venerdì 3 giugno 2011

Netanhyahu, incassato l'appoggio di Obama, si prepara a violare ancora una volta ogni legge internazionale.

Michele Giorgio da "il manifesto" del 01/06/2001

Aumenta la tensione con l'avvicinarsi del giorno, non ancora annunciato ufficialmente, della partenza per Gaza delle 15 navi della Flotilla «Stay Human», tra le quali l'italiana «Stefano Chiarini». Fiancheggiato dall'amministrazione Obama, il premier israeliano Benyamin Netanyahu per ora sta lavorando sulla diplomazia affinché la spedizione sia impedita. Ma un'azione di forza contro i pacifisti non viene esclusa: secondo il quotidiano di Tel Aviv Haaretz, il primo ministro ha detto ieri che ordinerà il pugno di ferro contro le navi che non obbediranno agli ordini della marina israeliana. Sono stati richiamati i riservisti e l'intelligence militare sorveglia diversi siti internet.
Non si può escludere il ripetersi del raid sanguinoso di un anno fa, quando un commando israeliano uccise sulla nave Mavi Marmara nove civili turchi (Netanyahu parlò di «legittima difesa» e non ha mai presentato scuse ufficiali ad Ankara). I promotori della Flotilla si dicono determinati ad andare avanti. I vertici dello Stato ebraico fanno sapere d'essere decisi a presidiare il blocco navale del piccolo lembo di territorio palestinese. La marina - ha scritto Haaretz - lavora alle «misure di contenimento» di eventuali azioni di resistenza passiva degli attivisti, ma una qualche forma di arrembaggio viene ritenuta dai comandi israeliani quasi «ineluttabile». 

In queste ore è forte la tensione anche a Gerusalemme Est, la zona araba della città occupata nel 1967. Oggi, per l'anniversario della cosiddetta «riunificazione», si svolgerà il rikudgalim («marcia danzante della bandiera») alla quale parteciperanno migliaia di israeliani nella città vecchia di Gerusalemme, popolata in maggioranza da palestinesi che giudicano questi festeggiamenti una provocazione politica.



Stralci di conversazione con il Partigiano

Sergio Collalti   da una segnalazione di Matteo Oi


"Spesso,quando ero ancora piccolo, bussavano alla porta di casa,curioso, andavo ad aprire e mi trovavo 2 Gesù Cristi di carabinieri con quelle incudini in testa, quei cappelli strani che avevano prima no? E spesso e volentieri arrestavano mio padre, io pensando che fosse un ladro mi vergognavo di lui, poi dopo la sua morte mi dissero che era un Partigiano, così per rabbia e per mio padre andai sui monti per la Resistenza"
"Quando mi unii alla resistenza entrai in un gruppo di una ventina di Partigiani di Ferentino, io ero il più "buono" e spesso li dovevo frenare, perchè a loro non importava se erano 100, 200, 1000 tedeschi o traditori si doveva far piazza pulita a colpi di fucile e mitragliatori!!"
"Mi sento onorato ad essere chiamato Partigiano ma chiariamo non ero un eroe anzi nessuno di noi lo era, eravamo ragazzi come voi studenti la maggiorparte non aveva compiuto la maggiore età (21 anni allora) e qualcuno era come voi, sui 16 o 17 anni, la Resistenza era una semplice scelta non è che te lo ordinavano o eri il prescelto lo facevi perchè sentivi il dovere civile di farlo"
" A saperlo non avrei mai rischiato di morire per vedere Berlusconi e le puttanate,scusate il termine, che sta facendo almeno quel Mussolini...aveva detto chiaramente di essere un dittatore!"
Sergio Collalti Partigiano di Ferentino



I quattro referendum della vita sobria

Guglielmo Ragozzino da www.sbilanciamoci.info


Il quesito del nucleare resta, dopo il passaggio in Cassazione. Si rafforzano le prospettive di raggiungere il quorum il 12-13 giugno. Ma ancora di più conta che i cittadini sanno che ora non possono più delegare. Tocca a loro decidere.
La natura è molto fragile. Nell’ultima settimana si è saputo che in Francia la peggiore siccità degli ultimi sessanta anni ha portato, oltre agli inevitabili danni e disagi, anche conseguenze rilevanti nella fornitura d’elettricità di origine idro e nucleare per la scarsità di acqua, necessaria per muovere le turbine o per raffreddare i reattori; negli Usa d’altro canto gli uragani non hanno atteso l’apertura ufficiale della loro stagione, il primo giugno, ma si sono scatenati in anticipo, con morti e violente distruzioni. Sono due segnali tra i tanti e riguardano paesi tra i più ricchi e organizzati del Pianeta.
La natura è fragile e può facilmente spezzarsi. Il tentativo di dominarla con la forza è molto pericoloso, come si può vedere sempre più frequentemente. Non si costruiscono città alle falde di un vulcano. Molto meglio è cercare di capire, per adattarsi, per essere pronti a salvare il salvabile, vite e memorie, soprattutto. Molto meglio non alzare dighe, non bruciare foreste tropicali, non scavare montagne, se proprio non è necessario. E a ben vedere non lo è mai. Si può sempre fare altrimenti.
Il nostro compito è ormai, in ogni plaga del Pianeta, quello di risparmiare natura, di riutilizzare, di scegliere una vita sobria. La politica, quella grande, servirà a questo convincimento universale. Il riscaldamento globale in corso, porterà, sta portando, a conseguenze che potremo mitigare cominciando subito, senza perdere altro tempo. I referendum sull’acqua e sul nucleare, cui noi tutti siamo chiamati a rispondere tra dieci giorni, hanno questo motivo centrale. Ricordano a tutti, in primo luogo, che è indispensabile risparmiare natura. Il nucleare di per sé è un invito a consumare sempre più energia elettrica, a vivere in uno scialo perenne. La Francia, con tutte le sue centrali nucleari e a parità di popolazione, brucia più petrolio dell’Italia. La Germania ha deciso di rinunciare interamente, entro il 2022, all’energia elettrica nucleare; e la Germania rimarrà ugualmente la principale economia industriale del continente, e la più moderna del Pianeta, con il vento e con il sole. In Italia, nessuna regione è favorevole a centrali nucleari. Se è un caso di Nimby, è un Nimby assai diffuso. C’è solo la scherzosa Lombardia che per bocca del suo presidente si dice favorevole al nucleare, “ma non da noi, non in Lombardia”. In Sardegna, un voto consultivo sul nucleare ha mostrato che il 95% della cittadinanza lo rifiuta.
Il rifiuto della privatizzazione dell’acqua è l’argomento di due referendum. Qualche politico di destra afferma, sprezzante, che l’acqua è già pubblica e nessuno se ne vuole impadronire, ma mente e lo sa. Di chi è per esempio l’acqua minerale? Della popolazione o di chi la imbottiglia? E l’acqua – purissima, che rende giovani, che fa plin plin – in bottiglia non rende di fatto peggiore, meno curata, l’acqua del sindaco? Inoltre, per evitare che si sprechi acqua è meglio controllarne l’uso da vicino, oppure affidarsi ai capitali di potenze economiche lontane che vogliono trattare e vendere sempre più acqua perché questo è il loro mestiere, il loro valore?
Resta l’ultimo referendum, sul legittimo impedimento. Tratta di giustizia e di democrazia. Sono tutti uguali davanti alla legge i cittadini? O ve ne sono alcuni più uguali degli altri? Dopo avere risposto a questo primo interrogativo, sì o no, come si preferisce, resta un altro aspetto e riguarda la democrazia. Questa s’impara, s’insegna, si pratica, votando i referendum; e facendo votare.

