E’ impressionante assistere all’uso personalistico che i
partiti e i loro esponenti fanno delle istituzioni. In piena ondata di
antipolitica causata fra l’altro anche dalle ultime inchieste sulla diffusa
abitudine dei rappresentanti del popolo di rubare soldi pubblici, i politici
non si perdono d’animo e continuano a fare i loro porci comodi senza
preoccuparsi della reazione dell’opinione pubblica. E lo fanno sicuramente a
ragion veduta, visto che la gente ha dimostrato troppe volte la propria
incapacità di reagire alle ingiustizie e agli imbrogli. Così in ottobre diversi
presidenti e consigli provinciali tutti insieme si sono accorti, dopo aver
svolto per anni il doppio incarico di presidente e di deputato, che le due
cariche sono incompatibili. Quindi vari presidenti si sono dimessi entro il 12
ottobre, guarda caso l’ultimo giorno utile per potersi candidare alle
politiche. Ma altri, fra cui il “nostro” Iannarilli sono stati ancora più
creativi: hanno fatto in modo che il consiglio provinciale votasse l’incompatibilità
del doppio incarico, facendoli decadere. La differenza è presto detta: in
questo caso il presidente si potrà candidare e il consiglio non verrà sciolto,
perché il suo posto sarà occupato dal vice presidente. Rimane il fatto che
questo consiglio provinciale che improvvisamente si dimostra così attento alle
regole, per diversi anni ha mantenuto un presidente incompatibile, difendendone
il diritto a portare a termine tutti e due i mandati. Ma noi siamo sicuri che
le persone a questi particolari non faranno caso, e continueranno a votare
questa gentaglia che usa le istituzioni a proprio uso e consumo. Come stanno
facendo i parlamentari che da mesi sono impegnati a sviluppare una nuova legge
elettorale, come insistentemente chiede il presidente della repubblica
raccomandandosi che sia una legge elettorale che tenga fuori dal parlamento le
voci fuori dal coro e che non provochi un cambio della linea politica
dell’attuale governo. Naturalmente il presidente fan del mercato e delle banche
usa altre parole, ma il senso è quello. Questi tizi, dicevamo, fra una fiducia
e l’altra votate per il governo Monti, essendo ormai esentati dal dover fare
politica stanno usando tutte le energie per inventarsi una legge elettorale che
renda impossibile che qualcuno perda e soprattutto che renda inutili le
elezioni. Così si inventano i premi di maggioranza fatti a misura di sondaggio
e di alleanze, la regola salva lega, i voti di preferenza finti, i quorum
aumentati. E anche in questo caso fanno affidamento sull’indifferenza passiva
del popolo. Neanche le primarie sfuggono alla regola: le regole vengono cambiate
ad arte per impedire l’ascesa del sindaco di Firenze, fra doppio turno e albi
di iscrizione resi pubblici e secondo turno a numero chiuso. Anche in questo
caso gli elettori che andranno a votare alle primarie saranno dei semplici
comprimari che pensano di essere invece i protagonisti. Stenderei un velo
pietoso sulla battaglia per la data delle elezioni che si sta svolgendo nel
Lazio. La situazione reale è che al centrosinistra ai fini elettorali conviene
andare subito al voto, mentre al centrodestra conviene aspettare. Così inizia
la battaglia sui regolamenti e sulle postille, che niente ha a che vedere con
la soluzione dei problemi della regione Lazio e dei suoi cittadini: anche qui
le istituzioni usate a proprio uso e consumo. Ma il centrosinistra che in questi giorni va in
piazza a chiedere elezioni entro l’anno per portare pulizia e giustizia è
quello stesso centrosinistra che aveva votato insieme al Pdl l’aumento dei
soldi dati ai gruppi consiliari e che quei soldi li ha anche presi ed usati; ed
è lo stesso centrosinistra che in anni di governo ha fatto innumerevoli favori
ai poteri forti a danno dell’ambiente e della qualità di vita dei cittadini. Ma
queste sono cose che non contano: ciò che conta è che il centrosinistra ha già
il candidato per le regionali, e invece il centrodestra è in pieno caos
politico. E già, il candidato alla presidenza della regione del Pd dopo aver
fatto campagna elettorale per le comunali di Roma ora non può aspettare, non
sia mai che succeda qualcosa al nazionale e gli tocchi cambiare ancora e
presentarsi alle politiche. E poi il tesoriere dell’Idv è stato colto con il
malloppo nel sacco, meglio andare subito alle elezioni prima che ne scoprano
qualcun altro. A proposito: nell’ufficio di presidenza regionale l’aumento dei
soldi ai gruppi consiliari per il centrosinistra l’hanno votato il Pd e l’Idv.
I consiglieri della Fds hanno detto che non ne sapevano niente, che i soldi li
hanno presi si, ma li hanno usati solo per fare politica. Ora mi chiedo: ma
quanta politica hanno fatto i consiglieri della Fds, visto che siccome non
c’erano soldi, dal regionale del Prc per le elezioni delle ultime comunali di
Frosinone alla lista del Prc sono arrivati 500 euro? E per fortuna c’era stato
l’aumento. E così mentre il paese viene stritolato dalle spire del FMI i
rappresentanti del popolo si dedicano a lotte dietro le quinte per conservare i
privilegi e poltrone, e si delineano all’orizzonte le future alleanze che
daranno origine ai patetici (politicamente) carrozzoni che si contenderanno le
poltrone nelle varie assemblee, nazionali, regionali e comunali. Qualcuno si
presenterà a sinistra fuori dal coro, e per questo andrà lodato, ma ciò non
toglie che le prossime elezioni saranno del tutto inutili, avranno un risultato
stabilito a tavolino, concordato fra i due poli principali, e di conseguenza il
voto degli elettori sarà ininfluente sul risultato delle elezioni stesse.
Quella parte della sinistra che avrà la fermezza di restare fuori dal
centrosinistra deve organizzarsi per preparare il dopo elezioni, la stagione di
lotte che sicuramente arriverà nei prossimi mesi, quando anche il gioco della
Cgil verrà scoperto. Ormai in tutte le iniziative elettorali del Pd è presente
un rappresentante della Cgil, non ultima l’iniziativa svolta a Frosinone
davanti alla prefettura con la presenza di tutti i “pezzi grossi” del
centrosinistra provinciale, o addirittura la Camusso che accompagna Bersani ad una iniziativa
per le primarie: come si può pensare che un sindacato del genere possa svolgere
il proprio ruolo, quando fa campagna elettorale insieme al partito che più di
tutti, appoggiando il governo Monti, sta attaccando i diritti dei lavoratori? Un
sindacato che non indice uno sciopero generale perché più che gli interessi dei
lavoratori interessano i legami con uno dei partiti che stanno distruggendo i
diritti conquistati con anni di lotta? E intanto, per ricordare a tutti che il
parlamento ormai non decide più niente, si fa già il nome del prossimo
presidente della Repubblica, un certo Monti…………
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