venerdì 19 ottobre 2012

E i presidenti provinciali si accorsero dell'incompatibilità del doppio mandato

Andrea Cristofaro. Collettivo Ciociaro Anticapitalista


E’ impressionante assistere all’uso personalistico che i partiti e i loro esponenti fanno delle istituzioni. In piena ondata di antipolitica causata fra l’altro anche dalle ultime inchieste sulla diffusa abitudine dei rappresentanti del popolo di rubare soldi pubblici, i politici non si perdono d’animo e continuano a fare i loro porci comodi senza preoccuparsi della reazione dell’opinione pubblica. E lo fanno sicuramente a ragion veduta, visto che la gente ha dimostrato troppe volte la propria incapacità di reagire alle ingiustizie e agli imbrogli. Così in ottobre diversi presidenti e consigli provinciali tutti insieme si sono accorti, dopo aver svolto per anni il doppio incarico di presidente e di deputato, che le due cariche sono incompatibili. Quindi vari presidenti si sono dimessi entro il 12 ottobre, guarda caso l’ultimo giorno utile per potersi candidare alle politiche. Ma altri, fra cui il “nostro” Iannarilli sono stati ancora più creativi: hanno fatto in modo che il consiglio provinciale votasse l’incompatibilità del doppio incarico, facendoli decadere. La differenza è presto detta: in questo caso il presidente si potrà candidare e il consiglio non verrà sciolto, perché il suo posto sarà occupato dal vice presidente. Rimane il fatto che questo consiglio provinciale che improvvisamente si dimostra così attento alle regole, per diversi anni ha mantenuto un presidente incompatibile, difendendone il diritto a portare a termine tutti e due i mandati. Ma noi siamo sicuri che le persone a questi particolari non faranno caso, e continueranno a votare questa gentaglia che usa le istituzioni a proprio uso e consumo. Come stanno facendo i parlamentari che da mesi sono impegnati a sviluppare una nuova legge elettorale, come insistentemente chiede il presidente della repubblica raccomandandosi che sia una legge elettorale che tenga fuori dal parlamento le voci fuori dal coro e che non provochi un cambio della linea politica dell’attuale governo. Naturalmente il presidente fan del mercato e delle banche usa altre parole, ma il senso è quello. Questi tizi, dicevamo, fra una fiducia e l’altra votate per il governo Monti, essendo ormai esentati dal dover fare politica stanno usando tutte le energie per inventarsi una legge elettorale che renda impossibile che qualcuno perda e soprattutto che renda inutili le elezioni. Così si inventano i premi di maggioranza fatti a misura di sondaggio e di alleanze, la regola salva lega, i voti di preferenza finti, i quorum aumentati. E anche in questo caso fanno affidamento sull’indifferenza passiva del popolo. Neanche le primarie sfuggono alla regola: le regole vengono cambiate ad arte per impedire l’ascesa del sindaco di Firenze, fra doppio turno e albi di iscrizione resi pubblici e secondo turno a numero chiuso. Anche in questo caso gli elettori che andranno a votare alle primarie saranno dei semplici comprimari che pensano di essere invece i protagonisti. Stenderei un velo pietoso sulla battaglia per la data delle elezioni che si sta svolgendo nel Lazio. La situazione reale è che al centrosinistra ai fini elettorali conviene andare subito al voto, mentre al centrodestra conviene aspettare. Così inizia la battaglia sui regolamenti e sulle postille, che niente ha a che vedere con la soluzione dei problemi della regione Lazio e dei suoi cittadini: anche qui le istituzioni usate a proprio uso e consumo. Ma  il centrosinistra che in questi giorni va in piazza a chiedere elezioni entro l’anno per portare pulizia e giustizia è quello stesso centrosinistra che aveva votato insieme al Pdl l’aumento dei soldi dati ai gruppi consiliari e che quei soldi li ha anche presi ed usati; ed è lo stesso centrosinistra che in anni di governo ha fatto innumerevoli favori ai poteri forti a danno dell’ambiente e della qualità di vita dei cittadini. Ma queste sono cose che non contano: ciò che conta è che il centrosinistra ha già il candidato per le regionali, e invece il centrodestra è in pieno caos politico. E già, il candidato alla presidenza della regione del Pd dopo aver fatto campagna elettorale per le comunali di Roma ora non può aspettare, non sia mai che succeda qualcosa al nazionale e gli tocchi cambiare ancora e presentarsi alle politiche. E poi il tesoriere dell’Idv è stato colto con il malloppo nel sacco, meglio andare subito alle elezioni prima che ne scoprano qualcun altro. A proposito: nell’ufficio di presidenza regionale l’aumento dei soldi ai gruppi consiliari per il centrosinistra l’hanno votato il Pd e l’Idv. I consiglieri della Fds hanno detto che non ne sapevano niente, che i soldi li hanno presi si, ma li hanno usati solo per fare politica. Ora mi chiedo: ma quanta politica hanno fatto i consiglieri della Fds, visto che siccome non c’erano soldi, dal regionale del Prc per le elezioni delle ultime comunali di Frosinone alla lista del Prc sono arrivati 500 euro? E per fortuna c’era stato l’aumento. E così mentre il paese viene stritolato dalle spire del FMI i rappresentanti del popolo si dedicano a lotte dietro le quinte per conservare i privilegi e poltrone, e si delineano all’orizzonte le future alleanze che daranno origine ai patetici (politicamente) carrozzoni che si contenderanno le poltrone nelle varie assemblee, nazionali, regionali e comunali. Qualcuno si presenterà a sinistra fuori dal coro, e per questo andrà lodato, ma ciò non toglie che le prossime elezioni saranno del tutto inutili, avranno un risultato stabilito a tavolino, concordato fra i due poli principali, e di conseguenza il voto degli elettori sarà ininfluente sul risultato delle elezioni stesse. Quella parte della sinistra che avrà la fermezza di restare fuori dal centrosinistra deve organizzarsi per preparare il dopo elezioni, la stagione di lotte che sicuramente arriverà nei prossimi mesi, quando anche il gioco della Cgil verrà scoperto. Ormai in tutte le iniziative elettorali del Pd è presente un rappresentante della Cgil, non ultima l’iniziativa svolta a Frosinone davanti alla prefettura con la presenza di tutti i “pezzi grossi” del centrosinistra provinciale, o addirittura la Camusso che accompagna Bersani ad una iniziativa per le primarie: come si può pensare che un sindacato del genere possa svolgere il proprio ruolo, quando fa campagna elettorale insieme al partito che più di tutti, appoggiando il governo Monti, sta attaccando i diritti dei lavoratori? Un sindacato che non indice uno sciopero generale perché più che gli interessi dei lavoratori interessano i legami con uno dei partiti che stanno distruggendo i diritti conquistati con anni di lotta? E intanto, per ricordare a tutti che il parlamento ormai non decide più niente, si fa già il nome del prossimo presidente della Repubblica, un certo Monti…………

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