Due giugno la lezione dei giovani

Luciano Granieri


Che due giugno è stato quello di ieri? Un due giugno assordante . A Roma il rombo delle frecce tricolori  ha riempito il cielo. Al  burattino degli  americani Hamid Karzai , governatore dell’Afghanistan, presente alla parata dei fori imperiale con altri 80 capi di stato,  quel rumore avrà  ricordato le facce dei civili afghani terrorizzati dai  jet che sfrecciano sopra le loro teste e quotidianamente seminano morte fra la popolazione. Lo stesso assordante fischiare di aerei  a qualcuno ,pochi per la verità, avrà ricordato  che l’italia co-produce i caccia bombardieri F-35. 130 di queste macchine di morte verranno acquistate dalla nostra areonautica. Se consideriamo che un F-35 costa 78 milioni di euro, cioè l’equivalente di tremila salari lordi di dipendenti del ministero della sanità e della pubblica istruzione, il rumore oltre che assordante diventa insopportabile. Il senso uditivo è stato inoltre aggredito  dallo sferragliare dei soldati che sfilavano con le tenute da guerra,  attuali e d’epoca, davanti ad un assonnato Berlusconi e ad un appassionato Giorgio Napolitano.  Lo sferragliare si è reso ancora  più cacofonico quando sono passate le truppe vestite con la  divisa dell’esercito coloniale che cento anni fa seminava morte in Libia.  Da allora nulla pare  cambiato. I nostri aerei di cui  non se ne sa più molto, continuano a seminare morte in Libia  a rimorchio della coalizione occidentale che ha scatenato una guerra le cui motivazioni umanitarie sono ormai depotenziate e che prosegue nello sterminio dei profughi nel Mediterraneo. Anche a Frosinone la celebrazione è stata assordante. ASSORDANTE DI SILENZIO.  Il silenzio delle istituzione locali, sindaco e presidente della provincia,  fortunatamente è stato rotto da un gruppo di giovani agguerriti, competenti e impegnati. La riscossa del due giugno nella nostra città  è passata  attraverso l’interessantissima manifestazione organizzata dalla rete degli studenti medi della provincia  e dall’A.N.P.I di Frosinone. Presso il piazzale dei tre martiri toscani di Frosinone, Giovani, meno giovani, liberi, cittadini, partigiani , convocati dall’ Anpi  e dalla Rete degli studenti si sono riuniti per discutere dei significato storico e civile del  2 giugno. Dopo il saluto di Marco Tallini della Rete degli studenti di Frosinone è iniziata la discussione il cui obiettivo era quello di stabilire una connessione fra i valori che hanno determinato la resistenza, la liberazione, la forma repubblicana dello stato Italiano e la Costituzione, con le condizione sociali di oggi. Si è partiti da un’analisi storica antecedente alla repubblica, proposta da Antonio Folchetti, per poi continuare con l’evoluzione storica della repubblica stessa  dal ’46 ad oggi illustrata da Enrico Morsillo, comprese le implicazioni che questa ha  avuto sul ruolo politico del sindacato in particolare del sindacato studentesco, argomento trattato da Alessandro Marino. Siamo rimasti stupiti dall’incisività con cui questi ragazzi hanno avanzato le loro argomentazioni , giovani adolescenti  che hanno provato a svegliare le coscienze sopite di una sonnolenta borghesia provinciale. Quella gioventù borghese che come, sostiene il coordinatore degli studenti medi Enrico Morsillo, ritiene rivoluzionario comprarsi le timberland da 250 euro. Hanno dato il loro contributo alla discussione oltre a Giovanni Morsillo dell’ANPI di Frosinone e Andrea Cristofaro segretario del circolo “Carlo Giuliani” di Rifondazione Comunista di Frosinone, anche membri di varie associazioni e sindacati fra cui la CGIL. L’evento non poteva avere conclusione più degna con l’intervento di Sergio Collalti partigiano di Ferentino. Le storie partigiane le analisi storiche le evoluzione politiche, hanno segnato anche una sorta di ricongiunzione generazionale fra chi ha fatto la resistenza per dare la possibilità agli italiani di diventare da sudditi a cittadini  e i giovani che oggi resistono affinché la condizione di cittadino diventi reale. La repubblica è stata fatta ma i repubblicani?  Ringraziamo di cuore i ragazzi   della rete degli studenti medi di Frosinone, perché da loro viene la lezione che il due giugno non deve essere l’occasione per esibire i muscoli, ma un momento per rendersi conto che qualcuno ci ha liberato dandoci la possibilità di diventare cittadini artefici del proprio futuro . Ancora oggi siamo sudditi, sudditi di un sovrano sordido e depravato che condizione le nostre vite con le sue turbe psichiche, contornato da una masnada di lacchè fedeli quanto avidi. In questo due giugno la rete degli studenti medi ci ha indicato la strada per diventare definitivamente cittadini. 

giovedì 2 giugno 2011

Frosinone città d'arte decaduta

Luciano Granieri


Viviamo in una città dove l'arte non viene minimamente considerata. A Frosinone c'è un'accademia relegata in uno stabile fatiscente, il liceo artistico è stato degradato da liceo a istituto di istruzione superiore, la stessa qualifica di una scuola  tecnica. Il patrimonio archeologico  se intralcia lo sviluppo cementizio  dell'urbanistica viene brutalmente sepolto sotto coltri di  asfalto. Il monumento ai caduti del grande  scultore Umberto Mastroianni giace in preda alla ruggine nel più completo degrado. Eccone la dimostrazione:




La musica del video?  "Megalopoli"
ovviamente degli Area. E so' fissato lo so.

Vite Perdite in aqua termae

Luc Girello

Siamo alla terza edizione della kermesse : Nostra signora Art. Manifestazione nella corso della quale  tutta la città è  invasa da installazioni artistiche, performance mimiche e teatrali, ideate da artisti, attori, poeti  e creativi in genere. Nel corso della notte vengono preparate installazioni   nelle piazze e nei quartieri, opere  pronte  a splendere nel corso della giornata successiva, con l’aggiunta di performance teatrali e reading poetici . Anotnio Limonciello, Fausta Insognata Dumano e gli altri artisti di 03100 associazione artistica che partecipa a Nostra Signora Art, utilizzano questo straordinario e inusuale sistema artistico di comunicazione anche per denunciare malesseri e contraddizioni della nostra città . Le performance di Nostra Signora Art, quest’anno erano dedicate alle terme Romane. La denuncia era quella di aver coperto dei reperti archeologici di notevole valore artistico sotto colate di cemento necessari a realizzare un parcheggio a raso. Come al solito quando le avanguardie si muovono le retroguardie in particolare la  polizia urbana non le seguono. In relazione alle immagini di ciò che accaduto potete seguire il girello con le foto di Fausta,  le musiche di Daniele Sepe e la  Rote Jazz Fraktion, insieme all’  Ensemble Micrologus, famoso sestetto che esegue prevalentemente musiche medievali I brani:
1)"Vite perdite"  tratto dai "Carmina burana" (XIII secolo);
 2) “Salterello III”     Saltarello del Trecento conservato in un manoscritto della British Library di Londra
3)Vite Perdite CB 124
In relazioni ai contrasti fra avanguardia e retroguardia rimandiamo ai post  di Fausta Insognata Dumano e Antonio Limonciello




P.S
Sentito  che musica!!!!! Non ve l’aspettavate che vi avremmo ammorbato anche con il Funky Latinorum, confessatelo.

