martedì 24 luglio 2012

L'ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione

Maria Antonietta Garofalo




Preg.mo Dott. Ingroia
Vi è un ottimismo della volontà ed un pessimismo della ragione ( Gramsci) al quale avrei dato voce se ci fosse stata la possibilità di parlare. Ci è stata raccontata brevemente e dal punto di vista “ istituzionale” una Castelvetrano che nel tempo è cambiata. Io al contrario penso che Castelvetrano sia nella grande maggioranza dei suoi abitanti, una città indifferente, sorda ai cambiamenti o comunque impreparata a comprenderli.
Non riuscirei, altrimenti a spiegarmi perché le minoranze a cui Lei si è riferito e alle quali ha auspicato che possano diventare “ maggioranze” , rimangano sempre “ minoranze”. Lo si è visto anche in queste sere in cui il lodevole imput alla “ legalità” è stato accolto tiepidamente, quando invece, a mio avviso, gli interessanti dibattiti avrebbero dovuto riguardare tanti.
Con onestà dobbiamo allora chiederci, senza peli sulla lingua, perché questa città è implicata in due processi “ Golem”? Perché questa città ha fatto fatica a costituirsi parte civile nel processo “Golem2”?Perché in tempo di elezioni si catapultano a gamba tesa i vari Cuffaro, Lombardo, Culicchia, Pellegrino, persone cioè toccate in qualche modo da imputazioni inquietanti, alcuni prescritti, altri condannati, altri ancora in via di risoluzione, quando Paolo Borsellino, che stasera è stato ricordato, nella lectio magistralis fatta agli studenti di Bassano del Grappa, dice che la politica  deve: “trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato, ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica"? Perché in questa città si vuol far passare il cassiere di Matteo Messina Denaro come il Ministro del Lavoro? Perché sono stati dati alle fiamme degli ulivi su un terreno confiscato? Perché durante un sit-in antimafia un mafioso controlla quanti comunisti ci sono e poi dice che “ce ne sono una ventina, chissà come mai”?  Perché sui muri compaiono preghiere d’aiuto al boss? Perché si organizzano i cortei e di quei ragazzi di associazioni varie, in questi eventi non se ne vede l‘ombra, eppure striscioni e magliette campeggiano sui giornali locali? Perché gli appelli alla cosiddetta “ società civile” cadono miseramente nel vuoto? E’ passata una grande primavera di indignazione e di riscatto culturale, dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio, ma una seconda primavera tarda a venire, laddove “l’indifferenza è il peso morto della storia” (Gramsci) e il fatalismo impedisce una spinta al riscatto.
Possa essere di augurio ciò che ha scritto:
"Nel ricordo di Paolo e Giovanni per una Sicilia, un' Italia e un mondo migliore, più lungo e senza mafia”
22/7/2012 Antonio Ingroia – Marinella di Selinunte
Ci ritroverà (nonostante tutto) ancora ad aspettare il suo ritorno dal Guatemala, a sperare in un mondo migliore possibile e a lottare per una Sicilia senza mafia.
Grazie per il suo coraggio e per il suo parlare " senza filtri".
Distinti saluti
Maria Antonietta Garofalo

Segretaria Circolo “ Peppino Impastato” PRC
Castelvetrano
Li 22. 07.2012

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