere       adducendo un precedente relativo proprio ad una situazione referendaria  : Riportiamo una parte della lettera in cui Napolitano spiegava i motivi che l'inducevano a non firmare Il decreto:



"Sotto il profilo dei presupposti di diritto, deve infatti considerarsi, anche un decreto emesso nel corso di un procedimento di volontaria giurisdizione, non ulteriormente impugnabile, che ha avuto ad oggetto contrapposte posizioni di diritto soggettivo e in relazione al quale la Corte di cassazione ha ritenuto ammissibile pronunciarsi a norma dell'articolo 111 della Costituzione: decreto che ha dato applicazione al principio di diritto fissato da una sentenza della Corte di cassazione e che, al pari di questa, non è stato ritenuto invasivo da parte della Corte costituzionale della sfera di competenza del potere legislativo. 

Desta inoltre gravi perplessità l'adozione di una disciplina dichiaratamente provvisoria e a tempo indeterminato, delle modalità di tutela di diritti della persona costituzionalmente garantiti dal combinato disposto degli articoli 3, 13 e 32 della Costituzione: disciplina altresì circoscritta alle persone che non siano più in grado di manifestare la propria volontà in ordine ad atti costrittivi di disposizione del loro corpo. 

Ricordo infine che il potere del Presidente della Repubblica di rifiutare la sottoscrizione di provvedimenti di urgenza manifestamente privi dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza previsti dall'art. 77 della Costituzione o per altro verso manifestamente lesivi di norme e principi costituzionali discende dalla natura della funzione di garanzia istituzionale che la Costituzione assegna al Capo dello Stato ed è confermata da più precedenti consistenti sia in formali dinieghi di emanazione di decreti legge sia in espresse dichiarazioni di principio di miei predecessori (si indicano nel poscritto i più significativi esempi in tal senso). 

Confido che una pacata considerazione delle ragioni da me indicate in questa lettera valga ad evitare un contrasto formale in materia di decretazione di urgenza che finora ci siamo congiuntamente adoperati per evitare". 

Poscritto 
Con una lettera del 24 giugno 1980, il Presidente Pertini rifiutò l'emanazione di un decreto-legge a lui sottoposto per la firma in materia di verifica delle sottoscrizioni delle richieste di referendum abrogativo" 


SUVVIA  PRESIDENTE NAPOLITANO. NON FIRMI


Fume Cosa

    

        Ministero della Pubblica Istruzione

          UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

Rete territoriale scolastica
“Il Fiume Cosa: da problema a risorsa”
con la collaborazione del
COMUNE DI FROSINONE

INCONTRO IN/FORMATIVO
(per stare insieme/per discutere del nostro fiume)  

Venerdì 27 maggio 2011 ore 9.00

Sala del Consiglio Comunale

Viale Mazzini -  FROSINONE




ORE 9.30 - INTRODUZIONE

Prof. ssa Rosalba Vellucci
Dirigente Scolastico - Coordinatore della Rete: “Il Fiume Cosa da problema a risorsa”


Ore  10.00 – PROIEZIONE VIDEO

prof. Carlo maniccia
Naturalista – Associazione Sylvatica
LA Flora e LA fauna nell’ecosistema del fiume Cosa
                                 
Ore   10. 30 - INTERVENTI


DOTT. RAOUL PARLANTI
Rappresentante delle Associazioni aderenti della Rete: “Il Fiume Cosa da problema a risorsa”
Il punto di vista delle Associazioni sulle prospettive per il fiume Cosa e per il Parco fluviale

DOTT.  MICHELE MARINI
Sindaco del Comune di Frosinone
Quale futuro per il fiume Cosa?

