giovedì 30 maggio 2013

I buoni e i cattivi

Luciano Granieri

Un ottuagenario miracolato dalla rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo di rifondare la sinistra». Con queste parole Grillo ha insultato  Stefano Rodotà dopo l’intervista concessa da quest’ultimo  al Corriere della Sera, in cui faceva notare come i toni polemici e le dichiarazioni forti del comico genovese si fossero rivelati un boomerang.   E  gli ultimi deludenti risultati nelle elezioni amministrative del M5S  ne erano  stati  la prova più eclatante .  

Qualche giorno fa Grillo se l’era presa anche con la Gabanelli  rea di avere fatto le pulci alla conduzione finanziaria falsamente trasparente del Movimento 5 Stelle.  Nel giro di 15 giorni Beppe Grillo ha fatto fuori coloro che la  sua base,    attraverso la votazione on line,   aveva indicato come candidati più autorevoli alla presidenza della Repubblica. Stefano Rodotà, come è noto,  è stato addirittura votato in aula dai parlamentari 5 stelle per la poltrona di capo dello Stato.  Alla faccia del rispetto per i militanti! 

 Ma ormai dovrebbe essere evidente che la membrana fra la lista dei buoni e la lista dei cattivi per Beppe Grillo è estremamente permeabile.  CasaPound è fra i buoni, ma i fascisti sono nei cattivi.  A dire il vero non sempre i fascisti sono stati cattivi. Per la capo gruppo grillina alla camera Roberta Lombardi   infatti,   i fascisti sono stati anche buoni prima della promulgazione delle leggi razziali . Napolitano è nei cattivi, poi passa ai buoni quando difende l’orgoglio nazionale contro le accuse mosse dai tedeschi alla credibilità politica di due” pagliacci” come Berlusconi e lo stesso Grillo.  

Gli extra comunitari di prima e seconda generazione sono fra i cattivi e sono in buona compagnia. Nella bad list grillina  affiancano noi ciociari  giudicati da Grillo un popolo di trogloditi. Tirando  le somme fra i cattivi figurano: Stefano Rodotà, Milena Gabanelli, gli extra comunitari di prime e seconda generazione, quelli di terza si salvano perché non sono ancora nati,   e i Ciociari. 

Beh come Ciociaro sono orgoglioso di essere accostato  a  Stefano Rodotà e sono convinto che molti miei conterranei potrebbero come me essere onorati di condividere con una personalità  come quella del costituzionaliste promotore dei referendum sui beni comuni,  la stessa appartenenza alla classe di valori di Beppe Grillo. 

Ma il punto è:  quanti di quei Frusinati elettori   alle ultime amministrative del  sindaco predissestato ,   perché abbindolati dalla bolletta pagata e dal piatto di pasta, conoscono Rodotà?  Quanti di loro, che adesso si vedono recapitare   le prime stangate della ex Tarsu, non ancora Tares,   e dovranno pagare servizi non più erogati dal comune, saranno in grado di capire realmente quanto  gli è costata quella bolletta e quel piatto di pasta?   

Nessuno, ergo,  non molti  Ciociari saranno in grado di apprezzare l’onore di un così alto accostamento. Ebbene la constatazione di appartenere ad una èlite in grado di provare certe  soddisfazioni mi rende ancora più orgoglioso  anche se per colpa di chi non conosce Rodotà, dovrò subire  anche io   stangate tributarie e privazioni di diritti. 

Così va il mondo. Fino a che  esisteranno gli ignoranti come Grillo e i Frusinati che hanno venduto il loro voto alla bolletta e al piatto di pasta,  a noi  non resterà che  l’orgoglio di essere nella lista dei cattivi con Rodotà, ma rimarranno anche    le tasche sempre più vuote. 

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