L' INSOGNATA, LA VIGILESSA,LA MADONNA, LA PUZZA DI PESCE MARCIO E.......NOSTRA SIGNORA ART

Fausta "Insognata" Dumano


Non cominciate con la solita storia che fantasia che tieni, la fantascienza, il surrealismo e la metafisica fanno un baffo alla realtà che mi circonda. Domenica mattina l' insognata è uscita di casa più insognata del solito, aveva partecipato all' invasione notturna di nostra SIGNORA ART,nella città SONNIFERO dove vive. Sono tre anni che l' invasione diventa un caso nazionale, l' insognata scende dall' ascensore inclinato, una vigilessa la ferma il taffettano indiano risulta essere una camicia da notte, primo tentativo di identificazione.....NOSTRA SIGNORA ART gira senza documenti, davanti alle terme romane altre persone sono uscite con la tunica bianca, la vigilessa perde la calma, in pochi minuti l' insognata colleziona una sfilza di reati da codice penale, mai raccolti in tanti anni di manifestazioni....a pochi metri da lei due ragazze  pronte per andare in spiaggia volantinano indisturbate nel mezzo di un incrocio, una promuove una scuola privata tre anni in una mattina, l' altra il nuovo parco di VALMONTONE. I pericolosi disturbatori in tunica bianca diffondono un pericoloso volantino'' DIFENDI LE TERME ROMANE DAL CEMENTO''L' INSOGNATA con la truppa ''di antichi romani'' cambia location ''RICORDANDO MILTON'' stessa vigilessa a cui viene un attacco di bile, non solo '' gli antichi romani'' si fanno la foto con sindaco e assessori, ma l' insognata vestita con ''quella camicia da notte'' viene invitata a parlare  proprio nello stesso spazio vitale dove stanno le autorità.....pe la vigilessa è un colpo al cuore, rischia l' infarto, se ne va.....proprio mentre l' insognata assicura il sindaco e gli assessori presenti che il giorno dopo come consuetudine di invasioni le opre saranno rimosse. L'insognata fuma  BENSON ROSSE, ogni tanto beve cuba libre, una sera pure l' assenzio, quando scrive racconta mondi che spariscono all' alba, si insogna la rivoluzione, il mondo capovolto, pure bello e impossibile, ma LE VISIONI  MISTICHE O LE SETTE SATANICHE non le appartengono. La vigilessa va nella scena del crimine tra quelle che lei reputa lenzuola stese abusivamente individua una madonna blasfema, ops per la paletta nella città sonnifero quando qualcosa è abusivo si getta nella spazzatura, le opere d' arte vengono sequestrate e mandate al macero. L' INSOGNATA  arriva nella scena del crimine, comincia lo speciale''CHI L' HA VISTO????''PER I TUTORI DELL' ORDINE  è tutto regolare, occhio nella città SONNIFERO se passa la vigilessa e avete parcheggiato in seconda fila  niente multa , l' auto finisce direttamente nel '' compattaggio''.......tranquilli questa è ''la giusta fine per le opere indecorose, che offendono il comune senso del pudore.....Seconda fase, comincia opera salvataggio dalla monnezza il giorno dopo viene restituita una tela  che puzza di pesce marcio marcissimo, in una busta viene consegnata per il fiume ....33metri di stoffa  diventano una tela di 2 metri.L' INSOGNATA chiede ma ''il fiume lungo lungo come fa a stare qua dentro'???''è stato nel compattatore.....questa è l' unica tela che c'era..........
l' insognata se ne va con una puzza di pesce marcio addosso  che neanche tre bagni caldi attenuano.....A casa guarda il verbale, ops per la paletta ho cambiato casa e non lo sapevo VIA VERDI 160....IL SOLERTE RAPPRESENTANTE DELL' ORDINE trascrivendo i documenti ha preso il colore degli occhi e l' altezza e mi ha regalato una nuova casa......SOLO NELLA CITTA'  SONNIFERO succede che uno vede le madonne , uno ti regala una casa nuova......
l' importante è non lasciare arte in giro abusivamente......... l' insognata legge il verbale, ma siccome è insognata anche il verbale si insogna......''hanno restituito alla proprietaria insognata la tela che aveva smarrito........

Nostra Signora Art, di sceriffi e miserie di Frosinone


 A proposito di Nostra Signora Art, di sceriffi e miserie di Frosinone, mi chiedo qual è il punto di attacco, di cosa dobbiamo occuparci.   Provo a formulare delle ipotesi e a dare un contributo per una discussione sull’arte e la nostra città. 1) Si è trattato di un episodio nato da frustrazione personale con conseguente abuso di potere, ovvero di uso privato della cosa pubblica? Certamente questa componente è presente e diffusa. Quotidianamente siamo bombardati da “opportunità a portato di mano”, ma la stragrande maggioranza delle persone desidera senza mai poter soddisfare i propri desideri. E’ una catena da cui non è facile liberarsi. Non si prende coscienza di essere elemento macchinico di una macchina globale e dunque, anziché sottrarsi al vuoto della condizione desiderante, si vive in perenne affanno e conseguente condizione frustrante. Così possono nascere sceriffe che devono punire chi osa, che vedono madonne, o riti satanici in poesie che circondano tombe volsche. Si spiega solo con questi stati allucinati del quotidiano vivere l’aberrante banalità del potere che fa di una persona contemporaneamente soggetto che rileva un reato (occupazione abusiva di suolo pubblico), giudice che condanna (alla rimozione e alla distruzione dell’opera d’arte) ed esecutore della condanna ( chiamata della società di smaltimento dei rifiuti e avvio in discarica delle opere passate per i compattatori). Si rendono conto i nostri politici della gravità di quanto accaduto? Si rendono conto che se le opere non fossero state recuperate, e se le parti lese non fossero così miti, a che risarcimento danni avrebbero sottoposto le Casse Comunali? 2) E’ forse la Polizia Urbana di Frosinone un corpo separato dell’Istituzione Comunale? Non è la prima volta che il livello politico concede un permesso successivamente negato dalla Polizia Locale. Nel maggio 2009 a zerotremilacento fu impedito di scrivere, sul pavimento stradale (ovviamente con colori che poi avremmo asportato) di via Angeloni e via Garibaldi, poesie proposte da poeti locali. Motivazione: creano problemi alla circolazione. Durante lo stesso evento fu richiesto e concesso, dall’allora assessore responsabile, la chiusura del traffico per consentire due reading poetici e un concerto lirico nella piazzetta Sant’Ormisda, nonché una chiusura per consentire la lettura itinerante di “Racconti per il Centro Storico”. Nonostante i permessi concessi il traffico non fu bloccato, e reading e concerti furono tenuti tra rombi, strombazzi e auto parcheggiate. Morale: la poesia in città? Scherziamo? La scrittura creativa? Che si mangia? Come ebbe a dire poco tempo fa il nostro ministro dell’economia. 3) Si tratta di ignoranza, banale zavorrante ignoranza italiota, quella che definisce opera d’arte qualcosa che sta in una cornice, o dentro un museo, o solo se certificata da qualcuno esterno a se che ha “la patente per dire che quella è arte”, altrimenti con l’arte contemporanea chi ci capisce niente? E’ qui la tragedia del contemporaneo, l’arte contemporanea non è utilizzata/utilizzabile dai contemporanei: si lavora direttamente per l’archeologia futura senza svolgere alcun ruolo contemporaneo. Ci si può rassegnare a questo? No, non si può. Non si deve. Sono cinque anni che zerotremilacento crea, a Frosinone, eventi d’arte in spazi pubblici non deputati, sono tre anni che in città si tiene Nostra Signora Art, possibile che ogni volta siamo punto e a capo? Evidentemente non bastiamo, evidentemente non si tratta solo di depositare opere per le strade. Ci vuole un passo in più. Le opere devono essere realizzate con il concorso dei cittadini, con il coinvolgimento del corpo sociale, da quello istituzionalizzato come le scuole, a quello associativo. Le opere d’arte devono essere realizzate attraverso “Cantieri Aperti” in città. Come coraggiosamente sta facendo Sara Ciuffetta con “Monumento a Vivi”, come da qualche anno fa zerotremilacento con i Cantieri Orti e con “da Cosa nasce cosa”. L’arte non è un corpo estraneo, l’arte può essere sintesi condivisa, nuovi linguaggi che si rapprendono nei processi partecipati. E’ questa la scommessa e la condanna.