Dibattito

prof. francesco raffa
Assessore alla tutela ambientale del Comune di Frosinone
CONCLUSIONI sull’esperienza

Ore    11.30 - a lezione sul campo  (stazione di base dell’ascensore inclinato)

dOTT. MASSIMO CICCARELLI
Biologo - Esperto sugli ecosistemi fluviali
A scuola sul fiume

Nell’atrio della Sala del Consiglio Comunale sarà allestita una mostra fotografica sul fiume Cosa
a cura della Scuola Secondaria di primo Grado FR III


INFOLINE: ISTITUTO TECNICO PER GEOMETRI via Trasimeno 15 – 03100 Frosinone
TEL.0775.872410 – FAX 0775.872411 E-mail: frtl01000g@istruzione.it 

Ricordiamo Alberto Brasili per tenere viva la mobilitazione antifascista

Memoria Antifascista



Il 25 maggio è stato l'anniversario dell'assassinio di Alberto Brasili. 36 anni fa un gruppo di fascisti lo accoltellava in via Mascagni assieme alla sua fidanzata che si salvò dall'agguato. Uno dei tanti episodi di squadrismo che hanno segnato la vita della città di Milano. 
Negli ultimi anni è cresciuta pericolosamente a Milano la presenza e l'attività di gruppi dichiaratamente fascisti e nazisti. Un'attività che non si è limitata alla propaganda di odiose e illegali ideologie condannate dalla storia, ma si è concretizza sempre più in azioni violente. Un ritorno agli anni Sessanta, quando le squadracce erano usate per intimidire, aggredire e terrorizzare i lavoratori e gli studenti che lottavano per difendere i propri diritti. Allora i fascisti erano protetti e incoraggiati da chi li utilizzava come mano d'opera lanciata contro le rivendicazioni popolari. In quegli anni numerosi giovani persero la vita, assassinati dai fascisti o uccisi in scontri di piazza, mentre si battevano per maggiore giustizia sociale e in difesa della democrazia minacciata. 
Ma oggi c'è un ulteriore elemento di estrema gravità: i gruppi neofascisti sono contigui alle forze politiche al governo del Paese e della città e molto spesso fanno parte delle stesse coalizioni elettorali. Un fattore che consente loro di organizzare indisturbati una propaganda che nega i valori dell'antifascismo e della Resistenza, aprire sedi e organizzare spedizioni punitive, come è accaduto lo scorso 29 aprile contro l'iniziativa in ricordo di Gaetano Amoroso, un giovane antifascista colpito a morte nel 1976. Una situazione che non può più essere trascurata, anche perché inserita in un contesto europeo che vede in molti paesi una preoccupante crescita dei movimenti fascisti e nazisti. 
Milano non si merita di essere infangata in questo modo, la capitale della Resistenza deve difendere la propria dignità. Serve una forte e ampia campagna informativa, culturale ma anche di concreta mobilitazione per impedire a questi gruppi di nuocere alla vita democratica della città. 
Lanciamo un appello a tutte le forze democratiche e antifasciste, ai lavoratori, agli studenti, ai singoli cittadini perché facciano sentire la loro voce, per ribadire ancora una volta che i conti con il fascismo sono stati chiusi nell'aprile del 1945 e che i partigiani sono coloro che hanno restituito l'onore all'Italia. 
Negli scorsi decenni tanti giovani sono stati uccisi nelle strade di Milano in nome dei valori di libertà e dell'antifascismo e le lapidi che ne ricordano il sacrificio sono accanto a quelle dei caduti della Resistenza. 

