giovedì 10 gennaio 2013

Perchè il Pd vincerà le elezioni a scapito dei lavoratori.

Luciano Granieri

 In queste ore si stanno tirando le fila per ultimare le liste dei candidati,  alla Camera e al Senato, che i partiti presenteranno agli elettori. Come al solito il Pd,  nella sua efficienza  organizzativa segnata dalla partecipazione democratica delle primarie,  ha già chiuso il cerchio. Tralasciamo  le figurine presenti nel listino…. listone? Bloccato, come   il magistrato Piero Grasso e l’olimpionica  Josefa Idem,  -pare che si fosse pensato  anche al Capitano, ma dopo il suo incontro con Evo Morales  l’ipotesi è stata scartata perché frequentare certe compagnie è troppo da comunisti  -  e poniamo l’attenzione su alcune candidature  indicative.  Cominciamo da Giampaolo Galli, ex direttore generale di Confindustria, ben ammanicato e stimato nell’associazione degli imprenditori, ma soprattutto accreditato di ottimi rapporti con le lobby assicurative essendo stato in passato  presidente dell’Ania. Proseguiamo con Yoram Gutgeld,  un autorevole manager ai vertici della   Mc Kinsey,   una delle più importanti, se non la più importante,  agenzia di marketing  del mondo.  Il giornalista del  Corriere della Sera Massimo Mucchetti è un'altra candidatura eccellente. Non tanto per la sua attività giornalistica  ma perché ispiratore  della strategie economico finanziarie del Pd. Dalle colonne del Corriere  si è schierato a favore dell’acquisizione della Fonsai di Ligresti da parte di Unipol,  è  sempre attivo nel disegnare scenari  finanziari  faraonici, per ora mai realizzati, come la fusione tra Unicredit ed Intesa .  Passiamo a Guglielmo Epifani  ex segretario del Cgil,  ha parecchia influenza sulle  strategie del più grande sindacato italiano.  Fermiamoci qui e tiriamo le somme.  Il partito di Bersani può contare sull’appoggio di  Confindustria  della lobby delle assicurazioni. Gode del favore del mondo manageriale e del marketing, Ha fra i candidati l’uomo giusto per tessere le strategie utili a gestire gli interessi nella banche.  E  per finire è in grado di orientare gli indirizzi della CGIL  come  controllore della protesta sociale, con l’obbiettivo in particolare di tenera a bada quelli della FIOM,  Airaudo è un fedele alleato candidato da Sel  ma, come dice il proverbio: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.  Boatos dell’ultima ora poi riferiscono  di un raffreddamento dei rapporti fra il Vaticano e la lista Monti. Il cardinale Tarcisio Bertone  non digerirebbe la presenza di Gianfranco Fini  nella squadra del professore ,  per cui è in atto un avvicinamento verso i teodem .  Come può quindi il Pd non vincere con questi  decisivi  endorsement  alle spalle?  E  per ricambiare  questi importanti appoggi, come potrà il partito diretto da Bersani, attuare una politica che non sia orientata ancora una volta a favore delle lobby industriali, finanziarie, manageriali, e con un occhio di  riguardo per i vertici vaticani?  Hai voglia a considerare la partecipazione nell’alleanza di Sel  e di qualche esponente  della FIOM, come garanzia di un riequilibrio della strategia politica verso obbiettivi di eguaglianza sociale ed equità.  L’appoggio dei poteri forti costa molto, per cui  una volta vinte le elezioni si dovrà operare per accontentare i voraci appetiti  di tali decisivi supporter . Altro che agenda Monti! L’agenda Bersani sarà pure peggio, con il  capitalismo finanziario  e la grande impresa che continueranno a fare i propri porci comodi, e il più grande sindacato italiano utile a silenziare (termine montiano)  l’eventuale conflitto sociale.  Evviva le primarie, evviva la partecipazione democratica. 

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