domenica 1 luglio 2012

Abbiamo perso "MOLTO SERIAMENTE"

Luciano Granieri



Sono passate poche ore dalla finale dei campionati di calcio europei,  Spagna – Italia. Come è noto abbiamo subito una sonora lezione . Lo spread calcistico con le furie rosse  ha segnato l’abissale e mai registrata   in passato,  differenza di 4 punti.  Non l’abbiamo praticamente “strusciata” mai,  il giocatore italiano che ha visto più volte il pallone è stato il portiere Buffon, che lo ha raccolto per ben quattro volte dentro la propria rete.  Gli Spagnoli hanno sfoggiato una tranquillità disarmante nel sviluppare le loro trame di gioco,. Abbiamo visto Fabregas bruciare  uno STANCO  Chiellini e porgere su un piatto d’argento a Silva il pallone da scaraventare in rete per il più facile dei gol, abbiamo visto  Xavi  mandare in gol, con una verticalizzazione fulminea ,   Jordi Alba, un terzino non un temibile centravanti,  abbiamo apprezzato Fernando Torres e Mata bucare la  STANCA difesa azzurra come burro, il tutto con il sorriso sulle labbra.  Niente a che vedere con le facce tirate e arrabbiate di alcuni azzurri che hanno preso le vittorie su Irlanda, Inghilterra e Germania come rivalsa per le accuse ricevute secondo loro ingiustamente dalla stampa.  Addirittura si è arrivati a pretendere di porgere le scuse ad un offeso Buffon per aver osato stigmatizzato il fatto che abbia speso un milione e mezzo di euro  in orologi e scommesse sul cricket.  Come ho già scritto in un post precedente Italia – Spagna era una semplice partita di calcio e gli Spagnoli così l’hanno interpretata, l’hanno  giocata sereni e tranquilli  nonostante questa loro vittoria li iscriva nella storia del calcio mondiale. Mai a nessuna squadra era riuscita l’impresa di vincere in sequenza  un Europeo, un Mondiale e un altro Europeo, mai nessuna squadra era riuscita a vincere una finale europea con quattro gol  di scarto. Per noi invece questa doveva essere l’occasione del riscatto di un popolo,  il trionfo dell’orgoglio italico che s’imponeva  sulle  controversie di un destino cinico e baro che getta una sempre più numerosa parte di popolazione  nel dramma  della povertà. Il successo sportivo  doveva sposarsi con il successo politico   (effimero quanto inutile) di Monti conseguito a Bruxelles qualche giorno prima.  I nostri  eroi purtroppo sono arrivati stanchi e acciaccati all’appuntamento, afflitti da guai muscolari rimediati nelle cruente lotte combattute e vinte per riscattare un popolo accusato di accettare supinamente i recenti imbrogli calcistici oltre a tutte le altre ben più gravi corruttele che travagliano il nostro Paese.   Infatti  quando Thiago Motta è dovuto uscire per stiramento siamo rimasti in dieci perché ormai Prandelli aveva operato tutti i cambi per rimpiazzare calciatori stanchi e acciaccati . Ma perché tutta questa stanchezza?  Perché gli spagnoli  che nelle rispettive squadre di club hanno giocato fino alla fine di maggio  , Real Madrid e Barcellona sono arrivate alle semifinali di Champions League ad esempio, avrebbero dovuto essere più freschi dei nostri giocatori, che al contrario con i loro club le coppe europee non le hanno giocate proprio (Roma e Juve) o ne sono usciti molto presto (Inter , Milan) ? Non sarà che i nostro eroi vessati da implacabili e  invidiosi accusatori si allenano poco e male? Bentornato Zeman.  Comunque l’impresa di entrare nella storia agli azzurri è riuscita ugualmente , mai una squadra aveva subito quattro gol in una finale europea, dunque questa è stata una vera impresa. Chiudo con il commento di Monti il quale rispondendo ad una domanda del giornalista Amedeo Goria, il quale gli chiedeva   se fosse contento che l’Italia  del calcio avesse bissato con l’ottimo  secondo posto nella competizione europea il successo ottenuto dal lui nella assise di Bruxelles, ha affermato. Gli italiani sono un grande popolo e quando cominciano a fere le cose seriamente ottengono sempre dei successi . Ecco su questo Monti ha ragione stasera l’Italia del calcio ha perso seriamente, molto seriamente. Peccato purtroppo che la gente non è  potuta scendere in piazza a festeggiare. Per me quando le piazze rimangono  vuote è sempre un brutto segno.

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