sabato 1 dicembre 2012

Tertium datur. Fra Bersani e Renzi vincerà l'Ubp

Luciano Granieri



Oggi si terrà l’ultimo atto delle primarie del centro sinistra. Dallo spazio web di Aut, voglio fare i miei complimenti e rivolgere un in bocca al lupo a tutti quei militanti volontari che con il loro impegno e la loro dedizione, ai seggi e nei luoghi deputati alla registrazione, hanno reso possibile lo svolgimento della contesa elettorale. Non è ironia è una augurio vero. Tanto più che si troveranno a gestire una situazione molto complicata. Infatti la querelle sulla registrazione al  ballottaggio di chi non ha votato al primo turno,  con la farsa  delle giustificazioni per dimostrare l’impedimento che non ha consentito la presenza al seggio domenica scorsa, oltre  alle migliaia di e.mail ricevute dalle segreterie provinciali in cui molti chiedevano l’autorizzazione a partecipare al ballottaggio pur non avendo votato al primo turno, confusi anche da messaggi ambigui che i vari comitati hanno diffuso a mezzo stampa o via web,  provocheranno l’ invasione dei seggi da parti di chi pretenderà di votare pur non avendone diritto, secondo il regolamento approvato il 19 ottobre scorso.  Ai militanti che fanno parte dell’organizzazione sarà demandato il difficile compito di fronteggiare questa invasione che probabilmente non escluderà l’intrusione  di persone che andranno ai seggi con intenti di sabotaggio. Insomma per questa grana organizzativa la fantastica esibizione scenico - mediatica della partecipazione democratica rischia di fallire miseramente. E purtroppo a rimetterci di più saranno colori i quali hanno lavorato con entusiasmo affinchè il tutto riuscisse nel migliore dei modi . Di cuore non me lo auguro, ma  se fallimento sarà, determinato dalla confusione e dalle contestazioni, la responsabilità andrà ancora una vola ascritta ai vizi propri di un movimento che non è  un partito ma un comitato elettorale, ne più e ne meno  come i comitati suoi concorrenti,  Pdl compreso. Il Pd checché se ne dica è  pervaso  dagli stessi dogmi che muovono anche il Pdl.  Leggi  ferree per cui  le regole di qualsiasi contesa elettorale devono  essere decise dai contendenti e non da un organismo terzo. Certamente Bersani ha mostrato  una grande  apertura cambiando lo statuto del partito, il quale prevedeva che al segretario spettasse il ruolo di candidato alla presidenza del consiglio,  destinando invece l’investitura del premier all’ esercizio delle primarie, ma  il rischio è stato ben calcolato. Non vi è dubbio che cercando di limitare il corpo elettorale a elettori di centro sinistra, avendo dalla sua parte la maggior parte dei parlamentari, la maggior parte delle segreterie provinciali, il successo per Pierluigi Bersani  sarebbe dovuto essere scontato .  Dunque fin  dal primo momento si è tentato di limitare la partecipazione ai soli votanti di centro sinistra. Renzi, al contrario, poteva contare in un ampio consenso al di fuori del partito  e solo il voto aperto a tutti avrebbe potuto garantire qualche chance al sindaco di Firenze. La soluzione di compromesso ha previsto primarie aperte, così come voleva Renzi, ma con registrazione degli elettori, in modo da porre un qualche paletto alla partecipazione, e soprattutto, impossibilità di votare al secondo turno se non si è votato al primo, come preferito da Bersani. Il rischio già limitato di perdere le primarie da parte del segretario, con le regole in vigore diventa praticamente nullo al secondo turno. Il corpo elettorale dovrebbe essere già definito visto che non è consentito a chi  non ha votato al primo turno di votare anche al secondo. Renzi per tentare la rimonta non può che cercare  di conquistare i voti dei vendoliani. Le percentuali ottenute da Tabacci e dalla Puppato sono talmente esigue da non riuscire a colmare il margine, per cui serve il consenso dell’area vendoliana. Ma il governatore della Puglia si è già dichiarato a favore di Bersani e, inoltre sul segretario convergeranno anche i voti della FIOM   che,  espressasi più o meno in ordine sparso per Vendola    ora potrà riunirsi con l’altra parte della CGIL che ha già votato Bersani al primo turno. Dunque pronostico chiuso per Renzi. Ecco perché l’entourage renziano le ha  provate tutte per cambiare  quelle regole peraltro condivise e firmate dallo stesso candidato fiorentino. Renzi ha ragione a definire ridicolo il sistema delle giustificazioni per essere ammessi al voto di ballottaggio, ma poteva pensarci prima e non accettare quelle regole al momento della loro definizione. Sicuramente lo stato maggiore del Pd, se avesse voluto qualificare maggiormente la natura democratica della partecipazione, in presenza delle numerose richieste di poter  votare al  ballottaggio, per non creare confusione e assicurare un successo ancora maggiore , avrebbe potuto convocare d’urgenza il collegio per il regolamento e correggere la stortura, ma come detto le regole le fanno i contendenti e quasi sempre si usa il sistema che favorisce  il più forte dei contendenti. Tutto ciò è ulteriore dimostrazione che questa bolla partecipativa,  questo esercizio democratico che ha avuto un esposizione mediatica senza precedenti, non è altro che un imbroglio. Si da l’illusione ai cittadini di avere il potere di decidere chi sarà  il prossimo presidente del consiglio   e questi ci credono pure. Possibile che nessuno, neanche gli organi di stampa o i media televisivi, abbiano avuto il buon gusto di sottolineare come i cittadini secondo la costituzione eleggono i parlamentari non il PREMIER.  E’ possibile che nessuno dei grandi giornalisti illuminati, non sia in grado di svelare l’imbroglio per cui NON E’ VERO che chi vincerà le primarie e ripeterà il successo anche alla tornata nazionale sarà automaticamente presidente del consiglio. Se, come ormai sembra realistico pensare, il centro sinistra vincerà le elezioni con un margine che non gli consentirà  di governare da solo, che vinca Renzi o Bersani, nessuno dei due otterrà il mandato a presiedere il governo,  rendendo inutile il responso delle primarie.  Lo sanno le sagge penne, e gli illustri commentatori chi sarà il presidente del consiglio del prossimo governo?  Noi si.  Saranno tre personaggi non parlamentari, non eletti ma   nominati dai presidenti delle camere, che andranno a presiedere l’Ubp, Ufficio Parlamentare di Bilancio. Questo organismo, indipendente svincolato dal Parlamento e dall’esecutivo,  avrà il compito di assicurare il rispetto del pareggio di bilancio inserito con un strappo istituzionale in costituzione. Ogni dispositivo di legge in materia economica dovrà passare al vaglio dei  tre saggi, i quali potranno modificarlo e  addirittura annullarlo esautorando dalle loro prerogative legislative ed esecutive gli organismi eletti dal popolo.  Alla luce di tutto questo ha ancora un senso parlare di primarie per eleggere il candidato alla presidenza  del consiglio?  Si se serve a dare in pasto al popolo l’illusione di decidere del proprio destino e distrarlo con effimeri esercizi di democrazia.  Comunque in bocca al lupo ragazzi !

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