sabato 3 marzo 2012

No Tav la responsabilità della politica

APPELLO


Dopo mesi in cui la politica ha omesso il confronto e il dialogo necessari con la popolazione della valle, la situazione di tensione in Val Susa ha raggiunto il livello di guardia, con una contrapposizione che sta provocando danni incalcolabili nel fisico delle persone, nella coesione sociale, nella fiducia verso le istituzioni, nella vita e nella economia dell’intera valle. Ad esserne coinvolti sono, in diversa misura, tutti coloro che stanno sul territorio: manifestanti e attivisti, forze dell’ordine, popolazione.
I problemi posti dal progetto di costruzione della linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione non si risolvono con lanci di pietre e con comportamenti violenti. Da queste forme di violenza occorre prendere le distanze senza ambiguità. Ma non ci si può fermare qui. Non basta deprecare la violenza se non si fa nulla per evitarla o, addirittura, si eccitano gli animi con comportamenti irresponsabili (come gli insulti rivolti a chi compie gesti dimostrativi non violenti) o riducendo la protesta della valle - di tante donne e tanti uomini, giovani e vecchi del tutto estranei ad ogni forma di violenza - a questione di ordine pubblico da delegare alle forze dell’ordine.
La contrapposizione e il conflitto possono essere superati solo da una politica intelligente, lungimirante e coraggiosa. La costruzione della linea ferroviaria (e delle opere ad essa funzionali) è una questione non solo locale e riguarda il nostro modello di sviluppo e la partecipazione democratica ai processi decisionali. Per questo è necessario riaprire quel dialogo che gli amministratori locali continuano vanamente a chiedere. Oggi è ancora possibile. Domani forse no.
Per questo rivolgiamo un invito pressante alla politica e alle autorità di governo ad avere responsabilità e coraggio. Si cominci col ricevere gli amministratori locali e con l’ascoltare le loro ragioni senza riserve mentali. Il dialogo non può essere semplice apparenza e non può trincerarsi dietro decisioni indiscutibili ché, altrimenti, non è dialogo. La decisione di costruire la linea ad alta capacità è stata presa oltre vent’anni fa. In questo periodo tutto è cambiato: sul piano delle conoscenze dei danni ambientali, nella situazione economica, nelle politiche dei trasporti, nelle prospettive dello sviluppo. I lavori per il tunnel preparatorio non sono ancora iniziati, come dice la stessa società costruttrice.
E non è vero che a livello sovranazionale è già tutto deciso e che l’opera è ormai inevitabile. L’Unione europea ha riaperto la questione dei fondi, dei progetti e delle priorità rispetto alle Reti transeuropee ed è impegnata in un processo legislativo che finirà solo fra un anno e mezzo. Lo stesso Accordo intergovernativo fra la Francia e l’Italia sarà ratificato solo quando sarà conosciuto l’intervento finanziario della UE, quindi fra parecchi mesi. E anche i lavori sulla tratta francese non sono iniziati né prossimi.
Dunque aprire un tavolo di confronto reale su opportunità, praticabilità e costi dell’opera e sulle eventuali alternative non provocherebbe alcun ritardo né alcuna marcia indietro pregiudiziale. Sarebbe, al contrario, un atto di responsabilità e di intelligenza politica. Un tavolo pubblico, con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, da convocare nello spazio di un mese, è nell’interesse di tutti. Perché tutti abbiamo bisogno di capire per decidere di conseguenza, confermando o modificando la scelta effettuata in condizioni del tutto diverse da quelle attuali.
Un Governo di «tecnici» non può avere paura dello studio, dell’approfondimento, della scienza. Numerose scelte precedenti sono state accantonate (da quelle relative al ponte sullo stretto a quelle concernenti la candidatura italiana per le Olimpiadi).
Noi oggi chiediamo molto meno. Chiediamo di approfondire i problemi ascoltando i molti «tecnici» che da tempo stanno studiando il problema, di non deludere tanta parte del Paese, di dimostrare con i fatti che l’interesse pubblico viene prima di quello dei poteri forti. Lo chiediamo con forza e con urgenza, prima che la situazione precipiti ulteriormente.
    • primi firmatari:
-  1) don Luigi Ciotti (presidente Gruppo Abele e Libera)
-  2) Livio Pepino (giurista, già componente Consiglio superiore magistratura)
-  3) Michele Curto (capogruppo Sinistra, ecologia e libertà, Comune Torino)
-  4) Ugo Mattei (professore diritto civile, Università Torino)
-  5) Marco Revelli (professore Scienza Amministrazione, Università del Piemonte orientale)
-  6) Giorgio Airaudo (responsabile nazionale auto Fiom)
-  7) Nichi Vendola (presidente Regione Puglia)
-  8) Monica Frassoni (presidente Verdi europei)
-  9) Michele Emiliano (sindaco di Bari)
-  10) Luigi De Magistris (sindaco di Napoli)
-  11) Tommaso Sodano (vicesindaco di Napoli)
-  12) Paolo Beni (presidente nazionale Arci)
-  13) Vittorio Cogliati Dezza (presidente nazionale Legambiente)
-  14) Filippo Miraglia (Arci)
-  15) Gabriella Stramaccioni (direttrice Libera)
-  16) don Armando Zappolin (presidente nazionale Cnca)
-  17) don Tonio dell’Olio (Libera international)
-  18) Giovanni Palombarini (giurista, già Procuratore aggiunto Cassazione)
-  19) don Marcello Cozzi (Libera)
-  20) Sandro Mezzadra (professore Storia dell dottrine politiche, Università Bologna)
-  21) Angelo Bonelli (presidente dei Verdi)
-  22) Norma Rangeri e il collettivo del manifesto
* il manifesto, 03.03.2012

No tav? Sicuramente. No Aeroporto Ferentino-Frosinone? Forse si ma anche no.

