domenica 31 marzo 2013

Arriva la controrivoluzione, ma la rivoluzione quando c’è stata?

Luciano Granieri


Poche chiacchiere, ci siamo trastullati abbastanza, ora è tempo di fare sul serio. Fra aprile e maggio,  la Commissione  europea ci detterà le  norme di finanza pubblica che dovremo attivare per rispettare il fiscal compact e raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014, così come scritto nella Costituzione. Inoltre a luglio dovrà scattare l’aumento dell’Iva.  E chi è l’uomo in grado di salvaguardare questo perverso sistema tutelando  gli interessi dei banchieri, se non un ex banchiere?  Avanti con Mario Monti dunque. Le imposizioni  di Mario Draghi a capo della Bce, unite ai ricatti di declassamento della solvibilità dell’Italia, da parte delle maggiori delinquenziali agenzie di rating, hanno posto fine alla ricreazione nella quale ci si stava accapigliando per dare un governo al Paese . Il capitalismo finanziario ha decretato che, in barba ai risultati delle urne,  Mario Monti  e la sua truppa malandata di tecnici dovrà continuare a salvaguardare gli interessi degli speculatori e dei titolari  di hedge fund. Il presidente Giorgio Napolitano ha riposto ancora una volta “PRESENTE”. E così come assecondò i desiderata dei grandi banchieri nell’autunno del  2011, evitando il passaggio elettorale dopo che questi avevano fatto cadere Berlusconi, consegnando a loro il Paese attraverso la  succube guida di Mario Monti, oggi ossequioso e obbediente resuscita il bocconiano asfaltato dalla tornata elettorale e lo ripropone  alla guida del Paese , come se la stagione di devastazione sociale appena trascorsa non fosse mai esistita. La trovata di accompagnare la seconda investitura di  un governo non sfiduciato, ma neanche eletto da nessuno, con i dieci saggi è un ingegnoso diversivo. Infatti è fondamentale che i tre partiti usciti sconfitti dalle elezioni continuino il loro teatrino fatto di insulti e veti incrociati. Anzi i grillini, quelli che volevano fare la rivoluzione delle scatolette di tonno,  hanno pure apprezzato l’uscita del Presidente della Repubblica, rivendicando una primogenitura sull’idea di far funzionare il Parlamento senza accordare la fiducia ad alcun governo. Sveglia!!!! Rivoluzionari da strapazzo. Se non si vota un nuovo governo,  resta quello vecchio.  Il Parlamento, costituzione alla mano,  non può operare da  solo , alla faccia della rivoluzione. Ovviamente al  gruppo delle “STELLE SONO TANTE MILIONI DI MILIONI CHE MASSA DI COGLIONI”  i dieci saggi fanno un po’ schifo, e vorrei vedere.  Da Violante -quello che assicurò a  Berlusconi che mai sarebbero stati toccati i privilegi che gli derivavano dal suo enorme conflitto d’interessi e affermò che i ragazzi di Salò andavano capiti - a Quagliariello - quello che in tre giorni dal Pdl è passato a Scelta  Civica per poi tornare al Pdl -dal segretario  particolare di Schifani Giovanni Pitruzzella, al ciellino Mario Mauro, dal banchiere Rossi , al ministro in carica  Milanesi, passando per il costituzionalista Onida e l’ex uomo Istat, Enrico Giovannini, sono tutti campioni dell’inciucio e della difesa degli interessi del capitale. Ma per i grillini poco importa è un effetto collaterale. La realtà è che gli estenuanti tentativi di formare un governo, conditi dagli  strilli dai vari blog stellati, dalla  ricerca spasmodica dei Piddiellini di salvacondotti giudiziari per il loro capo, dal tentativo del Pd di uscire dallo psicodramma in cui si è cacciato,   sono tutti diversivi gossippari  necessari a  distogliere i cittadini da quella che è la ragione vera del disastro sociale.  Lo strapotere del profitto finanziario sul reddito da lavoro. Che si continui pure ad appassionare la gente agli insulti di Grillo, a discettare sul ricatto: “ appoggio al governo  in cambio della  presidenza della Repubblica”,  sbandierato dagli Indagati  della Libertà, a discutere dello stato crioscopico di Bersani, intanto la troika europea su mandato del capitalismo finanziario continua  indisturbata l’ opera di devastazione sociale del nostro Paese. In effetti cosa ha da temere l’èlite finanziaria dai gruppi che hanno partecipato alle elezioni?  Nessuno di questi ha posto nel suo programma la moratoria e la rinegoziazione del debito  fino alla determinazione di non pagare chi ci sta affamando con la speculazione finanziaria, né è presente, se non in modo velato o improprio, l’abolizione del fiscal compact,  il ripristino dello spirito solidaristico della Costituzione con l’estromissione dai suoi articoli del vincolo del pareggio di bilancio, l’abolizione del patto di stabilità per gli enti locali. Tutto questo non si legge nei programmi dei partiti. E  fino a quando ci sarà chi distoglie   la popolazione dai problemi veri, chi incanala la protesta sui binari morti del referendum sull’euro,  per altro costituzionalmente  irrealizzabile,  (Art.75 della Costituzione) , dei privilegi della casta, la dittatura del capitalismo finanziario continuerà allegramente a tiranneggiarci. Complimenti ai rivoluzionari a 5 stelle, ci mancavano solo loro a far scattare la controrivoluzione a seguito di una rivoluzione che non c’è mai stata.

Nessun commento:

Posta un commento