Napoli: Ci prova pure Lettieri: "Mi hanno aggredito a colpi di volantini

dal quotidiano "il manifesto" del 25 maggio Francesco Pilla

Il candidato del Pdl Gianni Lettieri ci  riprova,  e sulla falsariga della strategia  Moratti ripropone la carta dell'aggressione : "Alcuni estremisti dei CARC mi hanno costretto ad abbassare il finestrino e hanno lanciato dentro la macchina due volantini con su scritto 'vota Luigi De Magistris" ha raccontato. "Terroristi, ci sarà stato dell'antrace", scherzano i sostenitori dell'ex magistrato. Lettieri però fa sul serio e durante un faccia a faccia su un emittente locale ha accusato il candidato dell'Idv Fds anche per l'aggressione di due volontari del Pdl  che lunedì sera sarebbero stati malmenati da esponenti dei centri sociali.
"Devi prendere le distanze da questi violenti, nelle tue liste sei appoggiato dai CARC e da personaggi facinorosi" ha incalzato Lettieri. "L'aggressione nei tuoi riguardi è stata solo verbale . Ricordo invece che un commando neonazista con dentro un tuo candidato ha aggredito un ragazzo dei collettivi studenteschi. Sono orgoglioso delle mie liste, con me non c'è nessun violento"ha risposto De Magistris. Il riferimento è al blitz di fine aprile alla facoltà di architettura, quando Enrico Tarantino, candidato alla municipalità, fu coinvolto assieme ad esponenti di CasaPound  nell'accoltellamento di un universitario. Ma Lettieri fa finta di niente, si autoproclama come l'unico in grado di rappresentare i moderati  e nel frattempo stringe un patto elettorale  con l'Msi di Rauti per accaparrarsi i 1600 voti del candidato sindaco Vittorio Lamberti. E rinfaccia allo sfidante una futura giunta di pericolosi comunisti, dall'economista  Riccardo Realfonzo all'ex senatore di Rifondazione Tommaso Sodano  che per primo denunciò alla procura di Napoli le magagne del ciclo di smaltimento dando il via al processo contro l'Impregilo. "Sono persone dalle mani pulite" ha contrattaccato De Magistris spiegando di volere in squadra molte donne  e under  40.