Luciano Granieri



L’ultimo atto di protervia del governo Monti si è compiuto ieri sera. Il professore, in conferenza stampa ci ha spiegato che non tenendo conto delle condizioni che hanno condotto i precedenti
governi a ratificare ed autorizzare il progetto Tav,  rianalizzando senza condizionamenti  e pregiudizi  le variabili che hanno portato al via libera del progetto alta velocità Torino-Lione, è giunto alla stessa conclusione dei suoi predecessori. Ossia la Tav s’ha da fare. Nel merito il  professore  ha sostenuto che i vantaggi sono palesi perché da  Torino a Chambery, si impiegherà  la metà del tempo  (hai detto un prospero!!), inoltre  le consultazioni con le popolazioni della Val di Susa, sono state più che sufficienti  e, un’opera di tale portata, che ci unisce all’Europa  e che creerebbe posti di lavoro con impatto ambientale quasi zero, non può non  essere realizzata solo perché quei pochi che dovranno  sacrificare l’attività   e la casa  oppongono il loro interesse personale al vantaggio del bene comune. Molti  dubbi  a sentire il banchiere di Goldmann Sachs emergono con forza . Se le consultazioni con le popolazioni della Val di Susa fossero state positive, probabilmente tutte questa proteste non sussisterebbero, faccio notare che il malcontento e la rabbia non  sono espressi da black block o da anarco - insurrezionalisti, ma oltre che dalla popolazione, che  è riuscita a diffondere la protesta in tutta  Italia , anche dai sindaci della valle. In secondo luogo siamo proprio sicuri che sia così conveniente per la collettività far viaggiare merci a trecento chilometri orari dal Piemonte alla Francia? Ma non sono le motivazioni sull’utilità dell’opera che mi interessano. In merito esiste una copiosa documentazione che certifica, quanto questa opera sia utile solo alle imprese , anche in odore di mafia, che la realizzeranno e agli enti che incasseranno i fondi europei. Come si vede la collettività da tale opera ne trae solo svantaggi in termini di inquinamento e di sfruttamento del territorio. Ciò che mi interessa sottolineare è come il delirio di onnipotenza del governo della banche,  rappresentato da Monti piuttosto che da Papademos, possa decidere dei destini di una singola regione, di una singola area. Nel ragionamento di Monti, l’opera è necessaria  perché consente immani profitti a pochi eletti,   del popolo non gliene  può fregare di meno. Questa posizione  mette a tacere ogni tentativo di contrapposizione  al governo delle banche e al potere del finanzcapitalsimo  da parte  dei singoli territori. Infatti dopo aver anestetizzato i partiti Pd, Pdl, Terzo Polo  i quali, come docili pecorelle, a livello nazionale hanno abdicato ogni loro potere a favore della banche,  è necessario dare un messaggio forte a coloro i quali, partendo da un conflitto territoriale, osano porsi come ostacolo ai programmi del potere finanziario. Infatti è proprio nei territori che  gran parte dei profitti delle speculazioni finanziarie si trasformano in speculazioni fondiarie, attraverso modifiche di stati d’uso delle aree  e speculazione edilizia belle e buona. E’ dunque necessario che il primo e più deciso passo verso l’opposizione al governo delle banche e della rapina legalizzata del potere finanziario parta proprio dai territori: Città, comuni, regioni. E’ necessario che ogni comunità difenda le proprie ricchezze paesaggistiche e territoriali da ogni attacco che arrivi dal mondo delle multinazionali, dalla finanza e dalla  mafia. Il primo passo è quello di svincolarsi anche a livello locale da quei partiti e da quelle forze che oggi in Parlamento  appoggiano il governo Monti. Non si può difendere il proprio territorio dal saccheggio delle speculazioni se anche a livello di amministrazione locale si opera all’interno di Pd, Pdl e terzo Polo. In vista delle prossime elezioni amministrative quindi , ogni forza o movimento  che vuole contrapporsi al governo Monti, alla dittatura del mercato e alla rapina che ogni giorno la finanza ordisce ai danni dei cittadini,  non può che schierarsi al di fuori della logica bipolare. Anche quando uno dei due poli, nel caso di Frosinone quello di centro sinistra, si divide in tre tronconi , ad oggi: Pd  in appoggio a Marini, Psi in appoggio a Ferrante e Idv in appoggio a Marzi. Non è credibile aderire a comitati no debito,  scagliarsi contro il potere delle banche, e poi in vista delle elezioni amministrative cercare a tutti i costi un alleanza con chi è espressione di forze che appoggiano e sostengono le banche e tartassano i cittadini derubandoli del proprio guadagno di lavoratori per finanziare debiti che non hanno contratto.  Se certi partiti con la falce e martello stanno scomparendo è proprio perché la base, i militanti che non frequentano i circoli, i congressi  ma la piazza non digeriscono certe manovre. Non si può andare in piazza per difendere i beni comuni, aderire al forum dei beni comuni di Napoli e poi appoggiare a Frosinone  una coalizione che a far rispettare i risultati del referendum obbligando Acea a eliminare il 7% di capitale remunerato sulla bolletta, non ci pensa proprio. Che senso ha manifestare a favore dei No Tav e non escludere di appoggiare una coalizione che è favorevole all’aeroporto Ferenrtino Frosinone opera  che, anche se in proporzioni molto più contenute,  risponde alla stessa logica speculativa  dello smembramento della Val di Susa? 

