domenica 19 maggio 2013

Il coraggio di stare in piazza

Luciano Granieri


Ieri  la ex sinistra radicale e vintage    si è rimpossessata di quella parte di Roma che è sempre stata sua. Da p.zza della Repubblica fino a San Giovanni sono tornate a sfilare bandire rosse con la falce e martello e loro evoluzioni riformiste. Merito della FIOM e di altre formazioni (Sel, Rifondazione, Comunisti Italiani, Pcl, e qualche grillino in libera uscita) che con la manifestazione di ieri hanno voluto ricordare quanto la popolazione sia in balia della povertà e della precarietà sociale per colpa delle criminali scorribande del capitale finanziario.  Questa drammatica situazione è nota a tutti, tranne a chi siede nei palazzi governativi e, a volte, viene dimenticata anche da chi sfilava in piazza ieri. 

Persino la stessa FIOM di Landini, organizzatrice della manifestazione, ha perso di vista la gravità del quadro sociale quando ha appoggiato la CGIL nel condividere assieme a CISL, UIL e padroni il nuovo patto per la concordia sindacale. Un accordo capestro in cui   il sindacato  che risulta minoritario in una fabbrica deve scomparire da quell’azienda . Non può esercitare attività, indire assemblee o proclamare scioperi. 

Ma questo è il prezzo che ognuno deve pagare al nuovo clima di pacificazione. Si dà il caso però che la pace giova a padroni,  banchieri, speculatori finanziari e puttanieri, mentre è  devastante per disoccupati, precari , pensionati e lavoratori, molti dei quali erano ieri in piazza San Giovanni. Proprio i lavoratori hanno subito l’ennesimo sberleffo dal governo dell’inciucio, nuova riedizione dell’associazione a delinquere “Garofano-Scudo crociato”.

 I soldi necessari per finanziare la cassa integrazione in deroga fino a dicembre, sono stati recuperati dai fondi per la produttività, ovvero la cassa integrazione in deroga verrà finanziata dagli stessi lavoratori. Non sia mai che venga distratto un po’ di denaro dalle rendite finanziarie, quelle non si toccano, ed è altresì impensabile disturbare le lobby militari e distoglierle dai loro costosissimi giochetti costellati di inutili aeroplanini già inservibili ancora prima di essere collaudati. 

In realtà la benzina raccattata dal fondo del barile è sufficiente a sostenere il lavoratori in cassa integrazione solo fino a dicembre. Dopo di che ognuno si arrangi per conto proprio. Se il buon giorno si vede dal mattino il governo Letta-Alfano sarà sicuramente efficiente e solerte nell’assicurare una favolosa campagna elettorale a Berlusconi, ma rimarrà in linea con gli esecutivi precedenti per la pratica sistematica tendente a rubare dalle tasche dei lavoratori gli ultimi spiccioli per girarli ai grandi speculatori finanziari. 

Le decine di migliaia di persone scese in piazza ieri  a Roma sono coscienti di questa situazione  perché ne sono vittima. Rendiamo merito alla FIOM e a tutte le persone che hanno riempito P.zza San Giovanni. E’ innegabile che ultimamente nelle piazze italiane si incontrasse solo brutta gente, una massa informe infarcita di cortigiani servi  del cavaliere. Finalmente la partecipazione di donne e uomini oneste, consapevoli e degne, alla manifestazione di ieri ha  restituito  un minimo di dignità alla città di Roma. 

C’è qualcuno però, a cominciare da Landini, che è rimasto deluso dalla mancata presenza del Pd in forma ufficiale. Una delusione che francamente ci sorprende.  E’ da tempi immemori che il Pd ha smesso di rappresentare i lavoratori, anzi probabilmente non li ha mai rappresentati, e dunque a che titolo poteva scendere i piazza ieri affianco di quella classe che ha sempre dileggiato e spernacchiato? “Lavoratori prrrr”. È lo slogan che il Pd ha fatto suo dal film “I vitelloni”.  

La lezione che si deve trarre dalle ultime vicende accadute, compresa la manifestazione di ieri, è che ormai gli interessi dei lavoratori devono essere tutelati dai lavoratori stessi. Ben vengano le iniziative della FIOM, ma per esercitare un’azione di difesa e promozione dei diritti della classe subalterna,  il movimento di Landini, accanto alle manifestazioni di piazza, deve porre un’azione di contrasto vero a certi soprusi ed evitare di cedere al sordido clima di pacificazione firmando contratti capestro, con i padroni e i servi dei padroni.





Brani: Historie de l'ouvriere di Daniele Sepe e Quarant'anni dei Modena Ciy Ramblers
Foto: Eugenio Oi.
Editing: Luciano Granieri

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