venerdì 30 agosto 2013

Imperialismo, settarismo e rivoluzione siriana

Antonio Moscato. fonte http://antoniomoscato.altervista.org/

 Joseph Daher è un membro della Corrente della sinistra rivoluzionaria siriana e gestisce il blog syriafreedomforever.wordpress.com. In quest’intervista discute della rivoluzione siriana con Solidarity’s Mark Goudkamp. Ho ricevuto da Enrico Bartolomei la proposta e la traduzione, e pubblico volentieri l’intervista.
Non mi pronuncio sulla questione che appassiona politici europei e statunitensi sulla responsabilità dirette dell’ultimo uso del gas nervino in Siria. La versione ufficiale per beoti immagina che i ribelli (anzi i “terroristi anti-Assad”) iniettino sostanze nei corpi delle vittime per far credere agli ispettori dell'ONU che siano stati uccisi da gas nervino sparato dall'esercito. Me lo ha spiegato un sito “comunista”...
 Io non sono in Siria, e comunque , non potrei mai arrivare in quella zona, come accade ai cosiddetti “osservatori” dell’ONU. Solo i “giornalisti” arruolati da Assad possono andare e “testimoniare”... Mi limito ad obiettare che se fosse vero che i ribelli dispongono di riserve di gas tossici e le possono usare contemporaneamente in molte località diverse, risulterebbe smentita la tesi che da per liquidata l’opposizione. E mi indigno per l’ipocrisia delle maggiori potenze: se in Siria c’è gas nervino, dovrebbero sapere bene chi lo ha fornito, dato che non si compra dal salumiere...
E a proposito di ipocrisia, trovo insopportabile il rilevo con cui ogni giorno la RAI segnala che papa Francesco invita a pregare per la pace, senza dire una parola (o “fare una telefonata”...) contro il commercio di morte.
(a.m.25/8/13)