Sugli attacchi di oggi di Lettieri al Partito dei CARC, ASP e SLL

 CARC Federazione Campania 

Qualche ora fa Lettieri ha emesso una nota stampa in cui attaccava il Partito dei CARC, il Sindacato Lavoratori in Lotta e l'Associazione Solidarietà Proletaria "colpevoli" di aver lanciato dentro la sua auto dei
volantini in sostegno a Luigi De Magistris, durante lo "sciopero al contrario" tenutosi questa mattina presso il Parco Robinson di Fuorigrotta (i disoccupati e precari BROS organizzati dall'SLL hanno pulito il parco per
renderlo utilizzabile alle masse popolari, collegando questa iniziativa alla battaglia per la conquista di un lavoro utile e dignitoso per tutti). Inoltre, nella nota stampa emessa dal burattino di Cosentino e quindi della
camorra, si dice che Fabiola D'Aliesio, della Direzione Nazionale del P.CARC e candidata al comune con la lista Napoli è Tua, è inquisita per aver creato il sito "caccia allo sbirro" in cui sono resi noti volti e nomi di agenti delle forze dell'ordine.  In realtà le cose non stanno in questi termini: la compagna Fabiola non è
inquisita in questo procedimento (lo è in un altro: è inquisita perché "ha osato" denunciare pubblicamente le collusioni tra camorra e politica e la compravendita di voti durante le elezioni comunali di Quarto del 2006, dove era candidata come sindaco per la Lista Comunista! Basta fare una ricerca su internet per verificare la notizia). Nel procedimento a cui si riferisce Lettieri inerente al sito "caccia allo sbirro" sono inquisiti Angelo
D'Arcangeli (membro della Direzione Nazionale del P.CARC), Vincenzo Cinque (membro della Segreteria Nazionale del SLL), Romano Rosalba (del P.CARC) e Fabrizio Di Mauro. Contro questi compagni l'8 giugno avrà inizio il processo a Bologna. Sono migliaia i lavoratori, i sinceri democratici, i politici, le
personalità e gli intellettuali che hanno sottoscritto l'appello "Vigilanza Democratica" (reperibile sul sito  <http://www.carc.it/> www.carc.it e sul sito  <http://www.cacciallabuso.net/> www.cacciallabuso.net) in solidarietà con questi compagni, contro questa montatura giudiziaria e per la salvaguardia del diritto di rendere noti i volti e nomi degli agenti delle forze dell'ordine che commettono abusi, contrastando così l'impunità e le
coperture che ricevono dai poteri forti: da Margherita Hack a don Paolo Farinella, da Italo di Sabato (Osservatorio contro la Repressione) ad Ulderico Pesce, da Maria Ciuffi (madre di Marcello Lonzi) a Gioacchino Genchi, da Dino Greco (diretto di Liberazione) a Gabriele Polo (direttore editoriale de Il Manifesto), da Alessandro Fucito a Francesco Paolo Oreste (il poliziotto che a Terzigno si rifiutò di eseguire gli ordini e denunciò gli abusi), da Antonio D'Acunto (presidente onorario VAS Campania) a Rinaldi Pietro (Insurgencia), da Michele Franco (USB Campania) a Daniele Maffione (ANPI Campania), da Lucia De Cicco (presidio di Taverna del Re) a partigiani come Miriam Pellegrini Ferri.  Evidentemente la velina che è stata passata a Lettieri rispetto alla compagna Fabiola è stata fatta in "fretta e furia": e non esiteremo a
querelarlo. La questione di fondo però è un'altra: è giusto o meno denunciare pubblicamente e rendere noti i volti e i nomi di chi pesta i disoccupati (come l'agente della DIGOS di Napoli, Trocino, che più volte si è contraddistinto per abusi e pestaggi nei confronti dei precari BROS e disoccupati, fino ad arrivare a spaccare la schiena ad uno di loro a colpi di manganello), di chi stupra immigrati nei CIE e nelle caserme, di chi uccide detenuti con percosse e sevizie, di chi spara sui manifestanti, di chi manganella pensionati e donne con bambini? E' giusto o no esercitare una vigilanza democratica contro gli abusi di polizia e gli attacchi ai diritti
politici e umani? E' giusto o no lottare contro l'impunità e per l'applicazione della Costituzione? Lettieri con la sua dichiarazione sembra proprio di non condividere queste necessità. E chiede a De Magistris di prendere le distanze! Da cosa? Dalla diffusione di volantini (che intralciano, effettivamente, il lavoro di compravendita di voti perché rischiano di alimentare la ribellione nelle masse popolari contro i poteri forti) e dalla vigilanza democratica contro gli abusi di polizia per l'applicazione della Costituzione!  La cosa non sorprende! Lettieri ha candidato fascisti dalle lame facili (Tarantino) e politici in odor di camorra nelle sue liste e qualche giorno fa ha siglato l'accordo con Pino Rauti: ma a chi vuol dare lezioni di democrazia? Inoltre, ieri si è consumata l'ennesima aggressione fascista: Luciano, compagno del PRC circolo Avvocata Karl Marx, è stato assalito mentre tornava a casa da fascisti che tenevano un gazebo di Lettieri e che si sono avventati su di lui perché aveva il nastro arancione, simbolo della lista Napoli è Tua! A Luciano va tutta la nostra solidarietà 




Difendiamo i diritti politici conquistati con la Resistenza Partigiana!

Respingiamo gli attacchi della destra eversiva, fascista e camorrista!

Applichiamo la Costituzione!

