giovedì 6 giugno 2013

Resistaenza turca.

Luciano Granieri


Il tentativo del governo turco di demolire un parco  ad  Istanbul  per costruire  un centro commerciale ha innescato la rivolta. A seguito della protesta dei cittadini turchi contro la distruzione del verde per far sorgere l’ennesimo  avamposto della dittatura del mercato,  Erdogan  appoggiato da gruppi fascio-islamisti ha  a scatenato la sua polizia contro i manifestanti. La protesta si è trasformata in ribellione e da Istanbul si è propagata in tutta la Turchia, fino  ad Ankara  da Izmir a Taksim. Anche nelle città in cui il patito di Erdogan aveva ottenuto  un grande consenso è scoppiata la rivolta.  Alla  lotta ancora in corso  partecipano tutte le categorie dei lavoratori  guidati dal più grande sindacato del paese Kesk che ha indetto uno sciopero. Dovunque sorgono barricate e focolai di resistenza   e spesso la polizia nonostante il lancio di lacrimogeni e getti d’acqua è dovuta arretrare.  La violenza delle forze dell’’ordine turche è stata feroce. La polizia  ha ucciso manifestanti  proceduto ad arresti e torture. Ma la rivota non si ferma. I cittadini  continuano nella loro resistenza massiccia sulle note di “Bella Ciao” cantata in Turco. L’episodio è significativo di come la lotta partigiana al nazifascismo sia diventata  un simbolo ed un esempio di resistenza universale.  Solo nel Paese in cui si è generata ed è risultata decisiva per la conquista della libertà,  cioè l’Italia, la resistenza partigiana subisce ignobili delegittimazioni e  tentativi di sabotaggio attraverso odiosi revisionismi storici. I Turchi stanno prendendo esempio dai partigiani, quando noi prenderemo esempio dai turchi?



Foto tratte dal sito cotnropiano.org

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