Caro Monti, faccia il liberale

Roberta Carlini, fonte :http://sbilanciamoci.info


Il governo Monti ha sostenuto che i giovani non devono contare sull'aiuto dei genitori, ma ancora non ha introdotto un'imposta sulle eredità
Un milione e passa di euro Monti, sui 3 milioni l'ex banchiere Passera, oltre 7 milioni la ministra Severino (finalmente un gender gap al rovescio), e via elencando. Le fortune economiche del governo tecnico hanno tenuto banco per qualche giorno, dopo la pubblicazione delle “schede-trasparenza”. Purtroppo però subito la discussione s'è spenta, lasciando solo la sgradevole sensazione di aver sbirciato, malmostosi, dal buco della serratura delle belle case dell'altissima borghesia che ci governa: meno patinata, non sbrasona come la precedente, ma altrettanto ben piazzata nella classifica di quelli che i cacciatori di patrimoni chiamano gli “high net worth individuals” (HNWI). Eppure qualcosa si poteva chiedere, anche a un governo come quello di Monti, in materia. E non qualcosa “di sinistra”, votabile solo da una parte del parlamento (seppure); bensì qualcosa di liberale, persino liberista.
Se si guarda ai redditi, guardando a tutta la compagine tecnica e non solo alle sue punte di grido, abbiamo che i ministri italiani attuali sono piazzati nel “top 5”: appartengono cioè al 5 per cento di popolazione che guadagna di più. “Ce li siamo guadagnati, ci paghiamo le tasse”, hanno commentato alcuni dei ministri – e in effetti nel governo precedente pochi potevano affermare le due cose con altrettanta sicumera. Uno potrebbe argomentare sul concetto di giusta remunerazione e sulla forbice che si è aperta tra gli stessi redditi da lavoro, ma tant'è: i “working rich” non sono un fenomeno solo nostrano, semmai da noi si colorano di antico - i banchieri e gli uomini della finanza sono superati dagli avvocati -, ma insomma non siamo i soli, nel mondo capitalistico, ad assistere alla crescita abnorme delle diseguaglianze nei redditi da lavoro (per dire, Severino porta a casa in un giorno, al netto delle tasse, quello che l'italiano medio prende in 170 giorni). Però le differenze si fanno ancora più forti se si guarda alla seconda parte delle “schede-trasparenza”, quella sui patrimoni.
 Monti, che quanto a reddito è più “povero” dei ministri della Giustizia e dello Sviluppo, ha un patrimonio immobiliare fatto di dodici case, un ufficio e tre negozi, e una ricchezza finanziaria (fondi e obbligazioni) per 11 milioni di euro. Il collega Passera ha solo due case, ma un patrimonio mobiliare superiore ai 20 milioni di euro. Paola Severino ha 6 milioni in Btp, e una lista di azioni assai nutrita. E l'elenco potrebbe continuare : ne viene fuori che molti tra i membri del governo hanno un patrimonio superiore al milione di euro, cioè appartengono tecnicamente agli HNWI, high-net-worth individual. Secondo Cap Gemini, gli HNWI sono poco più di 10 milioni in tutto il mondo, 3,1 milioni in Europa e 178.800 in Italia. Dunque: se, quanto a redditi, i nostri ministri appartengono alla minoranza del 5% più ricco della popolazione, se si va a misurare la loro ricchezza li si trova in una fascia ancora più ristretta.
 Ora, se è vero che sui loro lauti guadagni da lavoro i “working rich” devono - o dovrebbero, salvo trucchi da elusione – pagare le tasse, non altrettanto succede per i loro patrimoni, per i quali è stata ripristinata una forma di imposizione solo relativamente alle case (con il ritorno dell'Ici). E soprattutto, niente o pochissimo si paga al momento in cui le fortune, accumulate in anni di così ben remunerato lavoro, passano agli eredi. In Italia l'imposta di successione di fatto non c'è, poiché ne sono esentati i patrimoni fino a un milione di euro, soglia che non si calcola sull'intero patrimonio ma “per testa”. Vale a dire: se chi muore lascia un valore di 3 milioni di euro a moglie e due figli, questi non pagano nulla. Questo succede al termine di una serie di modifiche della legislazione in Italia: ridotta alla fine degli anni '90 dai governi Amato e D'Alema, l'imposta di successione è stata abolita dal secondo governo Berlusconi (nel 2001), e poi è stata reintrodotta nella minima forma attuale dal governo Prodi nel 2006. In quasi tutti gli altri paesi capitalistici è molto più forte: in Gran Bretagna, per esempio, vige sì una franchigia abbastanza alta (non si paga niente sotto le 325mila sterline), ma sopra la soglia dell'esenzione la tassa è del 40%. Secondo i dati pubblicati quale mese fa da lavoce.info (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002366-351.html), tra i grandi paesi siamo quello con il gettito più basso da imposte sull'eredità: veniamo dopo Francia, Stati uniti, Spagna, Gran Bretagna e Germania. E' dagli Stati uniti che è venuta, una decina di anni fa, la mobilitazione dei ricchissimi contro Bush, quando un buon gruppo di abbienti – capitanato da Warren Buffet – si è scagliato contro le proposte di abolire quella che la destra americana chiamava la “death tax”. Che invece, nella teoria della scienza delle finanze, ha un posto d'onore negli scaffali del pensiero liberale. In uno di questi, le Lezioni di politica sociale di Luigi Einaudi, si legge:
“Dovrebbe in primo luogo l'imposta ereditaria falcidiare, alla morte di ogni uomo, tutta l'eccedenza della sostanza che egli in vita ha saputo cumulare al di là di quanto basti a garantire la vita del coniuge superstite, la educazione e la istruzione dei figli sino alla maggiore età economica, la sussistenza dei figli inetti, per deficienze fisiche o mentali, a procacciarsi il sostentamento, il possesso della casa, provveduta di adiacenze, di mobilio, di libri ed oggetti vari, reputata bastevole alla famiglia sopravvivente; sicché la sostanza riservata sia tenuta entro limiti atti a impedire diseguaglianze apprezzabili nei punti di partenza”.
Anche senza arrivare all'estremismo di Einaudi, e proporre “la falcidia” di gran parte della fortuna ereditata, spazio d'azione ce n'è, e parecchio. Soprattutto da parte di un governo che ha sostenuto a diverse riprese, e con toni urticanti, che i giovani non devono contare sull'aiuto di mamma e papà, ma darsi da fare con le proprie teste e le proprie braccia. E allora, caro professor Monti, faccia una cosa liberale: introduca un'imposta sulle eredità. Vera, però.