mercoledì 25 maggio 2011

Comitato cittadino Pasquale Del Prete per i referendum

Ilaria Capogrossi


Lo stato di confusione che regna nel centro destra nazionale dopo le elezioni amministrative ha condizionato irreparabilmente anche il PDL di Pontecorvo. Questa mia affermazione trova conferma dopo l’articolo apparso ieri sui quotidiani locali. Secondo i coordinatori del centro ciociaro, infatti, il prossimo 12 e 13 giugno il referendum andrebbe disertato poiché, secondo  costoro, il comitato cittadino Pasquale Del Prete non è altro che uno strumento politico in mano alla sinistra. Oltre a questa grave affermazione ci sarebbe poi una posizione paradossale per cui l’invito a disertare le urne sarebbe anche la conseguenza del presunto disimpegno dell’On. Di Pietro dopo che lo stesso qualche tempo fa è stato applaudito proprio a Pontecorvo e proprio dinanzi l’ospedale Del Prete. 
La verità di fatti passa attraverso altre argomentazioni! Attaccare cosi gravemente un comitato cittadino che si è sempre battuto per salvare il nostro nosocomio significa non aver capito nulla della risposta democratica vera. Oltre a mancare di rispetto verso il coordinamento stesso di quel comitato, si elude la questione principale: il coinvolgimento giudiziario di alcuni comuni cittadini che hanno semplicemente manifestato il loro disagio. Il compagno Guglielmo Maddè, nonostante fosse iscritto con il partito della Rifondazione Comunista, si è sempre caratterizzato come un cittadino appartenente al cosiddetto “popolo giallo” senza implicazioni di nessun genere del partito stesso, che non si è mai appropriato di nessun strumento umano di lotta. All’interno della Federazione della Sinistra, i compagni Nobile e Peduzzi hanno cercato di affrontare in consiglio regionale attraverso  qualche interrogazione le implicazioni del piano Polverini sulla sanità ciociara. A onor del vero anche l’On. Annamaria Tedeschi (IDV) ha dato il proprio contributo per affrontare questo scempio e risolverlo con proposte bocciate dalla giunta regionale di centro destra. Andrebbe ricordato a questi famigerati coordinatori della PDL pontecorvese che in una democrazia compiuta è l’esecutivo che ha capacità di indirizzo e non l’opposizione. Dunque se rendessero dietro le loro tessere di partito si comporterebbero come dei veri  galantuomini, senza strumentalizzare una campagna referendaria nata da un comitato per l’acqua pubblica e con il contributo significativo delle sinistre che mette al centro della questione politica il merito sulla società futura che gli “uomini liberi” vogliono costruire. I quattro SI ai referendum del 12 e 13 giugno, qualora questo governo reazionario non riuscisse a metterli in discussione, andrebbero in una sola direzione, cioè il ribaltamento dei valori che costituiscono la nostra società. Quattro SI vuol dire che il popolo sovrano vuole togliere l’acqua dalle mani sporche dei poteri forti, significa impedire la costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro Paese in controtendenza a ciò che si fa nei paesi più civili, significa salvare la magistratura da un attacco sconsiderato del Presidente del Consiglio che vuole autodeterminare la propria incolumità davanti ai cittadini.  Il partito della Rifondazione Comunista sarà presente sabato 28 maggio a Pontecorvo in Piazza Porta Pia per informare la cittadinanza sull’importanza della battaglia referendaria che è anche una battaglia di legalità democratica.


Distinti saluti, Ilaria Capogrossi responsabile provinciale ambiente e organizzazione del Partito della Rifondazione Comunista.

Vuoto Intermittente

Luciana Lisi




Il cuore è indubbio
  
intermittente

ed intanto la mia presenza

e' sempre in incidente .

vuoti

e

continui passi incerti ;                                                   

vuoto

tu che fermi il tempo

la tua immobilita' schiacciata

in questi specchi e' una follia

in quell' intermittenza..

c'e'

vuoto

in uno scricchiolio di quella parte

bussai nell'aldila'

lo vediiii e lo sentii'

e sapere chi e'

fu un leggero piacere                                                                   

in un solo respiro di

intermittenze..