Come definirebbe l'attuale equilibrio di forze in Siria?
L'equilibrio militare di forze è chiaramente dalla parte del regime, il quale è stato continuamente rifornito dagli alleati (l'Iran e la Russia), ha ricevuto elevati afflussi di denaro e persino la partecipazione diretta alle operazioni sul campo come nel caso di Hezbollah.
D'altro lato, l'Esercito siriano libero (ESL) manca completamente di qualsiasi sostegno materiale e finanziario concreto. Le forze reazionarie islamiste come Jabhat al Nusra e lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (SIIL) sono invece ben finanziate da alcuni paesi del Golfo.
Questi ultimi finanziano le forze reazionarie islamiste per trasformare la rivoluzione siriana in una guerra settaria. La vittoria della rivoluzione in Siria e la sua propagazione nella regione presenterebbe infatti una minaccia per questi regimi.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che le tensioni tra i gruppi dell’ESL e le forze islamiste di Jabhat al Nusra e del SIIL sono cresciute considerevolmente di recente. Queste ultime sono accusate di aver ucciso membri dell’ESL, tra cui Fadi al-Qash, il capo di un battaglione dell’ESL e i suoi due fratelli.
Il SIIL ha anche espulso forze dell’ESL da diverse regioni liberate dall’ESL e ha dichiarato di voler creare degli emirati islamici, mentre si rifiuta di combattere in prima linea in Aleppo, Homs e Khan al Asal.
Nonostante il chiaro vantaggio del regime a livello militare e tutte le distruzioni, la determinazione del movimento popolare siriano non è diminuita. Ci sono continue manifestazioni e altre forme di resistenza in molte regioni in tutta la Siria.
Come è possibile che a fronte di una potenza militare così ineguale, il popolo siriano insista?
Non è possibile alcun ritorno all'era del regime di Assad e nessuna alternativa alla continuazione della rivoluzione. Uno dei principali slogan scanditi dai manifestanti in Siria è "la morte piuttosto che l'umiliazione". Inoltre, il movimento popolare siriano sa benissimo che se dovessero  fermarsi si troverebbero ad affrontare la terribile repressione del regime.
Ci può spiegare alcuni dei fattori economici e sociali alla base della rivolta?
Le credenziali borghesi del regime sono iniziate nel 1970, quando Hafez al-Assad ha messo fine ad alcune delle politiche radicali degli anni sessanta realizzate dall'ala sinistra del suo partito Baath. Esse sono state poi accelerate con l'attuazione di politiche economiche neoliberiste nel momento in cui [il figlio] Bashar al-Assad ha preso il potere nel 2000. Queste politiche hanno beneficiato in particolare una piccola oligarchia.
Rami Makhlouf, cugino di Bashar al-Assad, rappresenta il processo di privatizzazione di stampo mafioso messo in atto dal regime. Questo processo di privatizzazione ha creato nuovi monopoli appannaggio dei parenti di Bashar al-Assad, mentre la qualità dei beni e dei servizi è diminuita. Queste riforme economiche neoliberiste hanno permesso ai ricchi e ai potenti di appropriarsi del potere economico.
Allo stesso tempo, si è sviluppato il settore finanziario con l’apertura di banche private, di imprese di assicurazione, della Borsa di Damasco e degli uffici di cambio. Le politiche neoliberiste hanno beneficiato la classe alta e gli investitori stranieri, soprattutto del Golfo Arabo, a detrimento della grande maggioranza dei siriani,che sono stati colpiti dall’inflazione e dall'aumento del costo della vita.
Queste politiche, insieme alla repressione feroce di ogni protesta popolare o della classe operaia fin dai primi anni 2000, hanno avuto effetti devastanti. La quota di capitale del prodotto interno lordo è salita al 72 % nel 2005, mentre più di un terzo della popolazione è scesa al di sotto della soglia di povertà (meno di 1 dollaro al giorno) e quasi la metà vive vicino a questa soglia (2 dollari o meno al giorno). Prima della rivoluzione c’era tra il 20 e il 25 % di disoccupazione, raggiungendo il 55 % per i minori di 25 anni (in un paese dove le persone sotto i 30 anni sono il 65 % della popolazione totale). La percentuale dei siriani che vivono sotto la soglia di povertà è passata dall’ 11 % nel 2000 al 33 % nel 2010. Cioè, circa sette milioni di siriani vivono intorno o al di sotto della soglia di povertà.
Le rivolte in Idlib e Deraa ... inclusi i sobborghi di Damasco e Aleppo, [queste zone] sono bastioni storici del partito Baath, che non avevano preso parte in modo massiccio all’insurrezione del 1980. Questo dimostra il coinvolgimento in questa rivoluzione delle vittime del neoliberismo.
Che ruolo svolgono i Comitati di coordinamento locali (CCL) nelle zone controllate dall’opposizione e che tipo di supporto hanno?
Il CCL è solo un attore nel più grande movimento popolare, e concentra il suo lavoro soprattutto nel fornire informazioni, i video delle dimostrazioni, ma anche lavorando a livello di base con i consigli popolari locali, fornendo servizi alla popolazione locale e ai rifugiati interni.
Dobbiamo capire più in generale il ruolo cruciale svolto dai comitati e dalle organizzazioni popolari nella continuazione del processo rivoluzionario: questi sono i soggetti che alla fine permettono al movimento popolare di resistere. Non per sminuire il ruolo svolto dalla resistenza armata, ma persino [chi ha intrapreso la lotta armata] dipende dal movimento popolare per la continuazione della battaglia, e senza di esso non avrebbe potuto far nulla.
