martedì 19 marzo 2013

Pre-dissesto, dissesto e carte quarantotto

Luciano Granieri


 Ieri  pomeriggio ho partecipato  ad una riunione convocata dall’associazione  Oltre l’Occidente in cui cittadini,  movimenti e istituzioni erano chiamati a riflettere sulla grave situazione economica che sta investendo il comune di Frosinone.  A causa di un imprecisato accumulo debitorio  da parte dell’’ente che, dopo un balletto di cifre variamente annunciate, sembra attestarsi  fra i 38 e i 40 milioni di euro, la giunta presieduta dal sindaco Ottaviani è decisa a dichiarare il pre-dissesto finanziario per poter accedere al Fondo Salva Comuni  e chiedere  un prestito di 11 milioni di euro. Come già scritto in un altro  post, l’operazione comporterebbe il taglio dei servizi sociali,  degli addetti direttamente assunti dal comune e l’aumento delle tariffe. Insomma una situazione che oltre al licenziamento  dei lavoratori della Multi servizi,  imporrebbe un aumento irreversibile del tasso di povertà alla cittadinanza.  Una crisi economica   gravissima  investirebbe pesantemente  anche i ceti medi , i commercianti e la  piccola e media impresa,  impossibilitata a onorare  il forzoso aumento dei tributi locali con i proventi dei propri  affari  fortemente compromessi dalla poca disponibilità alla spesa dei cittadini gravati, a loro volta,  dal pagamento della spesa sociale.  All’incontro hanno partecipato esponenti di quella che fu la coalizione che all’epoca delle elezioni comunali si era raccolta attorno alla candidata sindaco di Sel Marina Kovari.  In  particolare, il sottoscritto, Andrea Cristoforo, Marisa Cianfrano, dipendente della Mutiservizi -per quella che fu la componente di Rifondazione, (oggi siamo tutti fuoriusciti dal partito) - Lorenzo Rea, Paolo Iafrate  anch’egli dipendente Multiservizi -per la componente di Frosinone bene Comune -e la stessa Marina Kovari  ex candidata a sindaco. Insieme ad altri cittadini, fra cui Francesco Notarcola  portavoce della Consulta delle associazioni di Frosinone,  era presente una nutrita rappresentanza  di amministratori del centro sinistra. Sembrava  di assistere ad una riunione politica del Pd di  alto livello. Fra gli altri  hanno partecipato:  Stefania Martini, Pd  ex assessore al bilancio del comune di Frosinone, Massimo Calicchia consigliere comunale Psi di opposizione ed ex assessore ai servizi sociali,  Mauro Buschini, Pd  neo eletto consigliere alla Regione Lazio e la neo senatrice del Pd  Maria Spilabotte.    Nel corso dell’incontro si è sviscerata   la perversa strategia pianificata dalla giunta di centro destra.  Lo stato di pre-dissesto  concede al sindaco la prerogativa di gestire la fase di rientro del debito,  da realizzarsi in dieci anni, scegliendo autonomamente le misure di austerity.  E’  previsto l’intervento della  Corte dei Conti solo a livello di controllo. Differentemente dalla procedura di dissesto, dove di fatto la giunta viene commissariata e le misure di rientro vengono stabilite dai commissari, nel pre dissesto  è il sindaco che decide .  Ciò significa quindi che Ottaviani avrà pieni poteri nel decretare chi deve immolarsi e chi no. La decisione di non rinnovare i contratti alla Multiservizi,  affidando  la gestione  delle prestazioni erogate  da questa società a  delle cooperative sociali che per loro natura   sono impossibilitate ad aderire,  con la conseguenza inevitabile di  privatizzare tutto il sistema di cura alla città e ai cittadini, dà  l’idea chiara di quali saranno le classi sociali che dovranno sopportare il peso economico di tale operazione.  La cura Ottaviani si fonderà  sui soliti ulteriori tagli ai servizi sociali fino  alla loro scomparsa , sull’aumento delle tariffe e delle tasse, il tutto salvaguardando il proprio bacino elettorale.  