venerdì 2 marzo 2012

Frosinone / Fiaccolata per le vittime della strada / domenica 4 marzo 2012

Claudio Martino

CONTRO IL DISINTERESSE DEI POLITICI
PER LA SICUREZZA STRADALE
E A RICORDO DI TUTTE LE VITTIME DI INCIDENTI STRADALI

DOMENICA 4 MARZO 2012
MANIFESTIAMO TUTTI INSIEME
AL QUARTIERE CAVONI – FROSINONE

ORE 18 – FIACCOLATA SULLA “MONTI LEPINI”, CON PARTENZA DA VIALE MADRID

ORE 19 – MESSA DI COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI, PRESSO LA CHIESA DI SAN PAOLO


 

ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA (A.I.F.V.S.) – ONLUS
Sede provinciale: via Tiburtina n.80, 03100 FROSINONE (Franco Cocco 337-922004 / Claudio Martino 338-3465874 – tel.fax 0775-871525)

La prevenzione comincia da te…
DECALOGO DEL BUON AUTOMOBILISTA
Ascolta i suggerimenti...

...dell’automobile:
1. Sono un’automobile e non il tuo dio
2. Sono un mezzo di trasporto nelle tue mani. Non trasformarmi in un’arma per uccidere
3. Ricorda di prenderti cura di me, verifica la mia efficienza. Fammi anche riposare ed usa i tuoi piedi

...degli altri
4. Onora l’essere umano sulla strada… piccolo, vecchio, pedone, ciclista: sono tutti più deboli di te
5. Non calcare il piede sull’acceleratore: potresti uccidere

...della strada
6. Non trasformarmi in teatro di tragedie per i tuoi atti azzardati
7. Non incolparmi per le mie inadeguatezze: presenta le tue ragioni ai miei gestori

...della tua consapevolezza
8. Posso commettere errori. Debbo verificare la mia efficienza personale, la mia idoneità alla guida
9. Sono responsabile della mia vita e di quella dell’altro: è una persona come me, meritiamo aiuto e rispetto (uso delle misure di sicurezza, prestazione di soccorso)
10. Non il possesso di mezzi potenti, ma le scelte a favore della vita fanno di me un uomo.

Girolamo Pistolazzi sindaco subito

Testo teatrale in mezzo atto di Luciano Granieri.

Interno giorno, ufficio del comitato elettorale per Girolamo Pistolazzi sindaco. Davanti alla scrivania del presidente del comitato Ill.mo gran Mogol Erasmo Fucilazzi , si  presenta una delegazione composta da due uomini e tre donne con fazzoletti rossi al collo, qualcuno sfoggia sul maglioncino liso una spilletta con la falce e martello. Lenino, quello che sembra il capo della delegazione comincia a parlare:

Lenino:  
Dott.Fucilazzi, apprezziamo l’impegno che il Dott.  Pistolazzi sta profondendo  per rendere la nostra città più vivibile e civile. E’ nostra intenzione appoggiare la candidatura della dottore  a patto che inserisca nel suo programma elettorale alcuni punti che qui vogliamo suggerirle.
Erasmo:
Interessante, sentiamo questi punti.
Lenino:
1) Redazione di un piano urbanistico che non preveda ulteriori costruzioni se non finalizzate all’edilizia popolare.
 2) No All’aeroporto Ferentino-Frosinone e a qualsiasi speculazione edilizia connessa al progetto, compreso lo spostamento della stazione ferroviaria dall’attuale sito ad una nuova location vicino all’aeroporto.
3) Contrasto al Piano di stabilità, in base al quale il comune non può investire fondi derivanti dalle tasse dei cittadini per fini sociali.
4) Pubblicizzazione della gestione dei beni comuni: Acqua, trasporti locali.
5) Assunzione dei dipendenti licenziati dalle società di servizi private.

Erasmo:
Siamo completamente d’accordo con voi. Ma voi siete disponibili ad assicurare completa fedeltà al dott. Pistolazzi SINDACO?

Lenino.
Sicuramente si
Erasmo:
 Bene se vinciamo due posti di consiglieri saranno i vostri. Dunque facciamo un comunicato stampa congiunto che ratifichi il nostro accordo.
Lenino:
Bene siamo d’accordo su tutto
Hasta la Victoria Siempre!!

