La manifestazione e lo sciopero dei metalmeccanici del 9 marzo è un importante momento di resistenza dei lavoratori contro l’attacco apertamente dichiarato dal governo Monti, dalla Bce e dall’Unione Europea.
Il governo Monti si è vantato a Bruxelles di aver realizzato la controriforma delle pensioni con solo “tre ore di sciopero da parte dei sindacati”. E’ evidente come in gioco non ci sia solo la difesa dell’art.18 oggetto, tra l’altro, di un attacco strumentale ma decisivo. Nella trattativa in corso sul mercato del lavoro e che governo e Cgil Cisl Uil vogliono chiudere entro marzo con o senza un accordo, la posta in gioco è l’intero sistema di comando del capitale sui lavoratori per renderli totalmente subalterni ai tempi, alle condizioni e ai salari imposti dalla competizione globale. Il modello Marchionne negli stabilimenti Fiat sta a indicare esattamente questa linea di condotta che il padronato vuole estendere all’intero mondo del lavoro e in tutta la società.
I lavoratori, i precari, i disoccupati, i giovani, oggi non hanno alcuno strumento di difesa se non la loro organizzazione indipendente. Il dato politico conseguente allo sfilarsi di tutte le anime del Pd dalla manifestazione del 9 marzo perché saranno presenti anche i No Tav, è indicativo del fatto che niente sarà più come prima e che l’indipendenza politica e sindacale siano oggi una scelta di prospettiva inevitabile da affermare seriamente per rappresentare, per davvero, gli interessi di classe nel nostro paese.
Lo sciopero convocato dalla Fiom è un segnale importante come quello avanzato dall’Usb che già aveva scioperato il 27 gennaio scorso. Tali espressioni di mobilitazione e di lotta sono segnali di resistenza significativi che vanno sostenuti da tutte le forze politiche e sociali che intendono opporsi apertamente al governo Monti e ai suoi sostenitori interni ed internazionali.
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