giovedì 5 settembre 2013

Siria L’intervento militare è un déjà vu che chiama altra violenza

Luisa Morgantini: AssoPacePalestina 

“Facciamo nostro l'appello di Papa Francesco e aderiamo alla giornata di mobilitazione e di digiuno del 7 settembre per dire il nostro no alla guerra.
 
L’intervento militare in Siria è un déjà vu che non avremmo voluto veder ripetere. Libia, Iraq, Afghanistan, Kossovo, Vietnam: come in quei casi, il copione sembra già scritto.
 
Si creano ad arte situazioni di panico e orrore, in alcuni casi sulla base di episodi realmente accaduti ma viziati per la difesa dei propri interessi geopolitici.
 
Come in quei casi, anche per la Siria, chi paga sono i civili, uomini donne e bambini, costretti a lasciare le loro case per riversarsi in campi profughi già strabordanti, come quelli palestinesi in Libano, o trucidati sotto gli occhi di tutti e con le stesse armi vendute da chi ora si mostra scandalizzato per i crimini commessi, e ancora una volta i palestinesi vengono abbandonati alla politica coloniale israeliana" è quanto dichiara Luisa Morgantini, già Vice Presidente del Parlamento Europeo, tra le fondatrici delle Donne in nero contro la guerra e la violenza e Presidente di AssoPacePalestina
 
“Il fatto che quello di Assad, così come quello di Saddam o Gheddafi, siano stati regimi dittatoriali – continua la Morgantini – non si discute. Ma invece di cercare una soluzione politica, con la partecipazione della popolazione, ancora una volta in nome delle difesa dei diritti umani si sceglie la strada militare e si commettono crimini.
 
La pace e la democrazia non si fanno con le armi.
 
Dobbiamo agire per far si che prevalgano posizioni di buon senso, come quelle che il governo italiano ha espresso finora.
 
Il movimento per la pace e la nonviolenza  è certamente indebolito e frammentato,  ma vale la pena continuare a impegnarsi nella costruzione della cultura della nonviolenza, per la pace e la giustizia, come quotidianamente ci insegnano i palestinesi, gli israeliani e gli internazionali che si oppongono all’ occupazione militare della Palestina”.

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