La delegazione comunista  esce giusto 5 minuti prima che un’altra delegazione entri nell’ufficio con mire  del tutto opposte. Si tratta infatti del gruppo fascista capitanato dal Federale Benito Adolfo . Benito Adolfo  si presenta accompagnato da quattro ragazzotti di nero vestiti con croci celtiche al collo e magliette con su scritto “BOIA CHI MOLLA”
Benito Adolfo  con fare marziale sbattendo i tacchi esordisce:
Benito Adolfo :
“Dott.Fucilazzi, apprezziamo l’impegno che il Dott.  Pistolazzi sta profondendo  per rendere la nostra città più vivibile e civile. E’ nostra intenzione appoggiare la candidatura della dottore  a patto che inserisca nel suo programma elettorale alcuni punti che qui vogliamo suggerirle.
Erasmo:
Interessante, sentiamo questi punti
 Benito Adolfo:
1) Redazione di un piano urbanistico che non preveda ulteriori costruzioni se non finalizzate all’edilizia popolare  ma solo per i nativi di Frosinone e provincia, sfratto degli extra comunitari che occupano abitazione nella città per farle occupare dai ciociari
2) Costruzione dell’aeroporto  Ferentino-Frosinone  ma solo per far partire gli aerei che servono a rimpatriare gli extra comunitari, spostamento della stazione ferroviaria dall’attuale sito ad una nuova location vicino all’aeroporto purchè al posto della vecchia stazione si costruisca la nuova sede regionale di CasaPound.
3) Assunzione dei dipendenti licenziati dalle società di servizi private a patto che siano italiani da 5 generazioni e abbiano in tasca la tessera di CasaPound  al massimo di Forza nuova.
Erasmo:
Siamo completamente d’accordo con voi. Ma voi siete disponibili ad assicurare completa fedeltà al dott. Pistolazzi SINDACO?
Benito Adolfo:
Sicuramente si
Erasmo:
Bene se vinciamo due posti di consiglieri saranno i vostri. Dunque facciamo un comunicato stampa congiunto che ratifichi il nostro accordo.
Benito Adolfo:
Bene siamo d’accordo su tutto.
A noi eia eia alalà.

La delegazione fascista  esce giusto 5 minuti prima che un’altra delegazione entri nell’ufficio con ideali del tutto diversi . Si tratta infatti del gruppo liberista capitanato da Miltonio  Freddimano che   si presenta accompagnato da quattro manager in giacca cravatta e valigetta ventiquattrore

Miltonio Freddimano esordisce:
Buon lavoro Dott. Fucilazzi apprezziamo l’impegno che il Dott.  Pistolazzi sta profondendo  per rendere la nostra città più vivibile e civile. E’ nostra intenzione appoggiare la candidatura del dottore  a patto che inserisca nel suo programma elettorale alcuni punti che qui vogliamo suggerirle.
Erasmo:
Interessante, sentiamo questi punti
Miltonio Freddimano:
1) Redazione di un piano urbanistico che preveda la vendita di tutti gli immobili di pregio della città, ai privati, oltre che la cessione previo cambio di destinazione d’uso, di terreni a ditte immobiliari per la realizzazione di siti abitativi esclusivi.
2) Costruzione dell’aeroporto  Ferentino-Frosinone  con lo stanziamento di maggiori capitali del comune nella società Adf, trasferimento della vecchia stazione nell’aerea del nuovo aeroporto e lottizzazione di lusso per l’area lasciata libera dalla vecchia stazione.
3) Privatizzazione dei servizi , gestione dell’acqua, trasporti, scuole, ospedali
4) Terzializzazione di tutte i servizi comunali
5) Aumento delle procedure di project financing per la realizzazione di opere pubbliche con accensione di  mutui dalle banche per la realizzazione delle stesse.
Erasmo:
Siamo completamente d’accordo con voi. Ma voi siete disponibili ad assicurare completa fedeltà al dott. Pistolazzi SIDNACO?
Miltonio Freddimano:
Sicuramente si

Erasmo:
Bene se vinciamo due posti di consiglieri saranno i vostri. Dunque facciamo un comunicato stampa congiunto che ratifichi il nostro accordo.

 Miltonio Freddimano:
Bene siamo d’accordo su tutto.
Buon lavoro.

E’ giunta ormai l’ora di pranzo. Erasmo  Fucilazzi, soddisfatto chiude l’ufficio e si avvia verso casa.

Ore 8,00 di mattina Luciano Granieri, come al solito si avvia verso l’edicola del quartiere per acquistare  “il manifesto” e i giornali locali. Su tutti, a parte il manifesto, campeggia la notizia sparata in prima pagina.

SCENDE IN CAMPO LA LISTA “GIROLAMI PISTOLAZZI SINDACO SUBITO”  a seguire trafiletti, e articoli il cui tono enfatico è sempre lo stesso. “Nel complicato gioco delle alleanze in vista delle elezioni comunali di Frosinone irrompe la coalizione  “GIROLAMO PISTOLAZZI SINDACO SUBITO” Una formazione che riunisce attorno all’ illustrissimo, santissimo, illuminatissimo, gran visir, capo scout, presidente di associazioni varie , presidente di organizzazioni non profit, presidente….e basta,  liste bipartisan, una serie di liste A-POLITICHE, A-PARTITICHE, A-NFAMI. Che sostengono un programma dei cittadini per i cittadini il quale prevede:

1)      Redazione di un piano urbanistico che preveda la costruzione di hangar per aerei nel centro storico, case per  extracomunitari ricchi , scuole per ariani, pagate della chiesa. Ascensore in piano (perché cazzo deve essere inclinato così ha affermato l’Illmo sindaco subito dott. Pistolazzi)

2)      Costruzione dell’Aeroporto Ferentino- Frosinone  per l’atterraggio di aerei popolari con motore a doppio carburatore, in modo da poter premettere a tutti di farsi un voletto nel cielo di Frosinone, se poi il velivolo precipita, pazienza, ci penserà il pronto soccorso dell’ospedale Spaziani , privatizzato,  ad arricchirsi  facendosi pagare le cure dei  malcapitati avieri.

3)      Spostamento della stazione ferroviaria presso l’aeroporto e costruzione di un laghetto artificiale nel vecchio sito per farci atterrare gli idrovolanti.

4)      Affidamento a società miste pubblico/private con dirigenti di CasaPound, al massimo di Forza nuova.

5)      Privatizazione delle banche, pubblicizzazione di CasaPound, privatizzazione di Forza Nuova, privatizzazione dei cessi pubblici, che diventano privati, pubblicizzazione dei locali privè che diventano pubblici.

