In queste ore si
stanno tirando le fila per ultimare le liste dei candidati, alla Camera e al Senato, che i partiti
presenteranno agli elettori. Come al solito il Pd, nella sua efficienza organizzativa segnata dalla partecipazione democratica
delle primarie, ha già chiuso il
cerchio. Tralasciamo le figurine
presenti nel listino…. listone? Bloccato, come il magistrato Piero Grasso e l’olimpionica Josefa Idem, -pare che si fosse pensato anche al Capitano, ma dopo il suo incontro con
Evo Morales l’ipotesi è stata scartata perché
frequentare certe compagnie è troppo da comunisti - e poniamo
l’attenzione su alcune candidature indicative. Cominciamo da Giampaolo Galli, ex direttore
generale di Confindustria, ben ammanicato e stimato nell’associazione degli
imprenditori, ma soprattutto accreditato di ottimi rapporti con le lobby
assicurative essendo stato in passato
presidente dell’Ania. Proseguiamo con Yoram Gutgeld, un autorevole manager ai vertici della Mc
Kinsey, una delle più importanti, se non la più
importante, agenzia di marketing del mondo.
Il giornalista del Corriere della
Sera Massimo Mucchetti è un'altra candidatura eccellente. Non tanto per la sua
attività giornalistica ma perché ispiratore
della strategie economico finanziarie
del Pd. Dalle colonne del Corriere si è
schierato a favore dell’acquisizione della Fonsai di Ligresti da parte di
Unipol, è sempre attivo nel disegnare scenari finanziari faraonici, per ora mai realizzati, come la
fusione tra Unicredit ed Intesa . Passiamo
a Guglielmo Epifani ex segretario del
Cgil, ha parecchia influenza sulle strategie del più grande sindacato italiano. Fermiamoci qui e tiriamo le somme. Il partito di Bersani può contare sull’appoggio
di Confindustria della lobby delle assicurazioni. Gode del
favore del mondo manageriale e del marketing, Ha fra i candidati l’uomo giusto
per tessere le strategie utili a gestire gli interessi nella banche. E per
finire è in grado di orientare gli indirizzi della CGIL come
controllore della protesta sociale, con l’obbiettivo in particolare di
tenera a bada quelli della FIOM, Airaudo
è un fedele alleato candidato da Sel ma,
come dice il proverbio: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Boatos dell’ultima ora poi riferiscono di un raffreddamento dei rapporti fra il
Vaticano e la lista Monti. Il cardinale Tarcisio Bertone non digerirebbe la presenza di Gianfranco Fini nella squadra del professore , per cui è in atto un avvicinamento verso i
teodem . Come può quindi il Pd non
vincere con questi decisivi endorsement alle spalle?
E per ricambiare questi importanti appoggi, come potrà il
partito diretto da Bersani, attuare una politica che non sia orientata ancora
una volta a favore delle lobby industriali, finanziarie, manageriali, e con un occhio
di riguardo per i vertici vaticani? Hai voglia a considerare la partecipazione
nell’alleanza di Sel e di qualche
esponente della FIOM, come garanzia di
un riequilibrio della strategia politica verso obbiettivi di eguaglianza
sociale ed equità. L’appoggio dei poteri
forti costa molto, per cui una volta
vinte le elezioni si dovrà operare per accontentare i voraci appetiti di tali decisivi supporter . Altro che agenda
Monti! L’agenda Bersani sarà pure peggio, con il capitalismo finanziario e la grande impresa che continueranno a fare i
propri porci comodi, e il più grande sindacato italiano utile a silenziare
(termine montiano) l’eventuale conflitto
sociale. Evviva le primarie, evviva la
partecipazione democratica.
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