domenica 7 aprile 2013

Sempre la stessa Storia (Palermo-Roma 2-0)

Kansas City 1927


Che poi vaje a dà torto.



Vuoi mette Pasqua e Pasquetta a Roma? 

Chi te lo fa fa a spostasse, prende l’aereo, fasse er pranzo in trasferta. Mejo restà in città no?



Loro ce so rimasti, a Palermo nce so mai annati.



Va detto perchè va detto che lo sforzo della società pe trovà tutti sti sosia così simili è stato impressionante, pare che se siano appoggiati alla stessa agenzia che forniva quelli de Saddam e Bin Laden. Gente esperta. Parevano loro a vedelli vè?



La Accollo Cam che spulciava negli spogliatoi non pareva lascià alcun dubbio: so loro, so la Roma, pure se nun c’era la scritta nte potevi sbaglià.



E invece c’assomigliavano un sacco ma erano QUASI uguali.



Teskelenburg, Burdosso, Paris, Crastan, Florenti, Sachtsidis Lametta, Tarquinho, De Nossi, Perolta e Toti.



“Noi siamo l’Aroma!” hanno gridato prima de scende in campo, furbi, consapevoli che l’apostrofo nse sente.



“Ma hanno detto l’aroma?”
“No no era la Roma ma j’è uscito co l’accento palermitano, stanno lì da tre ore e già j’ha attecchito”



Poi la partita è cominciata e dopo 5 minuti i più smart avevano già capito.



O il Real Madrid s’era messo le maschere dei giocatori der Palermo o er problema eravamo noi.



Ma tu te lo vedi a Sergio Ramos che se traveste da Von Bergen? A Xabi Alonso che nvede l’ora de esse Donati? A Cristiano Ronaldo e Benzema che scalpitano pe diventà i gemelli der gò Miccoli Dybala?



No, ncii vedi.



E infatti i farlocchi erano i nostri, pe quello loro parevano e Merenghe e Sannino gridava “Zeru tituli” già dopo 5 minuti, che sarebbero stati ritrasmessi in replica pe i prossimi 85.



Er dominio rosanero.



Na cosa imbarazzante e insensata come solo noi e pochi altri esperti der suicidio de massa sappiamo esse certe volte.



E quando decidiamo de evaporà così dar tereno de gioco come na goccia de rugiada ar primo raggio de sole de na precoce primavera dell’anima de li mortacci nostri, ecco, quando decidiamo così, presto o tardi, nell’arco dei 90 minuti ariva er temibbile momento dele statistiche dell’avversari, il “da quanto tempo non”, l’arma definitiva contro ogni forma de residua autostima.



In questo caso ce siamo visti costretti a ricordà che:



- il Palermo non segnava un gol dal 1997



- il Palermo non passava in vantaggio in casa dalla caduta del Muro di Berlino



- il Palermo non vinceva dalla formazione del primo governo Andreotti



- il Palermo non vinceva con due gol di scarto dal bombardamento di Dresda



- il Palermo non terminava una gara a portiere imbattuto dall’invasione della Polonia



- Miccoli non segnava dalla battaglia de Waterloo



- Miccoli non segnava su azione dall’avvio della rivoluzione industriale

- Miccoli non faceva quella bella esultanza sua da quando era magro (qua gli storici se dividono sulla data ma so concordi sul fatto che sia nsacco de tempo fa)



- Aronica non azzeccava un anticipo dalla Sala della Pallacorda



- Kurtic non faceva interdizione a metà campo dal Concilio di Trento



- Munoz non finiva na partita col soriso dalla scoperta dell’America



- Dossena non indovinava un cross dall’invenzione della stampa a caratteri mobili



- Ilicic non prendeva na sufficienza dallo schiaffo di Anagni



- Morganella non giocava a calcio dal basso medioevo



- Sorrentino non faceva na parata dalle Guerre Puniche



- Zamparini non era così soddisfatto da quando aveva esonerato gli Ittitti



- I rosanero in generale non scrivevano pagine così belle de calcio da quando se scriveva in cuneiforme



- Sto calore a Palermo nse sentiva da quando c’era stata quella brutta giornata pe i dinosauri a fine Mesozoico



Tutta sta rinfrescata de Storia, anni, secoli e millenni condensati in 90 minuti solo ed esclusivamente per ricordacce che pe noi è sempre la stessa storia.



Perchè a noi non ce rodeva così tanto da adesso e da sempre, dall’arfa e dall’omega, dall’alba e dal tramonto dei tempi. Sempre uguali e sempre diversi, ma soprattutto sempre uguali.



Corsi e ricorsi. Pe andà dove, a fa che, co chi e perchè, nse sa. Però magari se cori da quarche parte ce arivi.



Loro invece, quei sosia lì de cui sopra, de core non je annava proprio che, poi voi mette tutti gli sgradevoli inconvenienti che torni su casa sudato e mamma se incazza che aveva detto “Ok scendi a giocà ma non sudà che t’ammali”.



Ma a noi, se ce fosse stata nipotetica Scojonamento Cam piazzata davanti ar televisore nostro, c’avresti forse visto stupiti? No, solo tanto scojonati come suggerisce la didascalica onomastica dell’inqudratura.



Perchè noi aiutame a dì quanto lo sapevamo che annavamo a pià sti schiaffi a Palermo. No no aiutame nte ne annà ndo cazzo vai, mica puoi scappà mo.



Noi non scappamo, so sempre loro che corono scappano che ariva lo squadrone giallorosso, che però è no squadrone fino a quando se fa squadretta a 90°.



E quando te metti a 90° poi non te puoi stupì se un pure ormai impotente Palermo coglie l’occasione.



Inutile dì che se ce fossero abbastanza partite, dopo avè incontrato noi mo i rosanero farebbero un filotto de vittorie che li proietterebbe tempo du mesi in volata Champions e tempo altri due ad affermasse come l’unica vera antiJuve.



Noi invece, semplicemente, ogni tanto, senza nessun vero motivo, diventamo l’antinoi, l’antiRoma e se famo male de un male che nessun agente esterno ce potrebbe mai infligge. Ce l'abbiamo ner Dna, dicono.

Poi un giorno nascerà nantropologo forte forte forte che riuscirà a spiegacce co parole chiare e al di là de ogni fraintendimento che cazzo possa volè dì "Dna della squadra", perchè ancora non è che ce sia chiarissimo er concetto.



Però che fai mo, piagni lacrime palermitane fino a giugno?



No, a noi de piagne nce va proprio, da qui ala fine ce stanno ancora nsacco de partite, e alcune fra queste so incroci co la Storia nostra che capitano nell’immediato domani.



Immediato tipo la prossima partita.



So du anni che parlamo de progetto e de futuro: pe comincià sarebbe carino dimenticasse subito de sto recente passato.



Fatecelo sto presente.

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