Luciano rimane basito, affascinato dal programma della lista “GIROLAMO PISTOLAZZI SINDACO SUBITO”. Non c’è che dire proprio un bel programma!!!! ALLE PROSSIME ELEZIONI VOTIAMO PER GIROLAMO PISTILAZZI SANTO..PARDON, SINDACO SUBITO.




TAV. TUTTI D’ACCORDO

Contro corrente


TUTTI D’ACCORDO: Napolitano e Di Pietro, Berlusconi e Bersani, Bossi e Maroni,
TG1 e Tg3, coop bianche e rosse, cricche e giudici

Ciò che avviene in Val di Susa va ben oltre la TAV. Il governo Merkel-Napolitano-Monti, sostenuto da PDL, PD e UDC (in ordine di entusiasmo) deve dimostrare di saper imporre gli interessi dei costruttori e delle banche e schiacciare eventuali reazioni sociali. Non ci sono solo gli interessi di Passera, ex AD e tuttora azionista di Intesa San Paolo e di NTV (l’azienda che costruisce i treni ad alta velocità), c’è un tentativo di sfondamento che dalla TAV punta all’articolo 18, alle privatizzazioni, ecc. Cercano di dipingere la popolazione della Valle come conservatori che ostacolano ‘gli interessi della Nazione’, una massa di montanari beoti, che si lascia infiltrare dai ‘violenti’. Ma, di fronte a uno Stato che occupa militarmente una valle, a reparti di polizia che sfondano bar e ristoranti alla ricerca dei NoTav, come fossero camorristi, che picchiano manifestanti inermi, anziani, donne, come è successo ieri alla compagna Nicoletta Dosio, che inseguono un ragazzo su un traliccio dell’alta tensione (perché non bisogna ritardare i ‘lavori’), chi è violento?

Monti e i suoi ‘tecnici’ vanno avanti con la forza di chi non ha un partito che dovrà presentarsi alle prossime elezioni. Sono i partiti il punto vulnerabile. Quelli che lo sostengono e quelli che - come la Lega - tuonano contro ‘il governo delle banche,  ma chiedono l’intervento dell’esercito. E’ a loro e in particolare ai partiti che sostengono Monti che bisogna presentare il conto. Bersani denuncia che ‘nel movimento ci sono i violenti’. Nel suo partito invece ci sono corrotti e ladri, ma non sono ‘infiltrati’, sono tesorieri ed ex coordinatori della segreteria nazionale, parlamentari e sindaci. Ma il punto è un altro: il PD sta immolando un pezzo della sua base sociale, lavoratori dipendenti e strati inferiori del ceto medio, sull’altare degli interessi propri (partito, cooperative e banche ‘rosse’) e del grande capitale. Hanno presentato per 20 anni Berlusconi come il demonio e ora ci governano insieme facendo ciò che lui non è riuscito a fare. Il PD è l’anello debole della catena e come tale deve sapere che pagherà un prezzo politico, elettorale, di immagine altissimo.

- STOP alla repressione! Rilascio degli arrestati e blocco del cantiere! Fino a quel momento una mobilitazione permanente e articolata in tutta Italia.

- La FIOM sostiene il movimento, dà copertura agli scioperi spontanei in Val di Susa e il 9 va in piazza contro Monti. Sulla TAV c’è in ballo quanto meno una questione democratica. La risposta di ieri ai sindaci della Val di Susa è la stessa data al sindacato: andiamo avanti, con o senza di voi. Cosa fa la CGIL?

- MAI PIU’ UN SOLO VOTO AI PARTITI E I CANDIDATI CHE COPRONO IL GOVERNO O TACCIONO. Il PD in Val di Susa mette alla gogna i suoi iscritti NoTav come neanche Penati e Lusi. Ai lavoratori e ai compagni di base del PD diciamo: Ogni volta che Bersani apre bocca la destra guadagna voti. MOLLIAMOLI! MOLLATELI! Costruiamo una vera alternativa alla destra

giovedì 1 marzo 2012

Gli operai del cassinate si raccontano

Oreste della Posta



Si è tenuta la tavola rotonda  ad Aquino sul tema “gli operai del Cassinate si raccontano”, organizzava dall’Associazione Politico Culturale 20 Ottobre. C’è stata una straordinaria partecipazione di pubblico e vari sono stati gli interventi degli operai e lavoratori. In particolare Di Domenico Franco ha sottolineato il problema dei lavoratori messi in mobilità  dalla FIAT  di Cassino e che grazie alla riforma pensionistica resteranno vari anni senza alcun reddito.
Antonelli Giuseppe  ha messo in evidenzia la necessità dell’Unità dei Comunisti  e di tutta la Sinistra , lanciando un appello per la partecipazione  alla manifestazione del 9 Marzo della FIOM CGIL a Roma  come tema principale per la suddetta unità.
Capoccia Ettore ha fatto una panoramica storica sulla crisi di rappresentanza che attraversa oggi il mondo del lavoro.
Guglielmo Maddè ha messo in evidenza la grave crisi del sistema sanitario che colpisce le fasce più deboli della società, meno salari e meno diritti: è ora di ribellarsi.
Altri hanno  evidenziato la necessità di effettuare un presidio di protesta a questo Governo, in forma democratica e legale, approfittando della visita  di Mario Monti a Montecassino per la festa di S.Benedetto.
Il compagno Gatti Donato, segretario provinciale FIOM CGIL, ha evidenziato il problema della democrazia in fabbrica che di fatto non esiste più, violando il diritto costituzionale di iscriversi a qualunque sindacato.
Nelle conclusioni del Compagno Catone Andrea, direttore della rivista MarxXXI, ha registrato un ottimo livello del dibattito e soprattutto la voglia di ripartire per la difesa degli operai lesi nei diritti e nel salario, dato che sono gli ultimi in Europa, e comunque è emersa chiara la volontà di costruire l’Unità dei Comunisti, l’Unità delle Sinistre con un programma che tuteli i  lavoratori , i giovani e i pensionati.
I partecipanti, in particolare Patrizia Danella dell’IDV e Spiridigliozzi del PSI, hanno  espresso la volontà a partecipare alla Manifestazione della FIOM a Roma con l’auspicio che tutti coloro che si rivedono a Sinistra possano anch’essi partecipare.
Nel mese di Marzo, l’Associazione 20 Ottobre terrà un seminario di studio sulla crisi economica dal tema: “il trionfo delle idee fallite” a cui interverrà l’economista Vladimiro Giacchè.