Referendum Nucleare Esulta il comitato di Frosinone

COMITATO FROSINONE
Comunicato Stampa
Referendum:Esulta il comitato “Fermiamo il Nucleare” di Frosinone
Punita l’arroganza del Governo che voleva cancellare il referendum

Il comitato fermiamo il nucleare di Frosinone plaude alla decisione della Corte di Cassazione di far svolgere, il 12 e 13 giugno prossimi, anche il referendum sul nucleare: “E’ stata una decisione coraggiosa, giusta e di grande civiltà quella presa dalla Corte. Nonostante i trucchi del Governo, che in modo goffo e arrogante ha cercato di impedire lo svolgimento del Referendum, questo si farà, e siamo certi che riuscirà anche nella storica impresa si superare il fatidico quorum”
A parlare è il portavoce del comitato, Marco Campagna”Una vera riscossa democratica ci aspetta, che cambierà il futuro del nostro Paese: un futuro fatto di energie rinnovabili (in primis il solare), rispetto per l’ambiente e per la vita umana, troppe volte annientata dai disastri nucleari. Ciò  sarà possibile solo attraverso l’impegno di tutti: questa volta davvero ognuno di noi potrà scegliere in che  mondo vivere, grazie alla partecipazione al voto.”
La domanda che si pongono tutti è se esiste un’alternativa al nucleare e se è possibile rinunciare a questo.
”L’alternativa esiste “chiarisce il portavoce “e lo dimostra la Germania, il Paese più industrializzato d’Europa, che nei prossimi anni chiuderà tutte le sue centrali nucleari, sostituendole con impianti ad energie pulite. Se può farlo la Germania, perché non possiamo farlo anche noi, cittadini del Paese del sole? La risposta è nei SI che il prossimo 12 e 13 giugno faranno vincere il Referendum.

Contatti
GRUPPO FACEBOOK: "SI VOTA PER FERMARE IL NUCLEARE FROSINONE"
E-MAIL: cittadinanzaattiva@triprounders.net
TEL: 3478879846
Portavoce: Marco Campagna





Impariamo la lezione

Luciano Granieri


Ci siamo divertiti. Una delle caratteristiche principali e sorprendentemente positive di queste tornate elettorali amministrative è stato  il ritorno all’ironia, al dileggio alla presa in giro. Sicuramente le uscite dei vari Moratti, Berlusconi, Lettieri,  le storie del ladro di furgoni, le moschee abusive,  zingaropoli, il quartiere inventato di Sucate, la farsa del concerto di Gigi D’Alessio hanno fornito un materiale così ampio per cui le trovate comiche si sono moltiplicate ingigantite anche dall’effetto dilagante della rete con i social network in prima linea. . Il ritorno dello  slogan “una risata vi seppellirà” è stato un segnale importante. Ma volendo trarre delle conclusioni più complete  giova partire da una considerazione. L’effetto dirompente dei risultati, con  le schiaccianti vittorie di Pisapia, di De Magistris, di Zedda, oltre alla diffusione di un vento nuovo,  debordante l’immagine stantia della società virtuale espressa dal berlusconismo, ha fatto gridare al miracolo. Molti, noi compresi,  mai avremmo immaginato un esito così dirompente. Ma ripercorrendo quanto accaduto negli ultimi anni è possibile identificare il percorso  che ha prodotto questo sbocco elettorale. E’ una storia che comincia da lontano, comincia , guarda caso, dai  movimenti locali e nazionali , dalla piazza. La presa di coscienza che il  berlusconismo, costruito sulle  incrostazioni di un liberismo degradato , non era altro che un’operazione  di redistribuzione delle illusioni, che sotto le immagini scintillanti trasmesse dalle televisioni di regime  si nascondeva la redistribuzione della precarietà, della povertà, del saccheggio dei diritti,  probabilmente risale all’autunno del 2008.  Molti ricorderanno nell’autunno di quell’anno il movimento studentesco, dell’onda e dell’onda anomala. A quella mobilitazione si  è affiancata in seguito la protesta dei precari della scuola, che presto è confluita nei movimenti contro  il precariato diffuso. La lotta operaia ha ripreso vigore alimentata dalle iniziative della Fiom e dei sindacati di base. Insegnanti, operai ricercatori, studenti hanno incominciato ad invadere, tetti, gru e carceri dismessi. La protesta alimentata anche dai sommovimenti presenti in altre  nazioni, si estendeva dal  semplice contrasto al governo alla lotta contro l’intero sistema neoliberista. Quando la consapevolezza ha connesso i singoli ceti sociali nella condivisione di una comune pratica di contrasto il cerchio si è chiuso. Le manifestazioni , “Se non ora quando” e il “C-Day” in difesa della Costituzione pur accompagnati da discussioni e distinguo fra i  vari movimenti  hanno dimostrato  che la stanchezza e l’intolleranza verso un sistema liberal-capitalista asfissiante corrotto da infiltrazioni malavitose era  ampiamente diffusa  in grandi  pezzi della società. I partiti d’opposizione , in qualche caso, hanno provato a cavalcare l’onda   ma il loro comportamento in aula quasi mai era in in linea con le richieste della piazza. Il voto favorevole alla guerra in Libia, nettamente in contrasto con l’art.11 della Costituzione  da parte di quei partiti che in piazza sostenevano di difendere la Carta, è un esempio lampante. Dunque un processo iniziato tre anni fa passato dalla consapevolezza, alla condivisione alla protesta diffusa non poteva non sboccare nell esito elettorale delle ultime amministrative. Non a caso De Magistris, Pisapia, Zedda,  pur provenendo da nomenclature di partito, hanno incluso, dato visibilità e agibilità politica a quei movimenti che in questi anni  hanno alimentato la protesta sociale. “Prossima fermata, Palazzo Chigi” questo gridava un Vendola entusiasta dal palco di P.zza del Duomo. Ma per prendere palazzo Chigi è assolutamente necessario tener conto dalla lezione politica che questa tornata amministrativa ha impartito.  




