giovedì 6 giugno 2013

Turchia La rivoluzione è arrivata anche qui

dichiarazione di Red Movement
(sezione turca della LIT - Quarta Internazionale)



Come risultato della crescente oppressione del governo, che ha raggiunto un carattere fascisteggiante, ha avuto inizio una ribellione in tutta la Turchia. Il governo, che voleva demolire un parco a Istanbul per costruire lì un centro commerciale, ha scatenato la sua polizia contro una pacifica manifestazione il 28 maggio. Gli eventi che sono iniziati alle 5 della mattina sono continuati per tutto il giorno e si sono trasformati più tardi in una ribellione. Le masse popolari, che si sono unite istintivamente alla rivolta, hanno riempito le strade. Ci sono stati violenti conflitti a Istanbul, Ankara, Izmir e in tutto il Paese, anche nei villaggi.
La principale causa della ribellione è che il governo dell’Akp, che è una marionetta dell’imperialismo, voleva forzare le masse a fare qualsiasi cosa volesse con un atteggiamento oppressivo e sprezzante. Ha imposto leggi reazionarie, ha sostenuto gruppi fascio-islamisti in Turchia, ha attaccato gli Alauiti, ecc. Anche se in questo momento vi sono varie richieste sul campo, la ribellione, che si è sviluppata contro le politiche oppressive e reazionarie della dittatura del capitale, avanza principalmente rivendicazioni democratiche.

Sono state le organizzazioni di sinistra che hanno dimostrato una forte determinazione a continuare la resistenza il 31 maggio e che hanno diretto le proteste.
I militanti della Lit sono stati coinvolti negli scontri sin dal primo giorno della protesta e sono sulle barricate. Verso mezzogiorno, le barricate sono state erette in piazza Taksim con la partecipazione di settori di massa che, quando la polizia ha attaccato, in migliaia hanno resistito fino alla mattina successiva. Il pomeriggio del sabato (primo giugno), la polizia, che non riusciva a reprimere la ribellione, ha dovuto ritirarsi dalla piazza e le masse hanno preso Taksim. I militanti della Lit sono stati tra i primi a entrare a Taksim. Alcuni dei nostri militanti sono stati seriamente feriti durante gli scontri, colpiti da proiettili di gas lacrimogeno. Mille persone sono state detenute e circa altre mille sono state ferite. Come mostrano i video, la polizia ha lanciato lacrimogeni all’interno delle case, contro le barche che attraccavano alle banchine, ha condotto contro le masse i suoi veicoli blindati sparando senza pietà con i cannoni ad acqua, i manifestanti che venivano catturati nelle strade sono stati torturati.

Violenti conflitti continuano ad Ankara, Adana e Izmir, e anche nelle città dove il governo ha ottenuto alte percentuali di voti, come Kayseri, Nigde, Kirikkale, Erzurum, Konya, le masse si sono unite alle proteste. I militanti della Lit sono in prima fila nella ribellione dovunque sono attivi, principalmente a Istanbul, Izmir, Ankara, Antalya, Sakarya, Adana e Bursa.
Attualmente la rivolta non ha apparentemente un carattere di classe e la classe media e la piccola borghesia sembrano essere per il momento predominanti. Le masse in rivolta hanno imparato come organizzarsi e questa è la prima volta nella storia della Turchia che vediamo una resistenza così militante, così massiccia e in cui il governo è sfidato così apertamente. Partecipano tutti i settori lavorativi. Tra l’altro, il più grande sindacato di sinistra del Paese che organizza lavoratori pubblici, Kesk, ha indetto lo sciopero. Anche altri sindacati stanno discutendo se indire lo sciopero. Comunque, la debolezza della sinistra e la mancanza di una leadership rivoluzionaria è ancora largamente evidente.
Inoltre, il primo ministro dell’oppressivo governo reazionaria, Tayyip Erdogan, ha lasciato il Paese per visitare il re del Marocco, suo simile. Anche se si è mostrato sprezzante e ha insultato i manifestanti, il colore della faccia mostrava i suoi veri sentimenti.


Nonostante la sua forza limitata, l’organizzazione della Lit (Red movement) sta avendo un ruolo importante nelle mobilitazioni ed è determinata a sviluppare questo ruolo.
Queste sono attualmente le nostre principali parole d’ordine:
* Il governo deve dimettersi
* La polizia assassina e torturatrice, nemica del popolo, deve essere chiamata a rendere conto, insieme con le autorità che l’hanno diretta contro le masse
* Organizziamoci per proteggere le strade
* Le barricate sono innalzate, ora è tempo di entrare in sciopero!
* Barricate! Sciopero! Rivoluzione!

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