In pratica il sindaco Ottaviani acquisirebbe potere di vita o di morte su ognuno dei suoi cittadini. Tutti abbiamo convenuto che una situazione del genere sarebbe insostenibile,  non solo per i lavoratori della Multiservizi , ma per tutta la città. Come al solito ci siamo dovuti sorbire la  litania dei vecchi amministratori sui mancati contributi della Regione guidata  dalla Polverini,   sul  programma di risanamento e di riscossione della TARSU evasa dissoltosi nel nulla della nuova giunta Ottaviani . Insomma la giustificazione, in parte vera,  secondo cui i debiti accumulati dalla ex giunta Marini siano stati per lo più dovuti al mancato trasferimento di fondi dallo stato centrale e dalla Regione.  Ma  consiglieri  e senatori convenuti non avevano ben chiara la questione che le giustificazioni  per quanto accaduto e i rimpalli di responsabilità sullo schieramento di segno opposto, oggi non servono.  Oggi  è urgente evitare  il baratro   in cui una giunta dissennata vuole precipitarci. Per fare questo, come suggerito da Marina Kovari,  occorre partire dalla visione dei bilanci, quelli veri, quelli completi, non il “bignamino” riassuntivo. Occorre verificare se la dimensione del debito  e la sua conformazione possano  giustificare il ricorso alla procedura di pre-dissesto e accesso al fondo salva comuni. Fra l’altro i soldi destinati a quel fondo sono finiti,  dunque Frosinone non li otterrà mai. E’ chiaro quindi  che il pre-dissesto sarebbe utile solo a fornire al sindaco il potere esclusivo di gestire il taglio delle risorse pro domo sua.  Una volta accertato la reale conformazione del quadro economico, si deve  bloccare con ogni mezzo la decisione del consiglio comunale. Ma per fare questo è necessario che l’opposizione faccia veramente l’opposizione. Questi vengono a chiedere a noi di aiutarli a contrastare l’insano progetto. Noi possiamo organizzare manifestazione, mobilitare i cittadini, anche se è difficile considerata l’apatia che attanaglia la cittadinanza, ma sono loro che siedono in consiglio comunale. Votare semplicemente contro non basta.  Bisogna pretendere di vedere le carte e renderne partecipi anche i cittadini.  Mi rendo conto che  in quei documenti  ci sono riportate anche le gravi responsabilità dei signori che ora siedono all’opposizione e che oggi vogliono salvare la città. Ma se la volontà è realmente quella di mettersi finalmente al servizio dei cittadini, bisogna avere il coraggio di ammettere i propri errori e ricominciare secondo pratiche nuove  e trasparenti  come ha suggerito Francesco Notarcola.  Anche io ho fornito il mio contributo chiedendo che alla fermezza di pretendere  la visione del bilancio particolareggiato e di renderlo pubblico, ci si impegni a mettere in pratica ciò che la Corte dei Conti ha suggerito  per ridurre i costi , cioè ripubblicizzare i servizi  ceduti a privati con l’assunzione diretti degli addetti da parte dell’ente. A Genova è già successo con l’azienda dei  TRASPORTI PUBBLICI. E finalmente avere il coraggio di   infrangere il patto di stabilità spendendo ciò che serve per i bisogni dei cittadini anche sforando i limiti imposti da una legge infame che rende i comuni esattori delle tasse imposte dal capitale finanziario.  Piero Fassino, un sindaco moderato riformista, non un indignados, lo ha fatto a Torino.  Noi siamo disposti a fare la nostra parte,  a fare opposizione sociale, andare in comune ad ogni seduta e strillare le nostre ragioni. Se poi l’opposizione istituzionale si sveglierà come pare dalle promesse che oggi sono state fatte tanto meglio. Ma bisogna darsi una mossa oggi è già tardi.

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