Ultima ora. La corte di Cassazione ha ritenuto insufficiente la legge inserita nel decreto Omnibus in materia di nucleare per annullare il quesito referendario contro la costruzione delle centrali. Un ennesimo segnale dello stato confusionale del governo . Starà ora a noi fare in modo che lo stato confusionale si trasformi in tracollo andando a votare per raggiungere il quorum. 

Frosinone 2 Giugno Festa della Repubblica

Rete degli studenti medi


































“FESTA DELLA REPUBBLICA”

In data 2-06-2011 presso Piazzale dei tre Martiri toscani, dalle ore 8:00 alle ore 19:00 si terrà un convegno-dibattito sulla festività e che vedrà i relatori esprimersi secondo il seguente programma:

-ore 8:00: raduno in Piazzale dei tre Martiri toscani.
-ore 9:00: presentazione dei relatori e inizio delle attività.
-ore 9:15: relazione introduttiva sulla festività e analisi storica dell’evento a cura di Marco Tallini in qualità di membro dell’esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Medi di Frosinone.
-ore 10:00: analisi storica sulle fasi precedenti la Repubblica a cura di Antonio Folchetti in qualità di membro dell’esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Medi di Frosinone.
-ore 11:00: relazione sull’evoluzione storica della Repubblica dal 1946 ad oggi, con specifici riferimenti alla trasformazione delle classi sociali e del processo capitalistico-liberista a cura di Enrico Morsillo in qualità di coordinatore provinciale della Rete degli Studenti Medi di Frosinone.
-ore 12:00: sospensione delle attività per pausa pranzo.
-ore 14:00: analisi politica sul ruolo del sindacato studentesco nella profondamente mutata società odierna e analisi sul rapporto tra sindacato, partiti e associazioni a cura di Alessandro Marino in qualità di membro dell’esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Medi di Frosinone.
-ore 14:30: intervento dell’A.N.P.I. sulla festività a cura di Giovanni Morsillo in qualità di Presidente provinciale dell’associazione.
-ore 15:15: lectio magistralis del Partigiano Sergio Collalti sulla conquista dei valori fondanti e caratterizzanti la Repubblica italiana.
-ore 16:30: interventi dei relatori dei sindacati, delle associazioni e dei partiti invitati.
-ore 18:00: dibattito sul ruolo sociale del cittadino medio all’interno del panorama politico-sociale italiano.
-ore 19:00: chiusura dei lavori.


Il convegno sarà diretto da Matteo Oi in qualità di membro dell’esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Medi di Frosinone.
L’invito è rivolto a tutte le associazioni pervenute, e libero verso ogni conoscente.




                                                                                                                                            

martedì 31 maggio 2011

Salo' come l'ossola?

da  www.repubblica.it


Pdl: "Riconoscimento ex combattenti Salò
Per loro contributi statali come per Anpi"

La proposta di legge, di cui Gregorio Fontana è il primo firmatario, prevede che possano essere riconosciute dal ministero tutte le associazioni di ex ''belligeranti'', senza limitazioni di sorta. Scontro con le opposizioni. Il "no" dell'Anpi. De Luca (Pdl): "Ci mancava pure questa"

ROMA - Le Associazioni degli ex combattenti della Repubblica sociale di Salò potrebbero avere lo stesso riconoscimento dell'Anpi e delle altre associazioni ex combattentistiche, ricevendo anche contributi statali: l'apertura è prevista da una proposta di legge del Pdl al voto della commissione Difesa della Camera. Ma è scontro con le opposizioni.

La proposta di legge, di cui Gregorio Fontana è il primo firmatario, nasce dalla volontà di dotare le associazioni ex combattentistiche di una personalità giuridica, visto che tra l'altro ricevono dei fondi dal ministero della Difesa (tra il 2009 e il 2011 hanno ricevuto 1,5 milioni annui complessivamente). Il provvedimento stabilisce i requisiti perché queste associazioni ricevano il riconoscimento di Associazioni di interesse delle Forze Armate: tra i requisiti ci deve essere la loro apoliticità e che i loro statuti rispettino i principi di democrazia interna. I problemi cominciano perché la proposta assegna al Ministero un compito di vigilanza non solo sulla legittimità dei loro statuti, ma sulle attività stesse delle associazioni. E qui il centrosinistra vi ha visto la volontà di sottoporre a controllo l'Anpi, cioe' l'Associazione nazionale partigiani.
 
Ma l'elemento deflagrante è l'apertura al riconoscimento delle associazioni dei combattenti di Salò. Il testo infatti prevede che possano essere riconosciute dal ministero tutte le associazioni di ex ''belligeranti'', senza limitazioni di sorta. Immediata la replica preoccupata dell'Anpi per bocca del presidente Carlo Smuraglia: "L'Anpi ha manifestato più volte netta e ferma opposizione a un'operazione del genere inammissibile sotto ogni profilo, storico e politico". "Continueremo ad opporci con ogni mezzo - prosegue Smuraglia - , anche chiamando alla mobilitazione iscritti e cittadini contro manovre di questo tipo che negano la storia e la realtà".

Il braccio di ferro in Parlamento si è protratto nelle scorse sedute della Commissione Difesa, dopo che gli emendamenti delle opposizioni che correggevano questi elementi sono stati tutti bocciati. Per bloccare l'iter il Pd ha presentato oggi una propria proposta, a prima firma Antonello Giacomelli, che è stato abbinato al testo Fontana. Questa proposta di legge prevede il riconoscimento solo per le associazioni di quanti sono stati ''legittimamente belligeranti'', il che escluderebbe i reduci della Repubblica sociale; in secondo luogo la vigilanza del Ministero non è sulle attività, ma unicamente sullo statuto delle Associazioni; infine le Associazioni sono sotto l'Alto patronato della Presidenza della Repubblica, per ''sottrarle alla maggioranza di turno''. ''Capisco che qualcuno possa dire - commenta Giacomelli - che l'omissione della dicitura 'legittimamente belligeranti' sia solo una dimenticanza, ma ultimamente queste coincidenza si moltiplicano: solo poche settimane fa era stata presentata proprio dal Pdl una proposta che abrogava il divieto di ricostituire il Partito fascista, ed oggi si strizza l'occhiolino ai reduci di Salò. Alla vigilia del 2 giugno è meglio mettere dei punti fermi''. "In una giornata come questa mancava la proposta di dare soldi ai reduci di Salò. Veramente qui dentro c'è chi lavora per il re di Prussia" è stato il commento del parlamentare del Pdl Franco De Luca, vicino alle posizioni del ministro Rotondi.