ma la mattina

senza trucco

malamente sciatta

nel mio silenzio                                     


mi svegliai 

nel vuoto

in 1 fiume di lacrime 

in un solo respiro

di un vuoto

sola tu ed io:

vuoto 

silenzi

inganni

in dubbio

in una tela di

colori di penelli:

in intermittente

Astrattismo onirico e orgia sonora

Luc Girello


Questa serie di opere di Valerio Calcagni traggono la loro forza emotiva dallo scaturire naturale delle forme. Queste non sono racchiuse in tratti precisi , non sono circoscritti da confini grafici , è solo  il colore che definisce l'immagine. La stessa  impresa creativa, trasferita in musica, è compiuta dal quartetto di Enrico Rava. Le improvvisazione dello stesso Rava alla tromba, di Franco D'Andrea al piano, di Furio Di Castri al contrabbasso e Bruce Ditmas alla batteria, non sono racchiuse in una precisa  forma armonica , ma fluiscono da semplici scale, da una scarna  sequenza di arpeggi. Da una singola nota nasce , un'orgia sonora

I brani: “Outisider” e “Ah



Aquino per il "SI"

Per il comitato del SI  Claudio  Caprio   

Grande interesse ha suscitato ad Aquino l’iniziativa svoltasi per la difesa dell’acqua pubblica e contro il nucleare, che ha visto l’intervento del coordinatore dei comitati del SI ai referendum Gonzales Riccardo. Il comitato di Aquino esprime tutta la sua soddisfazione per il successo e comunica che a breve ci saranno nuove iniziative per promuovere la partecipazione al voto referendario. Nel suo intervento il dott. Gonzales ha affermato che l’acqua è un bene pubblico precisando che la privatizzazione nelle zone dove è stata attuata ha prodotto solo tariffe più alte e gravi disservizi; per questo bisogna tornare ad una gestione pubblica che sia efficiente e produttiva. Per quanto riguarda l’energia nucleare, ha affermato  che mentre paesi come la Germania cercano di evitare tale energia puntando su quelle rinnovabili, l’Italia invece vuole tornare al ricorso di tale fonte energetica.   Anche  Oreste Della Posta a nome dell’associazione “20 ottobre” ha voluto  ribadire i quattro SI  affermando che la giustizia è uguale per tutti e per tale motivo occorre abolire il legittimo impedimento  ribadendo l’esigenza di votare per le giuste cause al fine di recuperare la fiducia dei cittadini. Il comitato del SI ai referendum di Aquino fa appello a tutti i cittadini affinché si impegnino a partecipare e a sostenere il comitato perché queste scelte se non fermate saranno un dramma per il futuro della generazioni. Ci saranno nuove iniziative tra cui una pedalata ecologica e un concerto per sostenere questa battaglia. I cittadini che vogliono sottoscrivere per il comitato o acquistare gadget possono rivolgersi presso il comitato.

