martedì 17 aprile 2012

Il ratto del PRG "Frusino 52"

Luciano Granieri



Durante la campagna elettorale tutte le forze in campo promettono cambiamenti. CAMBIAMENTO  è la parola d’ordine. Anche nei primi fuochi della contesa di queste amministrative del 2012 tutte i candidati a sindaco, anche quelli uscenti,   si impegnano a cambiare a proporre cose nuove.  Non so se è chiaro ai candidati nuovisti  i quali  già hanno preso posto sugli scranni consiliari  che per cambiare realmente il corso amministrativo della nostra città è necessaria una rivoluzione .  Mi riferisco  a una rivoluzione vera, quella che conduce alla presa del potere da parte di un movimento alternativo a quello che ha sempre governato Frosinone dal dopo guerra ad oggi. Infatti dall’inizio degli anni ’50   in poi  hanno retto il capoluogo ciociaro  non  il sindaco Domenico Ferrante, né Luigi Valchera, né tutti gli  altri primi cittadini succedutisi  fino ad oggi, Marzi e Marini compresi. I veri padroni di Frosinone sono sempre stati e lo sono tutt’ora I POTERI FORTI . Ovvero gruppi dediti alla speculazione delle rendite fondiarie  e finanziarie. Costoro hanno sempre manovrato sindaci e gruppi politici di maggioranza e opposizione. Sono riusciti a nascondere piani regolatori interi  disponendo a piacimento del territorio, rimpinzandolo di cemento senza tenere minimamente conto del bene dei cittadini. La storia comincia dal ratto del Piano regolatore Generale “Frusino 52” il primo piano regolatore del dopo guerra redatto dagli architetti Iacobelli e  Malpelli . Uno strumento urbanistico che prevedeva uno sviluppo organico della città. Redatto nel 1958, il piano riportava interventi di edilizia primaria e secondaria consoni ad una città a misura d’uomo, allora Frosinone contava  poco meno di 35.000 abitanti. Ad esempio in P.zza De Mattheis, al posto dell’ orrendo grattacielo che oggi domina la parta bassa della città, era prevista l’edificazione di una chiesa e di un portico , le zone di espansione erano delimitate nei minimi particolari, erano indicate precisamente le ubicazioni di  piazze e  giardini, erano specificate le altezze massime degli edifici. Il piano fu inviato per l’approvazione al Ministero dei Lavori Pubblici,  il quale diede parere positivo   con il vincolo di eliminare dal piano  il progetto di una tangenziale ed altri interventi che definì ”da respingere perché ispirati ad interessi privati “.  Anzi lo stesso Ministero ne gennaio del 1961 sollecitava l’approvazione del piano modificato. Ma quel piano non arrivò mai in consiglio comunale, fu fatto sparire nel nulla  e dal  ’61 al ’68 Frosinone in barba alle leggi vigenti rimase senza PRG. Nel frattempo i palazzinari di Frosinone scaricarono montagne di cemento nella parte alta (P.zza  Aonio Paleario, P. zza Diamanti, Via Brighindi) e nella parte  bassa (Via Marittima, Via Roma e Piazzale De Mattheis) della città . Nel 1968 in un comune guidato dal commissario prefettizio , fu presentato un nuovo PRG molto più gradito ai poteri forti. In questo nuovo documento era preventivato che nella città di Frosinone i residenti nel 1990 avrebbero raggiunto le 120.000 unità a fronte dei 35.000 del 1965. Un aumento sconsiderato di 85.000 abitanti al di fuori di ogni previsione logica , oggi la città ne conta poco più di 48.000 . Cosi, in virtù della norma che prevede 50 mq di aera edificabile per ogni abitante, i palazzinari si trovarono con 400 ettari di territorio completamente edificabile a disposizione per ogni scorreria speculativa, ben 330 ettari in più rispetto a quelli spettanti. Nonostante l’ipertrofia cementizia questo nuovo PRG prevedeva alcune regole basilari, ad esempio erano identificati luoghi in cui avrebbero dovuto sorgere parcheggi , pubblici e privati, zone a verde pubblico, aeree destinate a parco giochi e soprattutto, udite udite, era inibita la costruzione sull’aera delle terme romane per salvaguardare il sito archeologico. Inoltre  ogni lottizzazione privata si sarebbe dovuta realizzare solo dopo la messa a punto da parte del comune dei piani particolareggiati di edilizia pubblica   e a fronte dell’occupazione di suolo pubblico i privati avrebbero dovuto cedere al comune in  contropartita terreni destinata ad opere di edilizia secondaria e servizi alla città (strade di collegamento) e pagare, evidentemente, gli oneri concessori. Troppe regole per  i saccheggiatori della città i quali ancor prima che il nuovo PRG venisse approvato riuscirono ad  ottenere il rilascio di ben 800 licenze edilizie  destinate a costruire mega palazzi sui siti che il nuovo piano, destinava a verde pubblico, a parcheggi, non si salvarono neanche le terme  romane.  