martedì 24 luglio 2012

Furto d’informazione

Appello

La politica è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è,  e configura, a nostro avviso, una grande lesione della democrazia. Il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione  della realtà e una intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei , all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopo-guerra, vengono  rappresentante, non soltanto dalle forze politiche che le condividono ( e ciò è comprensibile), ma anche dai maggiori mezzi d’informazione (ivi compreso il servizio pubblico), come comportamenti obbligati  (“non scelte”), immediatamente determinati da  una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi di welfare. Viene nascosto all’opinione pubblica che, lungi dall’essere un’evidenza,  tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale) oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori.  Così una teoria controversa, da molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa  degli eccessi  speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta  e presentata  come auto evidente, sottraendo ai cittadini la nozione della sua opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto della sovranità democratica. Non possiamo sottacere  che, a nostro giudizio, a rendere particolarmente grave tale stato di cose è il fatto che la sottrazione di informazione che riteniamo necessario denunciare coinvolge l’operato delle stesse più alte cariche dello Stato, alle quali la Costituzione attribuisce precise funzioni di garanzia e vincoli d’imparzialità. Tutto ciò costituisce ai nostri occhi un attacco alla democrazia repubblicana di inaudita gravità, che ai pesantissimi effetti materiali della crisi e di una sua gestione politica volta a determinare una redistribuzione del potere e della ricchezza a beneficio della speculazione finanziaria e dei ceti più abbienti  assomma un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per la democrazia.

Alberto Burgio, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Guido Rossi, Valentino Parlato .



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