LA LOTTA ESEMPLARE DEGLI OPERAI FINCANTIERI

Lega Internazionale dei Lavoratori - LIT


Sull'onda delle rivoluzioni arabe e della nuova fiammata di lotta di classe in Europa (Grecia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, ecc.) le lotte operaie cominciano a farsi sentire anche nel nostro Paese. I dispensatori di illusioni – dai ministri ai burocrati sindacali – che invitano gli operai ad “aspettare” tempi migliori e li convincono ad accettare accordi che prevedono licenziamenti di massa (magari camuffati dietro la facciata della “mobilità” o della “cassa integrazione straordinaria”), in queste ore hanno trovato la giusta risposta alle loro manovre truffaldine. Mentre Fincantieri ha presentato un piano che prevede più di 2500 licenziamenti e la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente (Genova) e Castellammare di Stabia (Napoli), cui si aggiunge un drastico ridimensionamento dello stabilimento di Riva Trigoso (Genova), la rabbia operaia non si è fatta attendere.
Castellammare: gli operai occupano il Municipio e bloccano la Statale 
Già nella tarda serata di lunedì 23 maggio gli operai del cantiere di Castellammare, a centinaia, hanno assediato la sede del Comune. Nonostante il dispiegamento di poliziotti pronti ad usare i manganelli contro chi rivendica il diritto a un posto di lavoro, decine di operai sono riusciti ad entrare nel municipio e a occupare per diverse ore l’edificio. Gli operai hanno dimostrato di capire perfettamente da che parte stanno i rappresentanti delle istituzioni locali: significativamente, hanno costretto sindaco, capitano dei carabinieri e vicesindaco a restare asserragliati nei loro uffici. Dopo mesi di vuoti proclami e inviti alla calma da parte dei rappresentanti delle istituzioni, oggi gli operai chiedono, giustamente, il conto: è l’espressione di una giusta rabbia contro chi, per mesi, ha dispensato menzogne (e continua a dispensarne: il sindaco ha avuto il coraggio di liquidare la protesta operaia come frutto di "infiltrazioni della camorra”!). La protesta operaia si è poi riversata sulla dtatale sorrentina, dove il traffico è stato bloccato da centinaia di manifestanti per diverse ore.
Genova: prefettura sotto assedio! 
La giusta rabbia operaia è esplosa anche a Genova dove, martedì mattina, centinaia di operai della Fincantieri hanno rotto le file di un corteo sindacale “istituzionale” – guidato dal sindaco di Genova e da altri rappresentanti delle istituzioni – e hanno cercato di assaltare il palazzo della prefettura, che, per l’occasione, era presidiato dai poliziotti in assetto antisommossa. Un operaio, di fronte ai manganelli della polizia, ha commentato ironicamente: “Ecco l’attenzione dello Stato che abbiamo ricevuto”. Ma gli operai non si sono lasciati intimorire: hanno prima gridato la loro rabbia contro l’amministratore delegato dell’azienda, Giuseppe Bono, e contro il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani. Subito dopo hanno tentato di sfondare il cordone della polizia, rivendicando il loro diritto a un posto di lavoro. La reazione da parte dei poliziotti è stata violenta: alcuni operai sono rimasti feriti. Ma i lavoratori in lotta hanno dimostrato di essere in grado di organizzare l’autodifesa e non si sono lasciati intimorire.
Occupazione dell’azienda e controllo operaio: l’unica risposta alla crisi Esprimiamo  pieno appoggio alla lotta degli operai del gruppo Fincantieri: una lotta che deve diventare d’esempio per tutti gli operai che oggi rischiano il posto di lavoro. Le promesse da parte di ministri e amministratori, gli accordi al ribasso siglati dai burocrati sindacali e dai loro portaborse (accordi che prevedono ammortizzatori sociali e mobilità), gli inviti alla “calma” e “all’attesa di tempi migliori” ora, anche agli occhi degli operai, si presentano per quello che sono: dei veri e propri imbrogli, utili solo a frammentare e placare le lotte, negli interessi dei profitti dei padroni. Gli operai della Fincantieri oggi dimostrano a tutta la classe lavoratrice come si risponde ai licenziamenti e alla chiusura degli stabilimenti: con la resistenza operaia, con la lotta dura, con la legittima difesa organizzata contro la violenza dei padroni e del loro Stato.
Le direzioni sindacali (della Uilm e della Fim, ma anche quelle della Fiom), dopo aver alimentato illusioni tra i lavoratori e dopo aver prorogato la lotta, oggi annunciano... sole 8 ore di sciopero! Nel momento in cui sarebbe necessario proclamare uno sciopero prolungato in tutti gli stabilimenti del gruppo, con occupazione delle fabbriche, l’annuncio di 8 ore di sciopero appare tragicamente ridicolo. Il 6 giugno è previsto un nuovo incontro tra azienda e sindacati: gli operai hanno in queste ore dimostrato che sono disposti a lottare fino a quel momento. E’ necessario alzare il livello dello scontro: gli scioperi simbolici di poche ore o di una sola giornata, come l’esperienza insegna, possono portare solo a una vittoria per il padrone, con l’imposizione dei licenziamenti.