Ecco spiegata la morfologia urbanistica della nostra città. Un territorio in cui i parcheggi non ci sono, perché la dove dovevano esserci  sorgono palazzi, non ci sono aree verdi perché la dove dovevano essere ci sono altri palazzi, non è stato possibile redigere un piano di edilizia popolare, perché per le case popolari non vi era posto.  Oggi quindi per dotare la città dei servizi  necessari i POTERI FORTI dopo averne usurpato le aeree dedicate fagocitano altri  soldi pubblici provvedendo a restituire il maltolto   a suon di project   financing , parcheggio multipiano su tutti. Il piano da 120.000 abitanti è scaduto nel 1990, ma nessuna giunta ha avuto il coraggio di approvarne uno nuovo. Anzi il saccheggio del territorio e le speculazioni sono continuate anche negli ultimi quindici anni in cui a guidare la giunta sono stati Marzi , per due consiliature di seguito , e Marini con Ottaviani   seduto sugli scranni dell’opposizione durante il secondo mandato Marzi,opposizione che mai si è opposta in modo deciso  al sacco di Frosinone.  Il mega scatolone del Forum di piazzale Europa, una brutta storia di speculazione edilizia, sorto la dove doveva sorgere una piazza,  i vari project del parcheggio multipiano e del Matusa -Casaleno, le  ulteriori lottizzazioni di   Via Mastruccia e Via La Botte, altri palazzoni che stanno ulteriormente sfigurando  Via Aldo Moro nella martoriata zona B dimostrano che Marzi , Marini e anche Ottaviani  il quale  auspica   il rilancio del sistema dei project financing,  si candidano a governare la città senza avere la minima intenzione di scalzare il POTERE DELLA SPECULAZIONE FONDIARIA E  FINANZIARIA che fino ad oggi ha dettato le regole. Un capitolo a parte va dedicato alla riscossione degli oneri concessori, anche questa è una questione scandalosa .  Con la compiacenza delle varie giunte succedutesi fino ad oggi I POTERI FORTI, oltre a usurpare porzioni di territorio, si sono guardati bene dal pagare  al comune gli oneri concessori. Già nel 1981 l’evasione degli oneri contributivi urbanistici ammontava a svariati miliardi di lire, e oggi ormai non si riesce nemmeno a quantificare quale sia l’entità dell’ammanco considerato che al recupero delle tasse vere e proprie andrebbero aggiunte le sanzioni per omesso o ritardato pagamento. Dunque il candidato a sindaco che vuole davvero cambiare il modo di governare Frosinone  deve finalmente togliere dalle mani dei poteri forti il destini della città. Deve fare in modo che la politica amministrativa si indirizzi verso il bene dei cittadini.  Dunque in primo luogo è necessario redigere un piano urbanistico a metri cubi zero di cemento e risanare, per quanto possibile,  le ferite inferte da un quarantennio di anarchia edilizia, ma soprattutto  è fondamentale quantificare l’evasione dei tributi urbanistici, quanti di questi siano ancora esigibili e mettere in moto tutte le procedure necessarie per far pagare a questi signori tutto quanto hanno depredato ai cittadini. E’ un’ operazione titanica ma solo così si possono reperire le risorse necessarie a finanziarie  i servizi sociali  e pianificare politiche redistributive e di assistenza verso i cittadini più poveri ,  solo così si manda un segnale forte a chi di padre in figlio ha spadroneggiato sulla nostra città,  un segnale  che inequivocabilmente afferma che Frosinone  non è più loro ma è tornata in mano ai cittadini. Sono convinto che la nostra coalizione ( Sel, Rifondazione - INdipendenti la Colomba e  Frosinone Bene  comune),  unita nel supportare Marina Kovari a sindaco di Frosinone può vincere questa battaglia di civiltà.

I dati citati sono desunti dalla pubblicazione di Augusto Bartoli dal titolo “La grande truffa, quarant’anni di anarchia edilizia nel comune di Frosinone

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