 
Sperando di raccattare qualche consenso, fidando nella trasformazione egoistica e volgare da loro operata sulla società negli anni del loro sciagurato dominio, ancora peraltro non del tutto concluso, fanno leva sull'argomento soldi, oltretutto omettendo di dire che i loro governi hanno già tagliato di oltre il 60% i finanziamenti alle associazioni combattentistiche come l'ANPI.
Questo ulteriore immiserimento della discussione sul tema va rigettato a pieno! L'ANPI e tutte le Associazioni di combattenti per la Libertà non svolgono certo le loro attività per lucrare qualche migliaio di euro che non sono sufficienti nemmeno a tenere aperte le sedi principali.
Riconoscere ai repubblichini che hanno operato a fianco (un po' più in basso, per la verità) dell'esercito invasore la dignità di combattenti al pari dei partigiani, dei volontari della libertà, raffigura davvero un assurdo storico e giuridico, oltre che politico. chi ha mai sentito di uno stato che attribuisca onori pari ai suoi combattenti ed ai suoi nemici? Il fatto che avessero scelto la parte sbagliata non è cosa secondaria, ma dirimente, perché non si trattò di semplice errore bensì di scelta determinata e feroce al servizio di chi invase l'Italia e la seviziò senza pietà.
Questa Repubblica va difesa, perché solo da essa può trarre alimento un nuovo progetto di società che possa superare lo sfascio immane che sia socialmente, sia economicamente, sia culturalmente i poteri delle destre e delle estreme destre hanno determinato in questi martoriati decenni.
Augurarselo non basta: bisogna lavorare perché questo accada.
 
Fraterni saluti
ANPI Frosinone

"Un successo, ma andiamo avanti"

Carlo Smuraglia, Presidente nazionale Anpi



C'è un entusiasmo, un'emozione diffusa, a fronte dei dati che ci provengono da tutta Italia, che non è possibile non condividere. Da queste amministrative esce un' indicazione fortissima e chiara, una volontà di cambiamento, che non riguarda solo la gestione delle città e delle provincie in cui si è votato, ma va molto al di là ed esprime un sentimento popolare lungamente atteso e che ora finalmente si manifesta. Ho scritto pochi giorni fa che il degrado e la deriva in cui sta precipitando il nostro Paese, avevano superato ormai il livello di guardia; e sottolineavo il fatto che, a fronte dell'indifferenza e della rassegnazione di molti, stavano emergendo molti segnali di volontà di riscossa.
Ecco, oggi, essi si sono manifestati, con una presa di posizione collettiva e popolare che non può non essere raccolta. C'è un forte desiderio di buona amministrazione, di correttezza, di moralità; ma c'è anche una forte volontà di ritorno ai valori di fondo, su cui si basa la nostra convivenza civile ed attorno ai quali è costruita la nostra Costituzione.
Ce lo dice il fatto che questo anelito non si esprime solo a Milano o a Napoli, ma anche in tante città, con lo stesso segno e la stessa indicazione politica. C'è una manifestazione che viene dal profondo della società civile, preme nella direzione della politica buona, della pulizia, della democrazia. E questo che ci rende partecipi dell'entusiasmo con cui vengono accolte le notizie trasmesse dalle radio e dalle televisioni, è per questo che si batte l'ANPI, nell'aspirazione ad un Paese, civile, democratico, antifascista, un Paese in cui trionfino il rispetto delle istituzioni, la tolleranza reciproca, l'uguaglianza, i diritti. Un Paese nel quale non ci sia posto per il disprezzo delle regole, per il razzismo, per la sopraffazione e nel quale davvero la legalità, il lavoro e la dignità costituiscano il fondamento della Repubblica.
Tutto questo ci dicono i risultati di oggi, che spero vengano colti da tutti nella loro interezza e nei loro più profondi significati.
E' chiaro che non possiamo fermarci su questo successo della ragione e della democrazia; dobbiamo impegnarci tutti perché il Paese assuma un volto nuovo, corrisponda alle attese, ai sogni, alle speranze di chi ha combattuto per la libertà, spesso sacrificando la propria vita. Insomma, non fermiamoci qui, sugli allori; ma andiamo avanti, difendiamo ed attuiamo la Costituzione, ridiamo il loro posto ai valori, ai princìpi che davvero devono regolare la vita di un Paese democratico e civile.



Foto: Mapi Trevisani
Brano "Gioia e Rivoluzone" degli Area
Editing: Luc Girello

La seconda rivoluzione spagnola

  Metalmeccanici Autorganizzati




Cronaca
Barcellona, venerdì mattina, ore 7. La polizia interviene con mano dura in Piazza di Catalunya per sgomberarla, arrivano presto le prime notizie di feriti, gambe e teste rotte...
La scusa ufficiale, quella presentata sui media mainstream, è di pulirla per motivi di salubritá. La classe dirigente considera le in piazza sporca. Vogliono mandare via tutti, ma un gruppo di alcune centinaia di persone non si muove, rimane seduto pacificamente al centro della piazza. Il cordone della polizia tutto intorno tiene lontano col manganello chi sopraggiunge e permette che il servizio di pulizia inizi la distruzione totale dell'accampamento. Tutto viene caricato alla rinfusa su una decina di camion della spazzatura: tendoni, computer, documenti, vettovaglie e strumenti di cucina, libri della biblioteca, megafoni e materiale audiovisivo, etc. Poco a poco, arrivano altre persone, molte, le forze dell'ordine vengono circondate, tutte le entrate presidiate: una presenza sempre più rumorosa sostiene chi sta al centro, incita alla calma e a non reagire. Migliaia di persone in poche ore circondano la piazza. Alcuni cercano di bloccare l'uscita dei camion per non permettere di portare via i sogni di quella piazza. Nonostante la resistenza pacifica con un sit-in in mezzo alla strada, la polizia inizia a caricare colpendo alla cieca per creare uno spazio utile al passaggio dei camion. I gas lacrimogeni sono illegali, la polizia non esita a sparare in quantitá proiettili di gomma sulla folla indifesa. Persa la battaglia che voleva impedire l'uscita dei camion, qualcuno inizia a rinforzare l'anello attorno alla piazza. Un cordone di polizia circonda il gruppo che sta al centro, mentre impedisce l'entrata di quelli che stanno attorno. La tensione sale cosi come la pressione da fuori sul cordone di polizia. Sempre più persone giungono in piazza. Finalmente, dopo sei ore di resistenza, il cordone viene rotto e i manifestanti entrano esultanti nella piazza. La polizia si ritira ma riprende a sparare sulla folla. Molti pensano che gli agenti sparino per aprirsi un varco e proteggere la ritirata, ma ci si rende subito conto che, già fuori dalla piazza, camionette arrivavano a tutta velocità sulla folla dall'esterno, aprono gli sportelli
e sparano per poi ritirarsi: una signora anziana si mette a fronteggiare una camionetta, tutta la folla la protegge. A ogni incursione la gente avanza senza violenza, con le mani aperte in alto. Verso l'una, sotto il sole cocente, stanchissime ma felici, migliaia di persone festeggiano al centro della piazza al grido «É ancora nostra!»Qualcosa di mai visto Se pensiamo che i manifestanti hanno ripreso la piazza senza l'uso della violenza, potremmo dire che é successo qualcosa di mai visto negli ultimi decenni di storia catalana. Per trovare un evento simile dovremmo tornare indietro fino alla Rivoluzione spagnola del 1936. La memoria storica di quegli eventi é senza dubbio viva tra gli indignados. Allora si trattava di una rivoluzione con una base ideologica nell'anarcosindacalismo, nel comunismo libertario e nel marxismo rivoluzionario. C'erano gruppi organizzati come il Poum [Partito Operario di Unificazione Marxista], la Cnt [Confederazione Nazionale del Lavoro], il Psoe [Partito Socialista Operaio Spagnolo] e la Ugt Unione Generale dei Lavoratori]. Oggi gli indignados non hanno ideologie facilmente etichettabili e non appartengono a gruppi organizzati. Addirittura si oppongono alla legittimitá di alcuni di quei gruppi storici, ormai totalmente degradati [il Psoe é al governo e la Ugt é uno dei sindacati maggioritari]. «Rivendichiamo un cambiamento profondo del sistema politico, sociale ed economico - spiegano -Vogliamo giustizia e la vogliamo adesso!».