Iniziativa della FdS di Frosinone sulla crisi

Federazione della sinistra Frosinone


Compagni/e, il 02 Marzo 2012 alle ore 18:00 presso l'Hotel Memmina di Frosinone 
la Federazione Provinciale della FdS di Frosinone organizza un'iniziativa 
sull'attuale momento del sistema economico. IL titolo dell'iniziativa è il 
seguente: "Ancora, Capitalismo? No, grazie", dove vedrà la partecipazione dei 
seguenti relatori:

Luigi Marino;
Riccardo Messina (Responsabile Nazionale Lavoro PdCI);
Fabio Nobile (Cons. Reg. Lazio Fds);
Domenico Mazzieri (PRC Cassino);
Domenico De Santis (Segretario Prov. CGIL Frosinone);
Paolo Sabatini (Vice Coordinatore Nazionale USB).


Saranno previsti anche gli interventi da parte dei rispettivi Segretari che 
compongono la Federazione Provinciale della Fds di Frosinone (Orlando Cervoni 
(PdCI), Ornella Carnevale (PRC), Giovanni Nardone (Socialismo 2000), Nino Pizzo 
(Lavoro e Solidarietà).

Pecorelle e lupi smarriti

Giovanni Morsillo 


Il video e la notizia sul militante NO-TAV che provoca il carabiniere in Val di Susa ha scatenato una specie di campionato dell'aria fritta, dove si gareggia nel dire la banalità più grossa, cercando di schivare ogni riferimento alla realtà. Naturalmente, chi si affanna in questa fatica, non lo fa per dabbenaggine o per rispetto delle istituzioni (i carabinieri), ma con ogni evidenza si premura di far passare una versione addomesticata e funzionale ai disegni delle stanze alte in merito alla vertenza TAV. Tralasciando l'evidenza di un giovanotto disarmato e a volto scoperto che, mentre manifesta una idea ed una esigenza (discutibili, come ogni cosa)  con la sua presenza in un luogo di conflitto, provoca un militare armato di tutto punto e addestrato a reprimere proprio questo tipo di manifestazioni, ci sono due aspetti che invece andrebbero visti meglio, tanto per non cadere prigionieri della trappola propagandistica che utilizza un episodio pur sgradevole, ma sicuramente assai lontano dalle descrizioni che ne sono state fatte anche da prestigiosi giornali di orientamento democratico, definendo l'atteggiamento del giovane "violento e pieno di odio".
Intanto, il conflitto: vogliamo una buona volta parlare seriamente di quali siano gli interessi in gioco, prima di stabilire se abbiano ragione il Ministero, gli imprenditori (fra cui le Ferrovie), l'Europa o i cittadini della Valle? Si può stabilire in un onesto confronto come mai tali interessi siano così in conflitto, e soprattutto perché debbano prevalere, con la forza, quelli di tutti tranne di chi ci vive, in quel posto? Tacciare di brigatismo le signore anziane che bivaccano nei pressi dei cantieri per difendere una loro idea di libertà e di diritto ci sembra almeno eccessivo. Possibile che lo Stato non abbia soluzioni accettabili per quelle persone che in quei posti hanno costruito le loro vite di sacrificio? O abbiamo speso tutta la nostra diligente solerzia per dare giustizia agli Afghani, ai Libici e agli Irakeni?
Secondo: la strumentalizzazione della contrapposizione fra cittadini e forze dell'ordine è cosa, sebbene assai stantìa, ancora molto utilizzata sia da chi ha in testa un'idea repressiva dello Stato, sia da coloro che ne approfittano per parlare d'altro.
La domanda vera, infatti, non è di chi sia figlio il carabiniere, lo sappiamo tutti che i rampolli dell'alta società non vanno a faticare in caserma o di pattuglia nelle strade per 1300 Euro al mese! Ma sappiamo anche che i carabinieri non sono agli ordini dei loro genitori; pertanto, la domanda è: chi li manda a rimuovere i blocchi in assetto antisommossa? Non ha certo colpa il singolo carabiniere, spinto dal bisogno o anche, perché no, da sentimenti di giustizia e di onestà ad abbracciare il lavoro di tutore dell'ordine, se le intenzioni di chi lo utilizza sono altre. E per favore, non scopriamoci ogni volta stupite verginelle alla vista di una situazione di conflitto sociale: chi spara sentenze sommarie degne di Mr. Lynch non ha mai visto un'occupazione, un corteo, un sit-in? O è per caso in malafede? E francamente parlare di violenza e odio per le frasi ingiuriose di un manifestante dopo le cariche, i lacrimogeni, i manganelli, le auto incendiate, i cantieri danneggiati da ambo le parti ed uno spiegamento di forze da campagna militare, se non fosse tragico il contesto, farebbe ridere di gusto. Lo stesso encomio ed i riconosciemnti ufficiali che sono già stati e saranno tributati al milite che è rimasto al suo posto, seriamente e con coscienza, non fanno presupporre che questo sia considerato come un fatto eccezionale? Non stride, tutto questo, con le dichiarazioni pompose dei capi militari e politici? Qualcuno si è avventurato a citare Pasolini e la sua invettiva dopo i fatti di Valle Giulia. Come si vede, tutto fa brodo pur di criminalizzare il dissenso e la lotta democratica, unificando in un solo polpettone le rivendicazioni di una massa enorme di cittadini, le provocazioni di un solo militante, l'analisi di classe di un fine intellettuale ma riguardante un contesto diverso (gli studenti di architettura del '68 erano davvero i figli dell'alta borghesia, che c'entra con la Val susa dove sciopera un'intera comunità?), il rigore, il diritto, fino a rispolverare la ragione di Stato in salsa moderna.
E poi, siccome la storia d'Italia è nota, siamo certi che le violenze e le provocazioni non siano almeno in parte frutto di solerti operatori della dottrina Cossiga? Qualcuno sa certamente se in Val Susa ci sono degli infiltrati, magari sarebbe interessante sentire il Copasir dell'On. D'Alema per vedere se ci può aiutare. Non ci riferiamo in particolare al giovane barbuto che sfotte il carabiniere, ma più in generale alle questioni emerse negli ultimi tempi, dalle scritte brigatoidi agli attacchi a Caselli, dagli incendi sospetti alle minacce.
Ecco, ci aspetteremmo questo dalle forze dell'ordine, perché l'ordine è garantire il sereno svolgimento della dialettica sociale, colpendo le violenze e le minacce vere alla dignità delle persone e delle comunità, non spianare il terreno all'avanzata dei profitti rimuovendo ogni ostacolo, comprese le stesse comunità.

