venerdì 11 gennaio 2013

Dopo l’attesa bocciatura TAR del Piano Rifiuti Lazio, si fermi il decreto Clini

Rete per la tutela della Valle del Sacco


Il TAR accoglie le ragioni degli ambientalisti, della Commissione Europea e della Corte di Giustizia Europea, bocciando il Piano Rifiuti regionale a seguito del ricorso presentato da Verdi, VAS e Forum Ambientalista e in adiuvandum dalla Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa), rappresentata dagli avv. Daniela Terracciano e Vittorina Teofilatto.
           
Va rimarcato che solo la Provincia di Latina si è validamente costituita in giudizio, presentando articolata memoria difensiva. Altre Province e Comuni, contrari al Piano rifiuti, avrebbero potuto rappresentare le loro ragioni nelle sedi opportune.

Retuvasa, con la collaborazione dell’Unione Giovani Indipendenti (Ugi), si è fatta portavoce dell’interesse dei cittadini della Valle del Sacco e ha esposto al Collegio Giudicante le pesanti problematiche connesse al ciclo rifiuti nel ns. territorio, compresa la pratica di conferimento dei rifiuti nella discarica di Colle Fagiolara senza alcun previo trattamento. Retuvasa ha inoltre rilevato l’assoluta mancanza di pianificazione da parte della Regione Lazio finalizzata a porre fine a tale pratica illecita, che consentirebbe l’apertura di una nuova procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Inoltre è stata stigmatizzata l’assoluta irrazionalità dell’estensione degli ATO, che avevano comportato l’inclusione dei Comuni di Paliano ed Anagni all’ATO di Roma, senza coinvolgere i Comuni interessati e senza considerare minimamente la densità abitativa, che avrebbe dovuto imporre la scorporazione del territorio di Roma da quello dei Comuni della Valle del Sacco.

La sentenza è stata dunque accolta con grande soddisfazione e ci si augura che venga posta come linea guida per un nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio, che, in ossequio alle normative comunitarie, comporti il passaggio da una gestione dei rifiuti basata solo sul loro smaltimento nelle discariche o nei termovalorizzatori ad una gestione dei rifiuti che punti sulla prevenzione, sul riutilizzo, sul recupero in materia, sul riciclaggio.  
           
Logica vuole che le stesse motivazioni che hanno guidato la Commissione europea e il TAR, dimostrando l’assoluta inconsistenza del Piano Rifiuti varato dalla dimissionaria giunta regionale, che si è molto impegnata nel perfezionamento del fallimento delle precedenti giunte, illuminino il Ministro dell’Ambiente e il Governo dimissionari, convincendoli al ritiro del decreto che pretende di risolvere l’emergenza invocando una dubbia capacità residua di trattamento meccanico biologico nelle province laziali. A riguardo, non va dimenticato che è caduta una delle linee-guida del fallimentare Piano Rifiuti regionale, la rideterminazione degli ATO provinciali, funzionale appunto allo scarico dei rifiuti non trattati di Roma nelle province.

Solo spingendo al massimo l’attuazione di un ciclo virtuoso dei rifiuti incentrato sulla raccolta differenziata, impianti di riciclo e di compostaggio si potrà sperare di superare l’emergenza, che sarebbe aggravata, non risolta, dal semplice potenziamento di discariche e impianti di TMB. La Valle del Sacco attende la definitiva chiusura della discarica di Colle Fagiolara, e non accetterà mai un mega impianto di TMB a Castellaccio, funzionale al ciclo vizioso dei rifiuti della città di Roma.

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