giovedì 21 marzo 2013

Tristezza di Ernesto Biondi

Luciano Granieri


 St.Louis Blues è uno dei più celebri blues della storia musicale . Scritto da W.C.Handy nel 1914 fu  reso celebre  nel 1929 dalle esecuzioni dell’orchestra di Louis Armstrong . Nel 1935 il maestro Natalino Otto lo eseguì  in Italia, ma per riuscire a suonarlo senza incorrere negli starli del fascismo che definiva il jazz musica  “negroide e americaneggiante” , dovette rimuovere ogni elemento che richiamava l’America a partire dal titolo, che si trasformò da “St.Louis Blues” in “Tristezza di San Luigi”.  Oggi sembra, così dicono, che il regime fascista sia morto e sepolto , anche se molti segnali mi fanno ritenere il contrario.  Dunque li blues è blues e non tristezza.   Ma se dovessi rappresentare  con un brano musicale la situazione generale della nostra città il titolo dovrebbe comprendere assolutamente la parola tristezza . L’immagine che invece riterrei  più appropriata al quadro generale è quella del viadotto Ernesto Bionde sbriciolato dalla frana.  Per cui  l’associazione scaturisce spontanea: Ernesto Biondi Blues ,  o, ancora meglio ,“Tristezza  di Ernesto Biondi” in omaggio al clima fascistoide  del partito che attualmente esprime il sindaco della città. Non vi è dubbio. A  guardare Frosinone oggi cresce una malinconica tristezza. Un magone  alimentato dal  progressivo degrado che inesorabile, dalla fine degli anni ’50  ad oggi , sta pervadendo  la città.  Decenni   in cui a determinare i destini urbanistici non sono stati i sindaci  ma i potentati edilizi da sempre padroni di Frosinone.  Si è assistito senza battere ciglio al progressivo smantellamento del territorio urbano sempre più occupato e invaso dal cemento. Gli interventi  sulla città hanno sempre e solo riguardato la costruzione di manufatti , case, palazzi e mai la messa in sicurezza di un territorio la cui fragilità è stata da sempre evidenziata dalle analisi di ingegneri e geologi. Oggi la città non ce la fa più, comincia a cedere e non solo negli aspetti geologici. Frosinone sta cedendo anche nella tenuta economica e sociale della sua popolazione.  Umiliata dalle inadempienze contributive dei  grandi padroni e sfruttatori del territorio, annientata dall’insipienza complice e colpevole di tutte le amministrazioni che si sono esclusivamente occupate di rinsaldare il proficuo legame con i suddetti padroni  disinteressandosi dei bisogni dei cittadini , Frosinone  sta per subire forse il  colpo definitivo.  Oberati  dai debiti contratti per servaggio alle famiglie dei grandi muratori e per la criminale rapina messa in atto nei nostri confronti  dalla Regione, guidata dalla feccia fascista e berlusconiana che ci ha regalato personaggi come il divoratore di merendine Fiorito e la distributrice di incarichi milionari ai propri grandi elettori Polverini, i cittadini di Frosinone stanno per subire l’ennesimo  e drammatico smacco. La giunta Ottaviani ha intenzione di accedere al fondo salva comuni per chiedere un prestito di 11 milioni di euro necessari a coprire le prime uscite di cassa. Per far questo il sindaco vuole decretare lo staro di pre-dissesto necessario a  ripianare un debito stimato, a suo,  dire  in 38 – 40 milioni di euro.  Ciò significa che ai cittadini di Frosinone verranno aumentati i tributi comunali, si procederà allo  smembramento  dei servizi pubblici,  e a  un taglio drastico degli addetti alla cura della città e dei suoi abitanti, la faccenda della Multiservizi ne è una dimostrazione  palese.  Ciò produrrà   anche l’aggravarsi inesorabile della crisi economica che coinvolgerà anche  le piccole e medie imprese.  Per non passare dalla tristezza alla disperazione dunque è tempo che cittadini e associazioni si mobilitino. L’attuale opposizione non può nulla schiacciata  dalla  corresponsabilità piena che ha avuto nel saccheggio della città quando esprimeva i suoi sindaci. Dunque tocca a noi. La situazione è grave. E’ necessario reagire per fare in modo che le condizioni di vita della città  non crollino come il viadotto Biondi.

I brani che compongono il commento musicale sono: Crop Blues del James Cotton blues quartet e Need More del grande Bluesman italiano Roberto Ciotti.


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