Ponte delle Alpi, il paese “Riciclone” troppo bravo per il Crescitalia

Giuseppe Salvaggiulo, fonte http://www.ezioorzes.it



Il Comune gestisce i rifiuti in proprio, ha portato all’89%

la raccolta differenziata e ridotto le tariffe con una propria società

che ha bilanci in utile.

Le nuove regole del governo penalizzano questo modello.

Appello a Monti

Giuseppe Salvaggiulo, prestigiosa firma del quotidiano La Stampa, ha scritto questo bel articolo di denuncia sulle conseguenze della privatizzazione forzata  dei servizi pubblici proposta dal governo Monti che rischia di sottrarre la gestione del servizio di raccolta differenziata al Comune di Ponte nelle Alpi    http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/news/articolo/lstp/443973/
Torino
Duecentomila italiani hanno conosciuto Ponte delle Alpi (8500 abitanti) visitando la mostra “Stazione Futuro” alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. La mostra, allestita per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, celebrava questa cittadina veneta tra le realtà più innovative del paese, grazie alle straordinarie performance nella gestione dei rifiuti.
Vincitore negli ultimi due anni del premio di Legambiente “Comune più riciclone d’Italia”, Ponte delle Alpi vanta una serie di record: raccolta differenziata porta a porta all’89% contro il 30% della media italiana, riduzione della produzione di rifiuti da discarica (quattro volte meno che in Italia) e delle tariffe per i cittadini (160 euro a famiglia contro 240 euro di media nazionale).
Record ottenuti in soli quattro anni. Nel 2007, infatti, la giunta decide di gestire i rifiuti in proprio, creando una società ad hoc, la Ponte Servizi Srl, per avviare la raccolta porta a porta. Ma senza sprechi: niente consiglio di amministrazione, dipendenti spostati da altri uffici comunali, costi ridotti all’osso, esperti senza casacche politiche nei ruoli chiave. Risultato: differenziata quadruplicata, riduzione dei rifiuti prodotti (-91%) e delle tariffe (-15%), bilanci in utile.
Oggi Ponte delle Alpi viene considerato un esempio da copiare non solo nell’Italia delle eterne emergenze rifiuti, ma anche in Europa. Nei giorni scorsi l’assessore all’ambiente Ezio Orzes è stato convocato a Bruxellesper illustrare le caratteristiche del “modello Ponte delle Alpi”, che l’Unione Europea vuole utilizzare per promuovere “pratiche virtuose” nella gestione dei rifiuti.
Sarebbe una bella storia italiana, se negli stessi giorni il decreto “CrescItalia” del governo Monti non contenesse una norma che seppellisce il “modello” tanto celebrato e studiato in Italia e all’estero. La norma obbliga i Comuni, anche quelli virtuosi (perfino quelli più virtuosi dei tedeschi!) a chiudere le proprie società di gestione e a bandire una gara per l’affidamento del servizio ai privati.
Le regole sugli appalti premiano i soggetti che azzardano il massimo ribasso con logiche di dumping, servizi peggiori e manodopera mal pagata, salvo poi aprire contenzioni con gli enti locali e alzare i prezzi. Una follia“, spiega l’assessore Orzes, che insieme ad altre decine di comuni veneti, che gestiscono i rifiuti di 1,2 milioni di persone con ottimi risultati, ha scritto una lettera al premier Mario Monti proponendo un semplice emendamento: obbligo di affidamento all’esterno dei servizi pubblici per i Comuni spreconi e inefficienti, mentre chi ha una gestione efficiente (bilanci in utile, investimenti nel servizio, tariffe basse, rispetto dei parametri ambientali di eccellenza) può continuare a fare da solo. Cosa che peraltro fanno anche in Germania (il 35% dei lavoratori del settore sono in aziende pubbliche), Francia (12%), Svezia (35%).
Nel settore ambientale, la Germania ha 1336 società pubbliche, l’Italia solo 512. Ha senso chiudere le migliori?Sulla loro proposta i Comuni virtuosi hanno chiesto adesioni nel mondo politico e intellettuale. Non c’è molto tempo per evitare che Ponte delle Alpi si trasformi da “Stazione Futuro” a “Stazione Passato”.