Chi sono e cose vogliono gli indignados?
Sono domande complesse alle quali é difficile rispondere. Senza dubbio molti sono giovani
[studenti, precari e disoccupati] insoddisfatti del presente e preoccupati per il loro futuro. Sarebbe peró un errore ridurre il tutto a questioni materiali, il lavoro o la casa. C'é molto di piú. Lo slogan «gioventù senza futuro» esprime un malessere emotivo generalizzato, che é cresciuto nelle pance seppur piene. Da un lato la quotidianitá, con le insicurezze e la paura, dall'altro le questioni sociali, con la crisi multidimensionale e l'inadeguattezza dell'ordinamento politico e la sua classe dirigente.
Possiamo fare un parallelismo con i grillini? A differenza dei grillini, gli indignados non hanno un leader e si sono fortemente opposti a far emergere una nuovo soggetto politico. Il movimento inizió con lo slogan «Democrazia reale adesso!» e ha mantenuto la coerenza attraverso l'organizzazione assembleare con partecipazione diretta ed orizzontale. Tuttavia gli interventi nelle assemblee di questi giorni hanno mostrato l'etereogenitá di chi partecipa. A parte le diversitá delle tematiche di interesse degli indignatos, si possono identificare due posizioni differenti. La prima é la riformista, condivisa sopratutto da chi é piú vergine di mobilizzazioni; la seconda é radicale e propone cambiamenti strutturali. Per esempio, la prima é favorevole a esigere dai politici delle riforme sui temi del lavoro, l'educazione o la sanitá, mentre la seconda rifiuta il dialogo con i politici per la loro illegitimitá ed appoggia l'auto-organizzazione. Ad ogni modo i punti in comune sono tanti e sufficienti per mantenere compatto il movimento. In primo luogo, tutti sono insoddisfatti della classe politica per la sua distanza dalle persone comuni, per la corruzione e per la gestione delle crisi economica. L'indignazione viene dalla sensazione che con la scusa della crisi economica, si stia smantellando lo stato sociale tanto per le riforme sul lavoro e le pensioni, quanto per i tagli alla sanitá ed educazione. Perdipiú il sistema finanziario invece di essere giudicato per le sue responsabilità, é stato salvato senza condizioni con ingenti flussi di denaro pubblico e le banche hanno incrementato i loro utili proprio con la crisi. Questa volta la tradizionale terapia shock per introdurre le riforme neoliberali ha fallito nel suo tentativo di schivare la resistenza popolare. «Abbiamo perso la paura», si legge su un cartello. Una mobilitazione, insomma, che numericamente va molto al di là da quelle usuali dei movimenti sociali organizzati [centri sociali, femministe, ecologisti, anarchici,...], ma che ha beneficiato di quanto quei movimenti hanno offerto. Per prima cosa il «know-how» nell'auto-organizzarsi [come moderare un'assemblea o preparare una cucina in tre giorni]. Se non ci fosse stato un bagaglio di esperienza che era stata acquisita negli anni, in piccoli gruppi, sarebbe stato impossibile farlo per migliaia di persone in cosí poco tempo. In secondo luogo la conoscenza sui vari temi é profonda grazie alle lotte degli ultimi anni che hanno permesso identificare con chiarezza le rivendicazioni. Mancano due giorni perché il movimento compia le due settimane. I livelli di organizzazione raggiunti fino a ieri erano incredibili. Le piante dell'orto potevano crescere rigogliose ed orgogliose. I pannelli solari avevano sostituito i generatori per la produzione di elettricitá. C'era anche un gruppo di poeti che pedalava a turno per generare l'energia che amplificava la loro voce. La commissione della cucina offriva regolarmente pasti completi e gratis ad orari prestabiliti.
La commissione di infrastruttura aveva organizzato un'accampamento completo, con servizi
igenici, sala studio, biblioteca, tende per proteggersi dal sole, tra le tante cose. La commissione internazionale manteneva i contatti con altri paesi traducendo nelle diverse lingue i comunicati che escono ed arrivano alla piazza. Durante un'assemblea era stato anche letto un comunicato in Urdu [lingua dei musulmani di India e Pakistan] per spiegare ai lateros, che storicamente vendono lattine di birra per strada, che cosa stava succedendo nella piazza, invitarli a rispettarla, a vendere acqua o rinfreschi. Le commissioni informazione e diffusione si erano occupate di far uscire il messaggio della piazza e costruire alleanze con altri collettivi in lotta, come i lavoratori licenziati dalle fabbriche o dai settori pubblici dell'educazione e sanitá. La commissione azioni e attivitá offriva un nutrito programma di azioni dirette e pacifiche fuori dalla piazza come varie attivitá interne [dalle conferenze ai concerti]. La commissione contenuti, forse la piú numerosa, era composta da oltre dieci gruppi tematici che lavoravano intensamente per produrre conoscenza ed elaborare proposte politiche. Infine la inter-commissioni si occupava di far fluire l'informazione e coordinare le attivitá. Per una mezza giornata questa normalitá auto-organizzata é stata distrutta dall'intervento della polizia. Le migliaia di persone che hanno riconquistato le piazza stanno lavorando per ricostruirla. Nessuno pensa che distruggendo una tenda o un accampamento intero, possano spegnere il fuoco che brucia dentro. Senza paura, si ricomincia da capo.
E' venerdì notte: in questo momento la piazza è stracolma, non è mai stata così piena finora. In poche ore si sta riorganizzando tutto, ognuno porta qualcosa, la cucina ricomincia a funzionare, dal mercato della boucheria i commercianti offrono cibo alla piazza, ci telefonano dalla Porta del sol di Madrid e il grido della loro piazza è che «Barcellona non è sola».Molti invitano i giovani e gli indignati di tutta Europa ad unirsi, a manifestare. Dopo Madrid e Barcellona, Atene?
Per il terzo giorno consecutivo migliaia di persone stanno occupando le piazze di diverse cittá in Grecia. Ad Atene si sono riunite 100.000 persone, nonostante la pioggia. Non si sono viste né bandiere, né atti di violenza. Chiaramente s'é alzato un vento, forte e inarrestabile, dal Nord Africa che sta arrivando in tutta Europa attraverso i suoi porti del sud, la Spagna e la Grecia. L'Italia non puó mancare. L'elicottero della polizia sorvola minaccioso le nostre teste mentre la gente torna a ri-organizzarsi nelle commissioni. Hanno calpestato le piante dell'orto comunitario, «ma noi, come quelle piante  -dicono alcuni   ragazzi - torneremo a crescere per raccogliere i frutti dei nostri sogni. Vi invitiamo
tanto a sognare come a seminare, cosi da poter arrivare assieme al raccolto. Juntas podemos! Insieme possiamo!».

