martedì 24 settembre 2013

Modifiche all'Atto di Autonomia Aziendale della ASL


La  Consulta delle  Associazioni della Città di Frosinone e le associazioni sottoscritte hanno  considerato con molta attenzione la proposta della  Conferenza locale per la  Sanità  per  le  modifiche  all’ Atto di Autonomia  Aziendale dell’ ASL di  Frosinone. Il  documento, approvato quasi all’unanimità dai sindaci presenti all’assemblea,  presenta delle  novità  notevoli nei contenuti ed esprime un diverso atteggiamento degli amministratori locali che può riassumersi nella rivendicazione di autonomia  e del contributo di responsabilità,  che va esercitato nei confronti della  dirigenza  ASL e della  Regione, in merito alla riorganizzazione della rete sanitaria ed  ospedaliera della  provincia di  Frosinone.
Quanto si propone  nel documento coincide con le richieste che le  Associazioni e i  Comitati sostengono da molto tempo e, in particolare , si apprezza la  richiesta che riguarda la redistribuzione dei posti letto negli Ospedali nei quali il Decreto  80/2010 ha tagliato  maggiormente,specie in quello di Anagni, per il quale si attende la sentenza del TAR circa l’ordinanza del Consiglio di Stato del 30.08.2011 che  ne bocciava la chiusura. E’ importante, altresì, la richiesta di realizzare nell’ Ospedale di  Frosinone il DEA di  2° livello e di istituire nuove ed  essenziali reparti operatori e il rafforzamento di quelli esistenti.
Tuttavia   le  Associazioni e i  Comitati dei cittadini ritengono necessario sottolineare alcune richieste, altrettanto importanti, che non sono presenti nella  proposta dei Sindaci:
- Anzitutto si deve ribadire con fermezza che al centro di un Piano Aziendale (P.A.), al di là degli   aspetti  tecnici, deve essere posta  la difesa del paziente, negata dall’ attuale organizzazione  della  sanità ciociara e che, pertanto, il P.A. deve garantire i Livelli essenziali di assistenza ( LEA) che sono al di sotto della soglia stabilita dal D.L. 95/2013. Vanno poi evidenziati altri aspetti :

-  L’ applicazione restrittiva dello stesso  Decreto  80 ha penalizzato a tutti i livelli l’assistenza sanitaria nella Provincia concentrando il risparmio solo sui tagli di posti letto e la chiusura di ospedali.
-  Ne è derivato l’ uso fortemente inadeguato delle risorse e il  mancato impegno di lotta agli sprechi,  rappresentati anzitutto dalla  mobilità passiva, dai ricoveri in altre strutture, anche  fuori  regione, con aggravio notevolissimo di spese per le famiglie, a cui  va aggiunta l’ alta  frequenza di consulenze, straordinari, prestazioni aggiuntive,utilizzo improprio del personale  e delle attrezzature. L’ accumulo di spese  legali e i contenziosi sindacali, la quasi inesistenza verifica delle prestazioni e dei servizi forniti dalle strutture sanitarie convenzionate. Il totale di tutti questi sprechi è stimabile  in circa 200 milioni di euro l’anno. 
A  fronte di tanta disorganizzazione e di tanti sperperi che hanno avuto un peso rilevante nel  determinare i risultati molto insoddisfacenti della produttività aziendale, basti vedere i dati della mobilità passiva e delle liste d’attesa,  è inaccettabile che la dirigenza, in più  occasioni, premi se stessa con larghi compensi.
 Quindi è necessaria  una netta inversione di tendenza alla deriva attuale che preveda,  in primo luogo, un cambio dei vertici aziendali e poi una forte rivendicazione, a livello politico, di parità di trattamento tra tutti i cittadini del Lazio: con l’eliminazione  delle “ macroaree” che  causano la disponibilità di 7 posti letto per mille cittadini romani e neanche 2 per mille cittadini ciociari.

E' indispensabile quindi fare pressioni affinché la ASL e l'Ufficio commissariale attivino le procedure per lo sblocco del turn over previste dal d.l. 138/2011, convertito dalla l. 148/2011 (articolo 1, comma 23-bis) e dal d.l. 158/2012, convertito dalla l. 189/2012 (art. 4-bis) che consentono, allo scopo di garantire i livelli essenziali di assistenza, di sbloccare le assunzioni.

La stessa Corte dei Conti nella relazione del maggio 2012 ha messo in evidenza come il blocco delle assunzioni non ha risolto il problema (quello, cioè, di risparmiare) e, anzi, ha aggravato la situazione poiché il ricorso a misure alternative alle assunzioni (turni aggiuntivi, straordinario, acquisto di prestazioni da privato), ha generato costi maggiori rispetto ai risparmi che si volevano conseguire come hanno sempre sostenuto e denunciato le associazioni.

 Si deve chiedere e pretendere, per le regioni sottoposte a piano di rientro da disavanzo sanitario come il Lazio, di procedere al turn over del personale sanitario con limitazioni che non siano incompatibili col mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Pena la diseguaglianza dei cittadini e l’aumento dei costi, anche sociali.

Frosinone 25.09.2013
-Consulta delle associazioni della Città di Frosinone – Francesco Notarcola
- Associaione Anagni Viva
- Cittadinanzattiva-Tribunale difesa diritti malato - Renato Galluzzi
- Associazione Italiana Pazienti anticoagulati e cardiopatici – Antonio Marino
- Frosinone Bella e Brutta – Luciano Bracaglia
- Associazione Diritto Alla Salute - Alessandro Compagno – Anagni
- Aut Frosinone . Luciano Granieri
- Gruppo Civico Vitaminex – Mauro Meazza –Anagni
- Associazione Oltre l’Occidente  - Paolo Iafrate
- Associazione “Alle Venti” – Amedeo Di Salvatore
- Osservatorio Peppino Impastato – Mario Catania
- Coordinamento Frosinone “Salviamo il paesaggio” – Luciano Bacaglia
-  Comitato Salviamo l'ospedale di Anagni - Piero Ammanniti
 Associazione Forming Onlus - Riccardo Spaziani

















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