Cosa rispondete a chi a sinistra afferma che l'opposizione siriana agisce da mandataria dell'imperialismo occidentale e degli Stati del Golfo ricchi di petrolio?
Il problema con alcuni nella sinistra occidentale, specialmente gli stalinisti, è che hanno analizzato il processo rivoluzionario siriano dal punto di vista geo-politico, ignorando completamente il dinamismo socio-economico e politico sul terreno in Siria. Molti di loro considerano anche l'Iran, la Russia, o la Siria come stati antimperialisti che lottano contro gli Stati Uniti, il che è errato sotto tutti i punti di vista. La nostra scelta non dovrebbe essere quella di scegliere da un lato gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita e dall'altro lato l'Iran e la Russia, la nostra scelta deve essere per le masse rivoluzionarie che lottano per la loro emancipazione.
Inoltre, entrambe le parti hanno cercato di imporre una soluzione dall'alto che preserverebbe il regime attraverso una soluzione yemenita (cambiare il capo del regime, pur mantenendo la sua struttura). L'unica differenza tra le posizioni dei governi occidentali e le monarchie del Golfo da un lato e l'Iran, la Russia, e le posizioni della Cina dall'altro, rimane la stessa: quale è il destino per il dittatore Bashar al-Assad? La Russia vuole mantenere il dittatore, mentre le potenze occidentali vogliono un nuovo leader che sia ancora più aperto ai loro interessi di [quanto non sia stato] Bashar al-Assad.
Ci sono stati resoconti di gruppi islamici armati che attaccano altri gruppi dell'opposizione. Che impatto ha avuto sull’opposizione e come hanno risposto le forze rivoluzionarie?
Le masse rivoluzionarie siriane sono sempre più opposte alle politiche autoritarie e reazionarie di questi gruppi. Nella città di Raqqa, che è stata liberata nel marzo 2013, si sono verificate molte manifestazioni popolari contro le azioni autoritarie di Jabhat al Nusra e del SIIL. Analoghe manifestazioni in cui le masse sfidano questo tipo di comportamento si sono svolte ad Aleppo e in altre città.
Va anche detto che Jabhat al Nusra non ha esitato a stringere accordi con il regime di Assad, per esempio, il regime sta pagando [a Jabhat al Nusra] più di 150 milioni di lire siriane [circa 1 milione di euro] mensilmente per garantire che il petrolio continui ad essere estratto dalle due principali condotte in Banias e Latakia. I combattenti di Jabhat Al Nusra sono stati anche coinvolti in altre attività del genere.
Il Consiglio Nazionale Siriano, invece di difendere i principi della rivoluzione e di fare tutto il possibile per sviluppare le componenti democratiche dell’ESL, ha lasciato che questi gruppi, che sono e sono stati parte della contro-rivoluzione fin dalla loro creazione, si sviluppassero senza condannarli, e a dire il vero gli ha persino offerto copertura. Questi gruppi, proprio come il regime siriano, vogliono dividere il popolo siriano in entità settarie ed etniche. La rivoluzione siriana vuole rompere la divisione settaria ed etnica.
Qual è stata la risposta ai recenti attacchi da parte di gruppi islamici sulle aree curde?
Abbiamo registrato il sostegno di vari comitati popolari in Siria a favore delle masse curde contro le azioni dei gruppi islamisti. Le sezioni dell’ ESL sono divise. Alcuni stanno combattendo al fianco degli islamisti, ma altri si sono uniti alle milizie curde e hanno denunciato gli abusi commessi dai gruppi islamisti.
L'opposizione tradizionale, dagli islamisti ai nazionalisti e ai liberali, è a favore dei diritti culturali curdi, ma non dell'autonomia. La corrente della sinistra rivoluzionaria in Siria ha riaffermato il suo impegno e il sostegno per l'autodeterminazione del popolo curdo in Siria. Il supporto all'autodeterminazione del popolo kurdo non ci impedisce di vedere il popolo kurdo come un partner a pieno titolo nella lotta contro il regime criminale di Assad, e nella costruzione di una futura Siria democratica, socialista e laica.
Abbiamo anche condannato il comportamento degli islamisti e delle altre forze reazionarie e i loro tentativi di dividere il popolo siriano. Allo stesso modo, il rifiuto di alcuni nell’opposizione siriana, tra cui il Consiglio Nazionale Siriano, di riconoscere i diritti del popolo curdo in Siria è inaccettabile e non è molto diverso dalle politiche nazionaliste del regime di Assad.
Quali organizzazioni e forze della sinistra esistono all'interno del movimento rivoluzionario siriano?
Diverse forze di sinistra sono stati coinvolte nel processo rivoluzionario siriano da quando è iniziato. Possiamo trovare numerosi piccoli gruppi di sinistra e di giovani in Siria che partecipano al processo rivoluzionario nei comitati popolari a livello di base, nell’organizzazione di manifestazioni e nella prestazione di servizi alla popolazione. La sinistra è stata principalmente impegnata nell’attività civile, piuttosto che nell’attività armata.
Fin dall'inizio, nonostante le nostre modeste possibilità, noi, la Corrente della sinistra rivoluzionaria, non abbiamo vacillato una sola volta nel nostro impegno a fianco della rivoluzione, reclamando democrazia e socialismo. Abbiamo lottato al fianco del popolo e di tutte le forze democratiche per la vittoria di questa grande rivoluzione popolare, proprio come noi lottiamo per la formazione di un partito operaio socialista.



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