lunedì 30 maggio 2011

Berlusconi è scoppiato

Luc Girello


Elezioni tragiche per i razi-fascisti camorristi  del Pdl e della Lega . Sindaco di Napoli è un magistrato  appoggiato, oltre che dall’Idv   dell’odiato Di Pietro, anche da Rifondazione Comuinista e dai Carc acronimo di  “Comitati di appoggi alla resistenza per il comunismo”. Un Magistrato comunista è quanto di peggio potesse capitare al povero cavaliere. Il sindaco di Milano   viene da Rifondazione Comunista, è stato avvocato di soccorso rosso, ma anche legale di De Benedetti. Un avvocato comunista, e difensore degli avversari di tribunale è ugualmente una sciagura . Ma quando è arrivata la notizia che anche Arcore era diventata comunista il sultano non ha retto. I suoi bodyguard non l’hanno trovato nella suite  dell ’albergo di Bucarest dove avrebbe dovuto alloggiare con la nipote di Basescu   durante la visita ufficiale in Romania. Passati momenti di panico è arrivata una segnalazione dai carabinieri di Lainate. Alcuni avventori di un bar situato vicino all’Amnesy , discoteca a la page del milanese, hanno denunciato  di essere stati molestati da un un’ometto grasso, basso, dai capelli disegnati sulla testa alla Pinocchio, con due orecchie smisurate , completamente  ubriaco che continuava ad elemosinare una sigaretta. A seguito della denuncia di queste molestie  una pattuglia si è recata sul posto e ha identificato nell’ometto il povero Berlusconi completamente ubriaco che continuava  ad urlare “Son s’cioppaa, Son s’cioppaa”  Non avendo il coraggio di mostrare le immagini della desolante performance , riportiamo solo una registrazione ambientale delle farneticazioni del pover’uomo .

domenica 29 maggio 2011

Premiazione concorso Premio Roberto Cocco per la sicurezza e l’educazione stradale 2010-2011

Claudio Martino


Venerdì 27 maggio 2011 - Villa Comunale di Frosinone

Venerdì 27 maggio 2011, presso la Villa Comunale di Frosinone, a partire dalle 9.30, si sono svolti i momenti finali del Premio Roberto Cocco per la sicurezza e l'educazione stradale, giunto alla sua sesta edizione.
All'inizio della mattinata, con un giudice di gara d'eccezione (l'ispettore superiore della Polizia locale di Frosinone Pietro Giannitti), si sono scontrate la VA della scuola primaria "Lombardo Radice e la VB della scuola primaria "Giovanni XXIII". Queste due classi erano risultate le meglio classificate, nel girone interno al 2° circolo didattico di Frosinone, nell'ambito del concorso "Strada più sicura con la conoscenza", inserito nel Premio Roberto Cocco. Ad avere la meglio è stata la VB.
Si è passati successivamente alla IIIH e alla IIIA della scuola media statale "Frosinone 3" (ex "Ricciotti"), anch'esse risultate le meglio classificate nella competizione interna all'istituto. Il primo posto è andato alla IIIA.
Le gare, sia quelle svolte nell'ambito dei due istituti, sia quelle finali alla Villa Comunale, consistevano nella risposta a quiz sulla sicurezza stradale ed il regolamento della strada.
Dopodiché è iniziata la premiazione. A presentare i vari vincitori, Paola Palleschi, storica conduttrice della cerimonia finale del Premio.
In rappresentanza del comandante della polizia stradale, Bruno Agnifili, impossibilitato a partecipare per impegni precedenti, era presente l'ispettore superiore della polizia di Stato Pietro Alonzi.
Nel corso della cerimonia hanno preso la parola Pietro Giannitti, che ha commentato le risposte date dagli studenti nelle gare svoltesi precedentemente; Michele Marini, sindaco di Frosinone; Maurizio Ciotoli, Massimo Calicchia e Giuseppe Langella, assessori comunali di Frosinone. Erano inoltre presenti la consigliera comunale Gerardina Morelli e Giancarlo Tofani, vicecomandante della Polizia locale di Frosinone.
Il concorso era suddiviso in cinque sezioni:
1) scuole primarie, con svolgimento di temi e/o esecuzione di disegni a tema libero, purché attinenti alla sicurezza stradale; non era prevista alcuna graduatoria; a tutti gli alunni e le maestre delle numerose scuole primarie che hanno partecipato sono stati consegnati biglietti per il cinema Nestor di Frosinone;
2) scuole medie inferiori, con svolgimento di un tema stabilito dal comitato organizzatore del concorso ("Quali sono le tue reazioni, emotive e razionali, nei confronti delle ‘stragi del sabato sera’, in cui, molto spesso, sono coinvolti tuoi coetanei? Se tu fossi legislatore, quali pene prevederesti per i responsabili, quali misure adotteresti per prevenirle? Pensi anche tu, ad esempio, come molti, che la chiusura delle discoteche andrebbe anticipata?); sono risultati vincitori:
1°, Gianmarco CAMPAGNA, classe IIIC, scuola media istituto comprensivo Boville Ernica;
2°, Alessandro RAMANDI, classe IIA, scuola media istituto comprensivo Ripi;
3°, Martina ANTONUCCI, classe IIII, scuola media “Frosinone 3”;
3) scuole medie superiori, con svolgimento dello stesso tema previsto per le inferiori; sono risultati vincitori:
1°, Arianna Turriziani Colonna, IVC, liceo scientifico "Francesco Severi" di Frosinone;
2°, Enrico Schiavi, IVC, liceo scientifico "Francesco Severi" di Frosinone;
3°, Fabiola Falsetti, IC, ITIS "Alessandro Volta" di Frosinone;
4) scuole medie inferiori, sezione speciale, più tecnica, avente ad oggetto lavori che individuino luoghi pericolosi per la circolazione stradale, con proposta di soluzioni migliorative; la commissione esaminatrice ha ritenuto che nessuno dei lavori pervenuti rispondesse ai criteri stabiliti dal bando; pur non assegnando, perciò, dei premi veri e propri, la commissione ha deciso di dare un riconoscimento ai seguenti lavori, per l’impegno profuso, regalando biglietti per il cinema, in aggiunta a quelli previsti per ogni concorrente:

-         plastico sul luogo dell’incidente di Davide Silenzi, realizzato da Edoardo Pizzutelli (IIH), Lorenzo Piscitelli (IIH), Francesco Bianchi (IID), scuola media “Frosinone 3”;
-    pannello su “Incrocio superstrada Sora-Frosinone”, realizzato da Matteo Taglione (classe IIG, scuola media “E. Facchini”, sede di Carnello);
-    pannello su incrocio senza rotatoria per cui si propone la creazione di una rotatoria, realizzato da Marco Venditti, Lorenzo Caruso, Riccardo Venditti (classe IIG, scuola media “E. Facchini”, sede di Carnello);
-    pannello dal titolo “Tutti in strada”, realizzato da Francesca Lucchetti e Aurora Di Cocco (classe IIG, scuola media “E. Facchini”, sede di Carnello);
5) scuole medie superiori, sezione speciale; la commissione esaminatrice ha espresso un parere analogo a quello descritto nel punto precedente; ed anche in questo caso ha assegnato dei riconoscimenti, per l'impegno profuso, nonché per l'originalità nella scelta del mezzo comunicativo, sempre con biglietti per il cinema, ai seguenti lavori:
-   serie di 14 tavole, realizzate dalla classe IIA, liceo artistico “A.G. Bracaglia”, di Frosinone;
- un video, realizzato da Erika Astolfi, Chiara Venditti, Irene Cavalli e Alessia Lisi (classe VC, liceo scientifico “Francesco Severi” di Frosinone).
( Foto e video alla pagina http://www.claudiomartino.com/2011-05-27_premiazione.htm )