mercoledì 22 febbraio 2012

La campagna elettorale degli ACCATTONI

Luciano Granieri


Per cortesia  possiamo evitare che la pelle dei lavoratori sia sacrificata alle esigenze del padronato anche quando questo deve fare campagna elettorale?  Bombassei, candidato alla guida di confindustria contro la  Marcegaglia, ha incassato l’appoggio di Marchionne  per cui il falco della casta degli industriali, qualora venisse eletto alla guida dei padroni, vedrebbe il ritorno in pompa magna in confindustria  del supermanager, nonché tagliatore di testa FIAT  Marchionne. Tale scenario ha indignato e non poco la Marcegaglia,   attuale capo degli accattoni evasori confindustriali, la quale non ha trovato di meglio che rilanciare la lotta di classe contro gli operai cialtroni, profittatori, parassiti sociali,  che dietro la  protezione dei sindacati, abusano dei loro sacrosanti diritti per mettere in mutande quei poveracci dei loro datori di lavoro.  E’ bene ricordare alla Marcegaglia, imprenditrice illuminata che ha avuto l’unico merito di ereditare il patrimonio di cui dispone dalla famiglia,  che il tessuto produttivo nazionale è costituito da più di 3 milioni di piccole e medie imprese. Aziende in cui il fenomeno dell’assenteismo è sicuramente molto diffuso  ma solo presso gli uffici del lavoro. Infatti i lavoratori che collaborano con tali aziende, essendo assunti in nero, risultano  assenti dagli  elenchi  previdenziali, risultano assenti fra coloro che hanno diritto all’indennità di malattia e alle ferie, risultano assenti nella dignità di sentirsi lavoratori. Nelle grandi aziende è possibile che esistano dei lavoratori assenteisti oltre ogni limite,  ma ad una analisi più attenta si capisce  che la maggior parte di queste persone è stata assunta tramite raccomandazione per cui l’accattone grande industriale di turno, a fronte dell’assunzione di un parassita, avrà ottenuto dei benefici molto superiori rispetto all’esborso di uno stipendio erogato inutilmente. Inoltre se volessimo  andare a fondo sulla questione morale degli accattoni confindustriali  potremmo scrivere interi libri sui furti commessi da questi signori ai danni della collettività. Per non andare troppo indietro nel tempo basti ricordare che proprio la Marcegaglia, grazie ai buoni uffici del suo sodale, l’allora  capo del governo Silvio Berlusconi, è riuscita per un tozzo di pane a diventare azionista dalla CAI (Compagnia Aerea Italiana) , la parte buona di Alitalia depurata dai debiti, scaricati su una bad company che grava ancora sulle spalle di tutti i cittadini. Ma si sa i grandi industriale accattoni sono pronti a voltare le spalle in ogni momento, per cui il cavaliere, loro benefattore nell’affare Alitalia,  oggi individuato come uno dei principali colpevoli della crisi capitalistica  a causa  della   disinvoltura e del   pressappochismo utilizzato  nel torchiare il proletariato secondo i dettami della troika europea , viene disarcionato e il cavallo  vincente, da appoggiare senza se e senza ma,  diventa il banchiere Monti. Per completezza di analisi però  è utile sottolineare che i sindacati di regime, Cgil compresa ,  espressione della peggiore corrente riformista che ha nel Pd e in Sel due sponsor politici  autorevoli, con la loro reiterata connivenza con i padroni accattoni, culminata con gli accordi del 28 giugno, non hanno fatto altro che favorire lo sconsiderato attacco alla classe lavoratrice dell’ infima rampolla di confindustria. L’indignazione dei vari Camusso e Bonanni suona falsa e inaffidabile. Se questo è il panorama del sindacalismo confederale italiano non c’è da stupirsi che la taglia  per l’ottenimento di privilegi economici e politici sia la testa dei lavoratori. E’ ora di dire basta allo scempio dei diritti dei lavoratori non solo in senso reale ma anche in senso simbolico.  E’ ora di dire basta ad un sindacato ridotto a passacarte dei padroni. Proviamo a ricostruire la dignità del lavoro e dei lavoratori con la disobbedienza civile, la  lotta sociale, affinchè il modello Pomigliano diffuso nelle altre realtà produttive non ingabbi e distrugga i lavoratori, SIMBOLICAMENTE E PRATICAMENTE.

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